Marco Bonarrigo, Panorama 20/11/2008, pag. 109, 20 novembre 2008
Panorama, 20/11/2008 Si chiama benfluorex ed è un farmaco dimagrante ritirato dal commercio perché pericoloso per cuore e sistema nervoso
Panorama, 20/11/2008 Si chiama benfluorex ed è un farmaco dimagrante ritirato dal commercio perché pericoloso per cuore e sistema nervoso. Ma, grazie a scorciatorie legislative e a scarsi controlli, come dimostra «Panorama», si compra ancora con troppa facilità. Il medico riceve a Roma in quattro diversi studi. Da lui si arriva con il passaparola: « bravissimo, mi ha fatto perdere 7 chili in un mese». Lo studio in zona Eur è anonimo, il tavolino della sala d’aspetto ingombro di riviste vecchie di mesi. In attesa, una decina di donne fra 35 e 50 anni. Alcune forse sovrappeso, nessuna obesa. Panorama ha prenotato un appuntamento. La visita del dietologo (che ha sei specializzazioni, ma non quella in scienze dell’alimentazione) dura 15 minuti. Visita è un eufemismo: pesatura, anamnesi familiare veloce, consigli di sconcertante banalità («Beva molto, faccia movimento»), consegna di una scheda dietologica prestampata. E poi il piatto forte: le prescrizioni mediche. Due ricette per due medicinali galenici, ossia preparati direttamente dalla farmacia; «meglio in quella qui sotto» tiene a precisare il medico. La visita costa 70 euro, i prodotti galenici 50. «Le ho fatto pure lo sconto. Venti minuti e sono pronte. Nei giorni di visita ne confezioniamo decine» dice la farmacista, che alla domanda su cosa stia preparando replica: «Un aiuto alla sua dieta». L’aiuto contenuto nelle 180 pasticche consiste in due principi attivi, benfluorex e bupropione. La farmacista, alla domanda se possono dare effetti collaterali, risponde: «Ma scherza?». Il benfluorex, un prodotto amfetamino-simile, però non scherza. stato ritirato dal commercio in quasi tutto il mondo tra il 2002 e il 2003 a causa dei gravi effetti collaterali su cuore (ipertensione arteriosa) e sistema nervoso (disturbi neuropsichici). E la vicenda descritta in questo articolo mostra la facilità con cui in Italia, grazie a una concatenazione di omissioni sulla vigilanza, buchi legislativi, ignoranza delle leggi e comportamenti dolosi di dietologi e farmacisti, alcuni farmaci rischiosi vengono tranquillamente venduti e consumati. In Italia l’ultimo prodotto in commercio a base di benfluorex è stato ritirato nel 2003. Però il ricorso al tar di uno specialista in medicina orientale (la metodica Zohoungbogbo) ne autorizza l’uso nei preparati galenici. Risultato: i preparati galenici di benfluorex vengono prescritti in dosi elevate, con l’indicazione fittizia «segue una cura Zohoungbogbo». In Francia il farmaco che contiene benfluorex (il Mediator) è usato nel diabete di tipo II. Ma anche lì il Comitato tecnico di farmacovigilanza ha aperto due inchieste conoscitive. Com’è possibile che i farmacisti italiani vendano un principio attivo così discusso? «Capisco le perplessità, ma siamo costretti a farlo» si difende Andrea Mandelli, vicepresidente dell’Ordine nazionale. «La normativa europea ce lo impone fino a quando ci sarà un solo paese che include il benfluorex nella farmacopea ufficiale. La legge difende la libertà di scelta terapeutica del medico, noi siamo semplici esecutori». Sul prodotto è lapidario Luciano Caprino, professore di farmacologia alla Sapienza: «L’effetto dimagrante non è dimostrato e il benfluorex ha un profilo di sicurezza indubbiamente basso. Che abbiate verificato una prescrizione così massiccia e sistematica mi lascia sconcertato». Oltralpe il Mediator ha un lungo bugiardino che spiega effetti avversi e interazioni nocive, mentre le pastiglie del farmacista italiano (150 mg di principio attivo l’una, proprio come il farmaco, ma prescritte in dosaggio superiore) sono «mute». «L’idea aberrante» dice Michelangelo Giampietro, specialista in scienza dell’alimentazione «è che per perdere peso servano farmaci. Quelli per dimagrire, e in Italia ne sono legalmente consentiti solo due, vanno usati per obesità grave e patologica. Ma servono analisi del sangue accurate, visite approfondite e piani dietologici personalizzati». Contro il benfluorex c’è un altro capo di accusa: provoca positività al doping senza dichiararlo. Lo scorso luglio ne è stata vittima la campionessa di ciclismo Marta Bastianelli: per aver assunto un prodotto dimagrante a base di benfluorex ha perso i Giochi di Pechino guadagnandosi una squalifica di un anno e un processo penale. La sua vicenda testimonia come funziona certa dietologia in Italia. A Bastianelli, che pesava 45 chili ma voleva perderne un paio, il farmacista ha confezionato un preparato che, oltre al benfluorex, conteneva metformina (antidiabetico con molti effetti collaterali) e sostanze «naturali» come rodiola, fucus e ortosiphon. Un mix privo di motivazioni terapeutiche. Benfluorex uguale doping, lo spiega il foglietto illustrativo francese del Mediator. Ma sul preparato galenico che ha consegnato il farmacista a Panorama non c’è il bollino doping, obbligatorio per legge. «Una cosa fuori dal mondo» si allarma Piergiorgio Zuccaro, direttore del reparto farmacodipendenza e doping dell’Istituto superiore di sanità. «Questi farmacisti violano la legge e rischiano grosso. Mettono in difficoltà il nostro lavoro perché, omettendo la dichiarazione obbligatoria di vendita di una sostanza dopante, non aggiornano i dati sul consumo. Ci attiveremo subito». Anomalia confermata da Tommaso Marchese, della Commissione antidoping e docente di legislazione sanitaria a Bari: «La mancanza del bollino è reato penale perseguibile d’ufficio. Chi riceve un prodotto del genere può denunciarlo dai carabinieri». Cosa rispondono i farmacisti? Mandelli chiede tempo per documentarsi, ma mette le mani avanti: «Su questo problema sfugge un dettaglio, il benfluorex non è incluso nella lista antidoping sotto questo nome, bensì con quello del suo derivato, la fenfluoramina, la cui vendita è proibita da anni. Quando produce l’etichetta, il farmacista deve attenersi alla lista delle sostanze proibite pubblicata dal ministero della Salute. E fare ciò che gli ordina il medico, la cui prescrizione ha carattere di ordine. Noi comunque abbiamo sollecitato più volte il ministero a prendere provvedimenti». Al ministero però non risultano solleciti formali sull’argomento, né il problema è stato finora segnalato da medici e farmacologi all’Agenzia mondiale antidoping. C’è di più. La legge italiana proibisce di abbinare il benfluorex ad altri principi attivi. Il dietologo incontrato da Panorama ne ha prescritti due, con ricette diverse, ma da assumere contemporaneamente. «Escamotage diffuso» afferma Giampietro. «Il bupropione nella seconda ricetta è un antidepressivo che serve a modulare quegli stati di euforia e depressione che si associano ai farmaci antifame e alle diete povere di calorie». Aggiunge Marchese: «In questo modo si infrange la norma 445 del Codice penale che punisce la somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica». Se è vero che i farmacisti sono obbligati a eseguire la prescrizione, non potrebbero almeno informare il paziente dei rischi che corre? «Anche qui» risponde Mandelli «sarei un ingenuo se dicessi che non conosco il problema. La legge non mi permette di questionare sulle prescrizioni. Anche se un farmacista bravo deve dialogare con il paziente». Ma quanti farmacisti lo fanno? «Sui preparati galenici, tra alcuni medici e farmacisti ci sono legami perversi, con spartizioni degli utili» accusa Caprino. «Il medico invita il paziente a farsi confezionare il preparato in quella farmacia, dicendogli che lì lavorano bene. E quando il cliente si presenta in farmacia, dallo studio medico è già arrivato il fax con la ricetta. O lavoriamo tutti uniti per far rimuovere dal mercato certe sostanze o la salute collettiva sarà sempre minacciata da comportamenti del genere». MARCO BONARRIGO