Carlo Rossella, Panorama 20/11/2008, pagina 154, 20 novembre 2008
Panorama, giovedì 20 novembre Nel novembre 1986 con Franco Pecci, grande conoscitore del Congo, andai nello Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo, Rdc)
Panorama, giovedì 20 novembre Nel novembre 1986 con Franco Pecci, grande conoscitore del Congo, andai nello Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo, Rdc). Era presidente Mobutu Sese Seko, uomo corrotto e dal pugno di ferro. Ci recammo a Bukavu, sul lago Kivu. Cittadina ridente, comodo hotel, giardini, ville di residenti belgi. Una piccola Svizzera equatoriale. Visitammo Goma, cittadina coloniale, povera ma bella. Ora tutto è andato distrutto dalla guerra civile che continua da anni dopo la caduta di Mobutu. Bukavu è finita e così Goma, le fattorie rase al suolo, milioni i profughi, centinaia di migliaia i morti, un rebus politico etnico insolubile, fra tutsi e hutu, Rwanda e Rdc, Paul Kagame e Joseph Kabila, i presidenti di Kigali e Kinshasa. Gli uomini hanno sofferto e ancora soffrono, i bambini muoiono di fame o combattono con il kalashnikov, i profughi fuggono disperati in un paesaggio ieri stupefacente e oggi tremendo. Con gli uomini vengono uccisi gli animali, per mangiarli o per venderne le pelli (leopardi, serpenti, coccodrilli) o le zanne (elefanti). Dalla parte congolese, il parco Virunga, famoso per i gorilla, è abbandonato ai vandali. La zona del parco di La Rwindi, un tempo regno infinito di leoni, elefanti, leopardi, ippopotami, rinoceronti, è terra bruciata. Soprattutto gli elefanti sono stati sterminati. Nell’Africa centrale, sconvolta da guerre civili, la fauna ha subito un danno quasi irreparabile. Nel delta del Giuba, in Somalia, gli elefanti sono scomparsi. In Uganda, Rwanda e Burundi la caccia è finita da poco tempo. Ma il Congo rimane la terra preferita dai trafficanti di avorio che vendono soprattutto ai mercanti cinesi e giapponesi. Nel 2007 in Africa sono stati uccisi 23 mila elefanti. Quasi metà di tutti gli elefanti africani sono stati massacrati dal 1989, quando l’Onu decretò la messa al bando del commercio di avorio. Nel 2006, 60 mila chili di avorio sono stati sequestrati da vari paesi, tranne Cina e Giappone, che permettono l’import dell’avorio venduto dai bracconieri. La Cina ha forti interessi in Africa, è coinvolta nel conflitto in Congo, dato che ha stipulato un accordo con Kabila per sfruttare, in cambio di 9 miliardi di dollari, le ricchezze minerarie di Kinshasa. I cinesi sono dietro i peggiori traffici africani di materie prime. E nel business sono più rapaci dei colonialisti. Vi sono però paesi che osservano le regole sull’avorio: Namibia, Botswana, Sud Africa, dove gli elefanti, difesi manu militari, si sono riprodotti al punto da permettere un raccolto naturale dell’avorio sotto il controllo dell’Onu. A Windhoek, capitale della Namibia, sono state messe all’asta 8 tonnellate di avorio al prezzo medio di 150 dollari al chilo. A comprare sono stati soprattutto cinesi e giapponesi. Ma la domanda è sempre superiore all’offerta e lo sterminio degli animali continua, in parallelo, purtroppo, con quello degli uomini. Carlo Rossella