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 2008  novembre 13 Giovedì calendario

In Italia una storia così non c´è mai stata. Mai successo che un gruppo arrivasse in tre anni dall´incredibile esclusione al festival di Sanremo, dove si presentarono nel 2005 nella categoria emergenti col pezzo Mentre tutto scorre, a un concerto tutto esaurito allo stadio San Siro (il 31 maggio di quest´anno)

In Italia una storia così non c´è mai stata. Mai successo che un gruppo arrivasse in tre anni dall´incredibile esclusione al festival di Sanremo, dove si presentarono nel 2005 nella categoria emergenti col pezzo Mentre tutto scorre, a un concerto tutto esaurito allo stadio San Siro (il 31 maggio di quest´anno). Eppure i Negramaro hanno lottato insieme, e sono riusciti in un´impresa che in Italia sembrava impossibile, ovvero recuperare il primato del rock in un campo che sembrava dominato solo dai grandi vecchi come Vasco e Ligabue, utilizzando al meglio le loro radici, quella straordinaria vitalità che sprigiona dal Salento, il forte senso di autonomia culturale che sprigiona da quella terra, e ovviamente uno spiccato senso melodico che ne fa un prodotto esclusivamente italiano. Il segreto? Pura passione, per una band cresciuta a biberon farciti di U2 e Public Enemy, in un universo musicale che stenta a creare emozioni. Ma il successo è arrivato come una valanga. E una volta lanciato, il treno non si ferma. Venerdì sera ricominciano da Roma un tour quasi già esaurito in 18 palasport (tra cui Taranto, 21 e 22, e Milano, 15 e 16 dicembre), hanno appena girato il videoclip di una loro versione di Meraviglioso di Modugno con la regia di Giovanni Veronesi (ospiti Carlo Verdone e Riccardo Scamarcio), uno dei cinque inediti che usciranno il 21 novembre nel cd e dvd del concerto di San Siro. E, dulcis in fundo, il brano Nuvole e lenzuola è stato inserito (in versione italiana) nel videogame World tour, quarto capitolo di Guitar hero, insieme a Sting, Sex Pistols. Nirvana, Jimi Hendrix e altri. La band è letteralmente esplosa, ma parlano ancora con una suadente e strascicata cadenza che ricorda la loro terra d´origine. «Lecce per noi era una seconda Londra. Altrove c´era solo la cultura delle cover band, i gruppi che suonavano cose proprie non li prendevano, da noi invece era possibile, c´era un club di Copertino che ci ha fatto suonare tanto ed è servito ad avviare il flusso Negramaro. Ora anche lì è tutto cambiato, ma la cosa buffa è che abbiamo contato almeno una decina di cover band che fanno noi, si chiamano Nuvole e lenzuola o Scomoda-mente. Ci ha fatto impressione, è come vedere un tuo alter ego che tra l´altro ti rifà benissimo, alcuni rasentano la follia, fanno pure foto promozionali identiche alle nostre». Non c´è il rischio di perdere la testa? «Qualche antidoto ce l´abbiamo» spiega il cantante Giuliano Sangiorgi, «intanto, quando è scoppiato tutto era già qualche anno che lavoravamo, anche il primo disco con la Sugar non era andato granché, insomma la gavetta l´abbiamo fatta e questo ci tiene coi piedi a terra. E poi siamo andati a vivere in una grande casa in Romagna in comune, viviamo insieme come fratelli: la prima cosa è l´amicizia, ci fa da scudo, ci spinge a parlare di continuo, a vederci dal di fuori, in ogni momento». E infatti i ragazzi del gruppo fanno scudo intorno a Giuliano, sembrano davvero una famiglia, un gruppo di fratelli d´elezione, e concordano tutti sul metodo. La musica è un modo di essere al servizio degli altri. «Non c´è meritocrazia nel fare una bella canzone. Certe volte non so nemmeno dire come arrivano, non lo ricordo, e se lo ricordo vuol dire che la canzone non è bella». Dicendo questo, lo sguardo del cantante si tinge di un´espressione spiritata, arriva quasi a bisbigliare, come se dovesse rivelare un segreto: «scrivere musica serve soprattutto a conoscerti, le canzoni buone le scrivo nel tempo che dura la canzone, arrivano di getto e non saprò mai spiegare il perché. In genere quando sta per succedere cado in un lungo silenzio, poi la canzone arriva. Come potrei prendermene il merito?». Sono anche consapevoli dei rischi del successo, del ripetere la formula vincente all´infinito. «Il rischio è quello di correre sempre e aumenta se si cade nel gioco dei ruoli. Se io mi comporto come il cantante dei Negramaro è finita, il danno è artistico ma soprattutto umano. Quest´estate a Roma suonavo tutte le sere in locali con trenta spettatori, mi sono divertito tantissimo. Una cosa è certa, il prossimo disco sarà un altro mondo». Ma ancora di più sorprende quello che pensano delle nuove tecnologie, da bravi figli del nuovo millennio: «Vado contro me stesso, ma il diritto d´autore non è un diritto naturale. Un tempo non c´era, si andava a suonare e basta. La musica è aria, si chiamava così ai tempi dell´opera, e ora è tornata a essere aria, è un file, e l´aria non la paghi, non c´è niente da fare. Diventerà fondamentale il live e questo forse porterà a una buona selezione naturale». Sanremo: è possibile che un giorno possano tornarci? «Non credo proprio. Mi ricordo che prima del festival andammo con tutti gli altri al centro di Mogol. Lui mi propose una modifica per Mentre tutto scorre, voleva togliere "verde coniglio". Poi disse: la canzone è bella ma devi cambiare quando dici perché mai, l´accento è sbagliato. Io gli risposi: Mogol, io ti rispetto per tutto quello che hai fatto, ma questa rimane così». Hanno avuto ragione loro. GINO CASTALDO SU REPUBBLICA DI GIOVEDì 13 NOVEMBRE 2008