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 2008  novembre 13 Giovedì calendario

MILANO

L´attesa della sentenza a sezioni unite continua. Ci si interroga sugli scenari possibili. E sono almeno tre, ognuno con le sue conseguenze. Primo scenario: vale immediatamente la sentenza che permette di lasciar morire Eluana Englaro. Secondo: la corte stabilisce bisogna accertare l´irreversibilità dello stato vegetativo e chissà quando si torna a decidere. Terzo: bastano poche parole «nuove» da inserire nel decreto e il decreto che permette la libertà di rifiutare le cure diventa immediatamente realizzabile. Proviamo a capire concretamente, caso per caso.
Ipotesi rigetto del ricorso. L´hanno chiesto l´avvocato e il curatore speciale. Lo ha chiesto il procuratore generale presso la Cassazione. Alla stragrande maggioranza degli osservatori, la sentenza milanese del 9 luglio, che consentiva di lasciar morire Eluana - in stato vegetativo da quasi diciassette anni - era in perfetta linea con quanto stabilito dalla stessa Cassazione il dicembre scorso. Se dunque i supremi giudici dichiareranno «inammissibile» il ricorso della procura, nessun ostacolo può più inceppare la decisione della Corte civile d´appello di Milano. E quindi, dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che non ci sono margini di «recupero», il «via libera» da parte dei giudici torna valido. Subito. Un secondo dopo la Cassazione.
Con alcune condizioni burocratiche da rispettare. Infatti, è da luglio che Beppino Englaro, alcuni medici, alcuni legali cercano di trovare «un posto» per Eluana. Hanno varie possibilità. Anche se alcune fughe di notizie hanno turbato e non poco medici e politici, e addolorato il padre, che chiede invano un silenzio che non avrà, l´iter è questo: Eluana avrà un suo medico, che stilerà alcuni certificati, e sarà prelevata dalla casa di cura Beato Talamoni. Lascerà le suore che l´accudiscono dal 7 aprile del 1994 e sarà trasportata in una clinica. Le saranno sospese le cure e l´alimentazione, come accade da tempo in Italia a molte migliaia di malati terminali.
Ipotesi del parziale accoglimento del ricorso. La corte ritiene che il cosiddetto «giudicato interno» (il discorso è tecnicamente molto complesso) non sia perfetto e quindi - detto in maniera un po´ semplicistica - lo rimette a posto. Può cioè lasciare intatto il dispositivo (e quindi il decreto della Corte d´appello resta valido) e formulare una rettifica della motivazione sull´accertamento e sulla sussistenza dello stato di irreversibilità dello stato vegetativo in cui versa Eluana Englaro. Bastano poche parole, che possono scrivere direttamente i supremi giudici oppure essere scritte dalla Corte d´appello milanese. In questo caso, i tempi si allungano, ma non di molto.
Ipotesi dell´accoglimento del ricorso della procura milanese. A questa ipotesi non crede quasi nessuno, ma è bene tenerla in considerazione: i supremi giudici rimandano l´intero fascicolo a Milano perché il caso sia riaffrontato e sia disposta quanto meno una nuova perizia sullo stato vegetativo di Eluana. Ma, come sa chi ha il fascicolo, il 18 gennaio quando Eluana entrò in coma, aveva riportato lesioni gravissime alla corteccia cerebrale, alla sostanza bianca, ai centrisottocorticali e si era interrotto il collegamento tra cervello e corpo. A poco più di un mese, uscì dal coma e aprì gli occhi, ma rimase incapace di qualsiasi interazione con il mondo esterno. Vari medici e vari staff hanno diagnosticato, varie volte, lo stato vegetativo. In tutto il mondo, non esiste un solo caso di «ritorno» alla coscienza da questa condizione.
(p. col.)