Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 13/11/2008, 13 novembre 2008
Non sono mai stati così tanti. Sono arrivati via terra, via mare, con l’aereo. Molti hanno forzato i controlli alle frontiere, la maggior parte è entrata con un permesso provvisorio e poi è rimasta in cerca di fortuna
Non sono mai stati così tanti. Sono arrivati via terra, via mare, con l’aereo. Molti hanno forzato i controlli alle frontiere, la maggior parte è entrata con un permesso provvisorio e poi è rimasta in cerca di fortuna. Tutti hanno intrapreso un viaggio della speranza dagli esiti imprevedibili. Certamente il 2008 è l’anno record per l’ingresso degli immigrati in Italia. Lo dicono i numeri degli sbarchi e quelli che riguardano le persone rintracciate senza permesso di soggiorno, ma lo dice soprattutto il dato che riguarda le richieste di asilo. Perché nel 2007 erano 14.000 gli stranieri che avevano presentato istanza per il riconoscimento dello status di rifugiato e quest’anno si è già superata la quota di 40.000. Per molti stranieri si è aperto uno spiraglio con la decisione del governo di varare un nuovo decreto flussi da 170.000 posti. Ma è, appunto, uno spiraglio perché la domanda di regolarizzazione continua ad essere molto superiore alla possibilità reale di ottenere un permesso di soggiorno. Boom di somali e nigeriani C’è chi scappa dalla guerra, chi da un’esistenza segnata dagli stenti e dalla sofferenza. Fino a qualche anno fa il nostro Paese era soprattutto terra di transito per coloro che miravano a raggiungere la Germania o il nord Europa. Adesso sono sempre di più quelli che si fermano. L’esame delle cifre fornisce un quadro dettagliato della situazione, anche se sul totale delle presenze si può fare soltanto una stima, visto che non è possibile sapere quanti partono davvero dopo aver ricevuto un provvedimento di espulsione. Si sa che dal 1˚ gennaio al 16 settembre sono sbarcati in tutta Italia 24.241 clandestini e che il loro numero è salito in appena un mese di 3.176 unità arrivando a 27.417 persone senza permesso. Tra loro ci sono 4.417 nigeriani, 4.320 somali, 2.918 eritrei, 2.514 tunisini. La Sicilia si conferma la regione con il maggior numero di arrivi, seguita dalla Sardegna che ha scalzato la Calabria e ha visto approdare sulle proprie coste 1.288 persone (in dettaglio, 1.247 uomini, 20 donne e 21 minori). Al 16 settembre il numero delle persone fermate e risultate non in regola era 49.297. Sottraendo il numero degli sbarcati, si ottiene quello delle presenze irregolari che sono 25.056. soltanto una piccola parte di chi vive in Italia pur non avendo titolo. In crescita gli «overstayers» Secondo l’ultima relazione diffusa dal ministero dell’Interno l’estate scorsa, gli stranieri che vivono clandestinamente in Italia sono oltre 650.000. una stima che tiene conto di diversi indicatori. Il primo è certamente quello sulle istanze relative al decreto flussi. Perché è vero che il provvedimento governativo dovrebbe riguardare soltanto chi vive nel proprio Paese e ha intenzione di trasferirsi in Italia per lavoro, ma non è un mistero che la maggior parte abbia varcato da tempo le frontiere e adesso voglia ottenere il nulla osta. L’altro dato di cui tenere conto riguarda gli ingressi per motivi turistici o di studio. Il rapporto del Viminale relativo al 2007 stimava che almeno il 63 per cento degli immigrati fosse arrivato via terra oppure con l’aereo con un biglietto di sola andata. Sono i cosiddetti «overstayers», stranieri che dichiarano una permanenza di qualche settimana o al massimo di tre mesi e invece si stabiliscono sia pur in maniera provvisoria con un lavoro «in nero». un problema che ci accomuna al resto d’Europa, tanto che sempre più spesso vengono pianificate operazioni congiunte tra vari Stati per portare a termine i rimpatri. «Click» per tutti Il rischio di far ritorno per sempre nel Paese d’origine dovrebbe essere scongiurato per chi svolge lavoro domestico, ha presentato istanza attraverso l’ormai famoso «click day» del dicembre scorso e non ha precedenti penali o provvedimenti di espulsione pregressi. Il nuovo decreto flussi da 170.000 posti che sarà varato entro la fine di novembre riserva infatti 95.000 quote a colf e badanti e dunque chi rientra nei parametri ha buone possibilità di ottenere il nulla osta, anche se si trova in fondo alla graduatoria compilata in base all’orario di registrazione del modulo nel sistema informativo del ministero dell’Interno. L’accordo preso nei giorni scorsi tra il ministro Roberto Maroni e il suo collega del Welfare Maurizio Sacconi (se la Lega non romperà tutto) non prevede alcun adempimento ulteriore per i datori di lavoro italiani che hanno registrato la proprio richiesta. La nuova graduatoria verrà compilata in base all’ordine di arrivo e terrà naturalmente conto dei parametri economici. Oltre al via libera della questura, bisogna infatti ottenere il «visto» degli uffici provinciali del lavoro che verificano se il reddito del privato o dell’azienda che sollecita l’assunzione sia sufficiente a pagare lo stipendio al dipendente e se questi possa poi provvedere al proprio mantenimento. Diverso trattamento è invece stato stabilito per gli stranieri che vogliono assumere dipendenti provenienti dall’estero. In questo caso dovranno dimostrare di essere in possesso della carta di soggiorno e dunque di essere regolarmente in Italia da almeno cinque anni. Fiorenza Sarzanini