Roberto Giovannini, La Stampa 12/11/2008, pagina 4, 12 novembre 2008
I trucchi dello sciopero bianco. La Stampa, mercoledì 12 novembre «Le quattro sigle ribelli sono al suicidio
I trucchi dello sciopero bianco. La Stampa, mercoledì 12 novembre «Le quattro sigle ribelli sono al suicidio. Vogliono far saltare l’operazione per far tornare allo scoperto Air France o Lufthansa, ma temo non otterranno nulla». Il presidente dell’Ente per l’aviazione civile Vito Riggio commenta lo sciopero bianco di Anpac, Avia, Unione Piloti e Sdl allargando le braccia: «Quello che posso fare l’ho fatto. Per il ruolo che ricopro non posso essere certo io a biasimare la pignoleria di un comandante. Ma se vanno avanti così potrei essere costretto a revocare la licenza provvisoria». Presidente, che cosa ha fatto? «Ho dato mandato al direttore generale Manera di verificare se fra i ritardi di questi giorni ci sono stati casi nei quali i controlli sono avvenuti in modo strumentale. In quel caso l’azienda può essere sanzionata con multe da 5mila a 50mila euro». E cos’altro può fare? «Se i disagi proseguissero, come presidente dell’Enac sarei costretto a valutare se esistono ancora i presupposti per lasciare ad Alitalia la licenza provvisoria». Un’altra delle sue minacce? I sindacati la accusano di aver preso le parti del governo. «Io devo garantire il diritto dei passeggeri a volare, non fare politica». Ma si può fermare la compagnia che garantisce la gran parte dei collegamenti interni? «L’altra notte a Fiumicino hanno bivaccato in 800. Le pare che abbiamo garantito i collegamenti?». Secondo lei Cai resisterà alle proteste? «Non lo so, ma l’offerta è stata formulata da chi sapeva benissimo a cosa andava incontro. Se accadesse sarebbe un vero disastro». /Se volesse davvero, Alitalia ci metterebbe un minuto ad azzerare quasi totalmente gli effetti dello «sciopero della pignoleria» scatenato da qualche giorno dai piloti e dagli assistenti di volo della compagnia di bandiera. Basterebbe organizzarsi in modo efficiente, far fare ai piloti il lavoro dei piloti e al personale di terra il loro. Perché il comandante della Lufthansa, durante la preparazione dell’aeromobile, se ne sta seduto tranquillamente in cabina ad aspettare che tutto quanto sia predisposto con precisione teutonica. Il comandante Alitalia, invece, se vuole partire (quasi) in orario deve darsi da fare come un invasato, districandosi tra torre di controllo, rampisti, assistenti di volo, autisti e chi più ne ha più ne metta. Ecco perché la decisione dei piloti - assolutamente legale, pare - di rispettare scrupolosamente il «manuale operativo» può provocare tanti ritardi e disagi. In più, come scopriamo, nell’aviazione civile la buona collaborazione dei piloti è fondamentale. Vediamo come, seguendo un comandante in azione. La presentazione Il lavoro comincia al briefing center. Qui il pilota si presenta materialmente, e una volta «accreditatosi» sul computer il sistema gli stampa su carta tutte le informazioni necessarie: la situazione meteo, il carburante, le rotte da seguire, e tutte le notizie utili sulle destinazioni. un discreto malloppo di carta, e «normalmente» un comandante ne legge con attenzione solo la prima parte. Il resto, «tira via». Se si dovesse leggere «bene» tutto, come prescritto, si possono bruciare 10-15 minuti. Raggiungere l’aereo Davanti al briefing center c’è il parcheggio dei pulmini noleggiati da Alitalia (quante polemiche!) con cui gli equipaggi raggiungono gli aerei. un’impresa farcela rapidamente, l’organizzazione è atroce: se un pilota non si agita e comincia a tempestare di telefonate, può impiegarci 30, anziché 15 minuti. Dare l’ok all’aeromobile Il nostro pilota, si è capito, è già in ritardo quando arriva sottobordo. Qui comincia a svolgere i moltissimi controlli per l’accettazione dell’aereo: dentro dev’essere tutto in ordine, tutti gli apparati devono funzionare bene, tutti i documenti in regola. Condizione paradisiaca. Che non si verifica MAI. Il libro tecnico una documentazione che va compilata correttamente dal tecnico di terra, e il comandante deve verificare che tutto corrisponda e sia bollato e firmato. Il carburante è quello richiesto? Le firme che servono ci sono? Le ispezioni giornaliere ci sono? Le anomalie segnalate dall’ultimo equipaggio sono state eliminate? Si può fare in 5 minuti. Ma anche in 15. Dipende. Il controllo interno Se corrono, gli assistenti di volo possono metterci pochissimo a controllare le tasche dei sedili, le cappelliere, sotto i sedili, i bagni. A volte qualcuno dimentica qualcosa. A volte la Polizia - lo fa per vedere se i controlli si fanno davvero - lascia un pacco innocuo ma angosciante da qualche parte. Gli assistenti di volo possono però essere molto scrupolosi nel controllo. I comandanti possono richiedere che un sedile rotto o un tavolinetto spaccato sia registrato PRIMA di partire, come si dovrebbe, e non DOPO, come si fa di norma. Qui si possono bruciare molti minuti. I passeggeri arrivano? Ricordiamoci del nostro pilota Lufthansa: sta in cabina, aspetta che il personale di terra e dell’aeroporto faccia tutto. Poi fa una firma, e decolla. Sarebbe così anche per il manuale operativo Alitalia. Ma la verità è che negli stessi istanti il pilota italiano e il suo equipaggio sono già sull’orlo di una crisi di nervi. I bus dei passeggeri non arrivano? Datti da fare per sollecitare. Mancano le sedie a rotelle per due invalidi? Telefona. L’assistente che accompagna a bordo due bambini è sparita? Protesta, chiama, falla cercare. Altrimenti, puoi partire con mezz’ora di ritardo. Anche di più, se «sfori» il limite orario e sei costretto a farti dare un nuovo piano di volo. Lumache sulla pista Il manuale è chiarissimo: durante il rullaggio sulla pista non si devono superare i 20 nodi. Neanche 40 chilometri all’ora, una cosa tremenda, quasi tutti vanno al doppio. Ma non si potrebbe. In volo, ma astuti Pilota, hai fretta, vuoi recuperare il ritardo? Allora devi supplicare i controllori dello spazio aereo perché ti diano una rotta diretta fino all’aeroporto. E ricorda di chiedere l’autorizzazione per poter volare a 330 nodi (oltre 600 km/h) anche se sei al di sotto dei 10.000 piedi (3.000 metri). Si dovrebbe andare a 250 nodi, ma se non c’è traffico... Atterrare bene, è importante fondamentale scegliere la pista giusta. Ad esempio, a Fiumicino: se atterri sulla pista di destra, in tre minuti raggiungerai l’area di parcheggio e il finger per i passeggeri. Ti mandano sulla pista di sinistra? Consumerai 15 minuti per arrivare. Roberto Giovannini