Dieci domande senza risposta, Il Sole 24 Ore, 11 novembre 2008, 11 novembre 2008
Dieci domande senza risposta, di Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore, 11 novembre 2008 - A meno di venti giorni all’avvio della "nuova Alitalia" almeno dieci questioni rimangono ancora aperte
Dieci domande senza risposta, di Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore, 11 novembre 2008 - A meno di venti giorni all’avvio della "nuova Alitalia" almeno dieci questioni rimangono ancora aperte. 1) assunzioni e tagli: la procedura di selezione nominativa pone delicate questioni, sopratutto per evitare discriminazioni. 2) partner straniero: l’ingresso di un partner straniero con il 20% del capitale è indispensabile. Ancora non è stata fatta la scelta anche se Air France Klm è in vantaggio. 3) silenzio sulle rotte: la Cai non ha ancora fatto sapere al mercato il suo piano dei voli dal primo dicembre, al contrario di tutti i vettori europei. 4) prezzo e slot: Cai ha offerto al commissario di Alitalia un miliardo complessivo, compresi i debiti legati ai 93 aerei che intende acquisire. La parte in denaro è indicata dal commissario in 275 milioni, di cui 100 verranno pagati al trasferimento, previsto il 30 novembre. Il resto sarà saldato entro due anni con un meccanismo che da riferimento anche a crediti e a debiti. Un grosso interrogativo è la valutazione degli slot. 5) valutazioni: alcuni soci di Cai sono anche soci di Banca Leonardo, il perito nominato dal ministro dello Sviluppo economico per fissare il prezzo a cui vendere la vecchia compagnia. 6) Air One: Secondo il Progetto Fenice l’apporto del vettore di Carlo Toto è fondamentale per rafforzare il gruppo sul mercato interno. Air One però ha una debole struttura finanziaria e una perdita netta nel 2007 di 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. 7) Antitrust: Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, sostiene che l’autorità può «intervenire sulle tariffe, sulla qualità del servizio, sulla tutela dei diritti dei viaggiatori», non si sa ancora con quale efficacia. 8) molti soci, pochi capitali: i 16 azionisti di Cai hanno versato 10mila euro a testa. Il 28 ottobre l’assemblea ha deliberato un aumento di capitale fino a 1,1 miliardi, tutti da versare. Altri sei soci potrebbero entrare, forse uscirà Clessidra. La platea è numerosa, nessuno ha il controllo. 9) lock up e italianità: i soci si sono impegnati a non vendere per cinque anni. Potrebbero farlo soltanto a italiani e con l’autorizzazione della maggioranza assoluta del cda. Questa clausola, introdotta per frenare la voglia di uscire, potrebbe essere aggirata se la società avrà la necessità di un aumento di capitale. 10) Risparmiatori in trappola: il meccanismo della bad company, l’attuale Alitalia che si terrà debiti e scorie, colpisce i vecchi azionisti come lo Stato e i possessori dei 715 milioni di obbligazioni convertibili. Vaghe e indeterminate le possibilità di ristoro attraverso il fondo vittime dei crac e frodi finanziarie, alimentato dai conti dormienti.