Business Week, 15 novembre 2008, 15 novembre 2008
Cosa chiede l’industria americana a Barack Obama. 1. Tagliare le tasse sullle imprese che sono al 35%, secondi soli al Giappone
Cosa chiede l’industria americana a Barack Obama. 1. Tagliare le tasse sullle imprese che sono al 35%, secondi soli al Giappone. Oggi le aziende statunitensi non sono tassate sui redditi prodotti al’estero almeno finché non riportano quei soldi in patria. Si parla di 120 miliardi di dollari di tasse mancanti. Molti democratici vogliono porre fine a questo sistema, lo stesso Obama vuole riportare negli Stati Uniti molto del lavoro de localizzato all’estero. E nel programma i tagli fiscali previsti sono solo quelli per la classe media. 2. Un rapido e chiaro programma energetico. Le aziende dell’energia sono pronte ad accettare anche riduzioni sulle emissioni di Co2, ma chiedono di sapere dove potranno investire: costruire centrali nucleari o puntare su eolico, solare e carbone pulito? 3. Rilanciare il credito e aiutare l’immobiliare. Le banche devono essere forzate per rifare partire i prestiti, e la finanza non va punita troppo severamente perché potrebbe soffrirne a lungo termine. Washington dovrebbe fermare la crisi, nient’altro. 4. Fermare la crescita delle spese sanitarie. Il 60% degli americani riceve l’assicurazione sanitaria dal suo datore di lavoro. Oggi i costi della sanità, in usa, sono il 16% del Pil, e il costo per le assicurazioni quest’anno crescerà del 7%. 5. Più aperture al libero mercato. L’export vale il 12% del Pil degli Usa, ma Washington ha pochi accordi bilaterali che regolino lo scambio con altre nazioni. Quindi l’industria chiede un mercato più aperto, più sanzioni contro il dumping estero e più protezione, all’estero, per le aziende americane.