Wall Street Journal, 11 novembre 2008, 11 novembre 2008
General Motors, Ford e Chrysler, hanno già ottenuto 25 miliardi di dollari di prestiti agevolati, ma nel Congresso in molti insistono per dare ancora una mano alle Big Three di Detroit
General Motors, Ford e Chrysler, hanno già ottenuto 25 miliardi di dollari di prestiti agevolati, ma nel Congresso in molti insistono per dare ancora una mano alle Big Three di Detroit. Il senatore del Michigan Debbie Stabenow chiede altri 25 miliardi, a fondo perduto. Nancy Pelosi, portavoce del Congresso e Harry Reid, leader della maggioranza al Senato, dopo avere incontrato venerdì le aziende e i sindacati, hanno inviato una lettera al segretario del Tesoro Henry Paulson chiedendo di utilizzare i soldi del Tarp (il Troubled Asset relief program) per salvare le tre compagnie. Anche Obama è d’accordo con questo tipo di intervento, anche se il presidente eletto spera che lo conceda Bush, per non averne la completa responsabilità politica. Il fatto è che la crisi dei tre gruppi c’entra poco con la crisi finanziaria: il loro problema principale è che fanno macchine che gli americani non compreranno e che hanno contratti dei dipendenti troppo costosi e poco flessibili. Il sindacato di categoria, lo United auto workers, ha ottenuto anche un sistema (il job bank) per cui anche i lavoratori congedati dalle aziende vengono pagati per mesi, oltre al diritto dei lavoratori a fumare nelle catene di montaggio. Gm così com’è non può funzionare, è pensata per lavorare controllando il 50% del mercato, oggi ha una quota del 20%. E non riesce a mantenere otto marchi domestici: Cadillac, Buick, Pontiac, Chevrolet, Gmc, Saturn, Saab e Hummer. Ma se le tre aziende fallissero, ci potrebbero essere circa 600 mila nuovi pensioni a carico dello statale Pension Benefit Guaranty Corp. Per i politici evitare questo salasso è la priorità.