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 2008  novembre 11 Martedì calendario

RAPHAL ZANOTTI PER LA STAMPA DI MARTEDì 11 NOVEMBRE 2008

NAPOLI - Il tempo di leggere questa pagina e l’uomo che sta camminando in vicolo della Tofa, vicino alla Trinità degli Spagnoli, sarà salvo. L’indagine che lo riguarda è spirata, i reati che ha commesso sono estinti. Un’occhiata alla pagina a fianco e un altro uomo, questa volta a Bagnoli, esulterà: anche il suo delitto non verrà punito. Non basterebbero tutti i ceri e gli ex voto nelle chiese di Napoli per comprendere il livello di devozione del santo più popolare dei Quartieri Spagnoli: San Prescritto, con una mano comanda il tempo, con l’altra perdona i peccati terreni e fa girare a vuoto la Giustizia. I pregiudicati partenopei hanno imparato presto la lezione: più tempo passa e più si avvicina il traguardo. Dopo un tot di anni, qualunque sia la vostra colpa, non ci sarà giudice che possa perseguirvi. Lo Stato non ha più interesse. Come si dice: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Una vera manna visto che negli ultimi anni, grazie a una serie di leggi e leggine più o meno garantiste, i tempi della prescrizione si sono accorciati, il traguardo si è fatto più vicino.
Il fenomeno coinvolge tutta l’Italia, ma è sotto il Vesuvio che è diventato imponente: nel distretto di Napoli si prescrive un reato ogni 13 minuti, ne bastano 16 perché un indagato considerato colpevole dalla magistratura se la cavi. Nel 2007, secondo gli ultimi dati del ministero della Giustizia, nell’area di competenza della Corte d’Appello del capoluogo campano ci sono stati 32.671 «graziati». Una montagna, quasi un quinto di tutte le prescrizioni avvenute in Italia.
Giusto per dare qualche stima: tutti i tribunali del Centro Italia, messi insieme, sono riusciti a raggiungere appena i due terzi dei provvedimenti emessi dal distretto napoletano. Firenze, Perugia, Ancona e la non proprio provincialotta Roma hanno emesso 22.611 provvedimenti. Ma non basta. Napoli e dintorni rappresentano la metà dei prescritti di tutto il Nord. E sì che da queste parti ci sono signori distretti come Bologna (16.489 provvedimenti), Milano (11.629), Torino (8.263), Venezia (9.988). Se a loro si aggiungono distretti minori come Bolzano, Brescia, Trento, Trieste e Genova si arriva in tutto a 62.236 provvedimenti. Appena il doppio dei partenopei.
La prescrizione a volte salva rubagalline, a volte no. La settimana scorsa la giunta distrettuale dell’Anm di Napoli lanciava un allarme: Casalesi a rischio scarcerazione. Motivo: il trasferimento di 25 magistrati dal tribunale casertano di Santa Maria Capua Vetere verso altre destinazioni. Spiegava il pm della Dda Antonello Ardituro: «Tra settembre e ottobre ho visti rinviati dieci processi a carico di organizzazioni camorristiche pericolose come i Casalesi e il clan Belforte. Senza contare il rischio prescrizione per chi è in carcere e potrebbe uscire». Il secondo troncone del processo Spartacus proprio contro gli affiliati vicini a Sandokan è fermo in Appello per un problema di notifiche. Oltre alle toghe, c’è carenza di personale di cancelleria.
E così la giustizia diventa una vite spanata: gira, gira, ma a volte fa fatica a ottenere risultati. Le indagini si allungano, la burocrazia frena, San Prescritto risolve. Un problema legato al numero di procedimenti che si instaurano nel distretto napoletano? Può essere. Ma i freddi dati non lo confermano. Il distretto di Milano nell’anno giudiziario 2005-2006 ha definito 664.360 procedimenti penali, quello di Napoli 88.856 di meno. Eppure all’ombra della Madonnina le prescrizioni sono un terzo.
Forse la complessità dei procedimenti, nel Napoletano la criminalità organizzata tiene impegnate le toghe e non solo. Eppure tutti i distretti di Sicilia e Sardegna messi insieme (Palermo, Messina, Caltanissetta, Catania, Cagliari e Sassari) arrivano a malapena a 13.255 prescrizioni. Siamo ancora a un terzo. San Prescritto lavora sodo, ma non ama spostarsi.