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 2008  novembre 11 Martedì calendario

PALERMO

Il ”Giardino della memoria” sul terreno dove nel 1996 fu ucciso il dodicenne Giuseppe Di Matteo per ordine di Giovanni Brusca. L’agriturismo ”Terre di Corleone” nella casa appartenuta a Totò Riina. Con una doppia inaugurazione ieri, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha voluto lanciare la sfida alla mafia da due luoghi simbolo restituiti ai cittadini. E l’aggressione alle proprietà dei boss, ha annunciato, proseguirà col disegno di legge sulla sicurezza all’esame del Senato, dove saranno inserite norme per rendere più immediato l’affidamento alla collettività dei beni sequestrati.
Prima tappa del viaggio in Sicilia, San Giuseppe Jato: tra ulivi e vigneti, attraverso una strada sterrata, si giunge ad una costruzione realizzata proprio lì dove per 779 giorni venne tenuto sequestrato il piccolo Giuseppe, figlio del collaboratore di giustizia Santino. Il bambino fu poi ucciso e sciolto nell’acido. La madre di Giuseppe, Franca Castellese, ha accolto Maroni ed il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, con un accorato appello: «Tenete in galera Brusca finchè vive». Ed ha aggiunto, riferendosi al figlio: «Giuseppe ha vinto. Ha sconfitto la mafia».
«In questo luogo di barbarie della disonorata società - ha detto Maroni, inaugurando il Giardino - dove sono accadute cose che nemmeno gli animali farebbero, lanciamo la sfida per vincere la battaglia contro la mafia, perchè il territorio deve tornare di proprietà dei cittadini».
A pochi chilometri da San Giuseppe Jato, c’è un’altra roccaforte dei clan, Corleone. Poco fuori dal paese, quello che oggi appare come un rustico e funzionale agriturismo in pietra e legno apparteneva al sanguinario boss Totò Riina.
Intanto nel Casertano nove esponenti di spicco del clan dei casalesi, appartenenti al gruppo di Francesco Bidognetti, sono stati arrestati dai carabinieri.