Marina Cavallieri, la Repubblica 11/11/2008, 11 novembre 2008
Era la sedia preferita da Brahms quando si metteva a suonare il piano e quella che Lenin teneva accanto allo scrittoio, fu amata dal principe di Metternich e dall´Imperatore
Era la sedia preferita da Brahms quando si metteva a suonare il piano e quella che Lenin teneva accanto allo scrittoio, fu amata dal principe di Metternich e dall´Imperatore. Per Le Corbusier non fu mai creato niente di più elegante. Ma a farne inconsapevolmente un prodotto di successo, seriale ma unico, furono milioni di anonime persone, ignare protagoniste di un fenomeno, che la celebrarono quotidianamente nei salotti e nei caffé della Belle Epoque. La sedia Thonet n.14 sta per compiere 150 anni e a distanza di più di un secolo rimane il più perfetto esempio di come un oggetto d´uso comune possa diventare il marchio di un´epoca. E andare oltre il suo tempo. Perché il modello di legno di faggio curvato continua ad essere copiato, evocato, ricostruito, assemblato in una serie ossessiva e infinita, passando dai designer giapponesi ai musei di New York fino ai magazzini Ikea come se le sue linee fossero depositate ormai nell´immaginario, diventate un archetipo. La Thonet prende il nome dal suo inventore Michael Thonet, un artigiano tedesco, molto tenace e creativo, che dette vita a questo prodotto, elogio della sobrietà e della leggerezza, nella Vienna maestosa e imperiale. Il numero 14 è il posto che la sedia occupava nel catalogo di vendita, il modello originale è composto da sei pezzi e dieci viti, lo schienale e le gambe posteriori sono un unico pezzo, il sedile è di paglia di Vienna. Thonet arrivò a questo modello attraverso prove, tentativi, sperimentazioni perché alla base c´è il sistema della curvatura del legno tramite il vapore, facendo bollire il massello in acqua e colla e rendendolo così un materiale flessibile. Le invenzioni di Thonet sono tutte smontabili e quindi esportabili e quando l´ebanista presentò i primi modelli all´Esposizione universale di Londra, nel 1851, la sua azienda dette ufficialmente avvio al primo designer industriale. Fin qui sarebbe solo una storia significativa, divenne unica perché quella combinazione di leggerezza e solidità, la smontabilità e riproducibilità, riuscirono magicamente a incarnare lo spirito di un´epoca che inseguiva nuovi modelli estetici, altri stili di vita. Thonet, al di là delle sue intenzioni, inventò uno stile adatto alla classe sociale emergente dell´epoca. Mentre il Biedermeier era lo stile della nobiltà, le seggiole in faggio incurvato di Thonet diventarono il simbolo della borghesia. I mobili Thonet furono un fenomeno di massa, invasero case, alberghi, caffè, facendo da sfondo alla vita quotidiana. Anche il lettino di Freud era un Thonet. Come ha scritto il sociologo Domenico De Masi, Thonet fu un po´ un´Ikea di fine Ottocento, come i mobili dell´azienda svedese «quelli di Thonet arrivavano a domicilio in casse di legno sempre da assemblare». Oggi quel legno sinuoso, a colpo di frusta, non è solo il ricordo lontano di un´epoca. Per il marchio lavorano importanti designer che continuano ad ispirarsi ai modelli vintage, la n.14 è ancora in produzione anche se il prezzo non è più così abbordabile: più di 500 dollari. Ma dal 1930 ne sono stati venduti qualcosa come 50 milioni di pezzi.