Vittorio Puledda, la Repubblica 11/11/2008, 11 novembre 2008
MILANO
Il mega piano di sostegno all´economia cinese - quasi 600 miliardi di dollari in due anni, il 16% del Pil - ha avuto un effetto di breve respiro sulle Borse, nonostante il primo ministro Wen Jiabao abbia dichiarato che l´intervento non è solo «quello che è necessario per il nostro stesso sviluppo, ma anche il nostro più grande contributo a tutto il mondo».
Ieri sono andati bene i mercati asiatici (più 5,8% Tokio, più 7,2% Shangai) mentre sono risultati molto più frastornati quelli europei, divisi tra i timori per la crisi della Gm e la voglia di salire, catalizzata dalle parole del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che al termine della riunione del G10 a San Paolo non ha escluso per dicembre un nuovo taglio dei tassi (intanto l´Euribor è sceso ancora, al 4,406%). Trichet ha confermato che le tensioni sul fronte dei prezzi si stanno «progressivamente alleviando».
Così, in apertura dei mercati ha prevalso l´ottimismo, con rialzi intorno al 3%, anche grazie al fatto che il finanziamento del Tesoro Usa all´assicurazione Aig è stato aumentato ed è stato esteso ad un aumento di capitale da 40 miliardi di dollari in azioni privilegiate: un salvataggio costato complessivamente 150 miliardi. L´annuncio ha fatto salire il titolo di oltre il 20% (anche se poi ha molto ridotto il vantaggio).
Ma sui listini europei - e su Wall Street - nelle stesse ore l´attenzione è stata catalizzata dalla crisi della Gm: la casa automobilistica in drammatica carenza di liquidità, che secondo gli analisti di Deutsche Bank vedrà crollare a zero il valore delle azioni, ha aperto in Borsa con un calo del 30% (scendendo ai minimi da 62 anni) mentre, nelle stesse ore, la controllata europea Opel ha chiesto ufficialmente aiuto finanziario alla Cancelliera tedesca Angela Merkel - secondo la Faz - per far fronte alle difficoltà della casa madre. In particolare la richiesta sarebbe di un pacchetto di incentivi alla rottamazione delle auto e condizioni agevolate sui prestiti per gli acquisti di nuove autovetture: alla Merkel sarebbe stato chiesto di intervenire a favore della costituzione di un programma degli istituti bancari europei per crediti al settore automobilistico per 40 miliardi di euro. Se a questo si uniscono i risultati trimestrali di Fannie Mae (con una perdita record di 29 miliardi di dollari e pessime prospettive anche per il futuro) e le previsioni di nuovi tagli di posti di lavoro a Wall Street, si spiega facilmente l´ennesimo scivolone della Borsa (-0,81% il Dow Jones, un pochino peggio il Nasdaq, -1,86%), mentre il petrolio - dopo essere sceso sotto quota 60 dollari a barile - risaliva fino a 62.
Alla fine della giornata, i listini europei hanno chiuso invece con rialzi contenuti, soprattutto per Piazza Affari (più 0,76%) mentre Francoforte ha guadagnato l´1,7%, Parigi l´1% e Londra lo 0,89%. In lieve calo Madrid (meno 0,53%), che ha risentito dell´annuncio del Santander: la banca iberica procederà ad un aumento di capitale, da 7,2 miliardi di euro, senza intervento pubblico e unicamente per rafforzare fino al 7% il suo patrimonio. Ma in questo momento la Borsa non ama questo tipo di annunci e non fa differenza tra banche sane e banche bisognose di interventi di salvataggio: così, il titolo è sceso del 5% e il listino ha segnato l´unico valore negativo in Europa.