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 2008  novembre 11 Martedì calendario

ROMA – Al 114 di via Saragozza c’era un bar come mille altri nell’Italia di allora. Dall’altra parte della strada c’era casa sua

ROMA – Al 114 di via Saragozza c’era un bar come mille altri nell’Italia di allora. Dall’altra parte della strada c’era casa sua. l’amarcord di Pupi Avati che nel suo nuovo film ha messo se stesso a 17 anni (Pierpaolo Zizzi) e il film si guarda con i suoi occhi, poi la madre (Katia Ricciarelli) e il nonno (Gianni Cavina). C’è però una certa ambiguità autobiografica: «Perché in realtà parlo degli altri, del mondo a cui avrei voluto appartenere e da cui ero escluso». Il regista salta agile da un film all’altro, dice che l’età rende più prolifici, «il rapporto col tempo che hai davanti si accorcia mentre hai la sensazione che le storie che vuoi raccontare aumentano». Siamo sempre a Bologna. Ha spalancato la finestra e dagli ultimi fuochi del fascismo nell’amore morboso de Il papà di Giovanna si sposta alle goliardate anni ’50 de Gli amici del bar Margherita (questo il titolo del film coprodotto dal fratello Antonio con Raicinema e in uscita il 3 aprile, musiche di Lucio Dalla, che ha vissuto quegli anni). Gli eroi del bar, il pantheon di Avati, giocano a biliardo e a carte, parlano di donne in un modo che oggi sarebbe poco politicamente corretto e appartengono alla società maschilista dell’epoca. Cast lungo. Luigi Lo Cascio è un erotomane che incrocia bendato le strade e si sfracella contro un muro, sopravvivendo; Neri Marcoré ha un padre tirchissimo che in attesa della Spider gli regala i guanti senza dita e incontra l’entraineuse Laura Chiatti; Fabio De Luigi sogna Sanremo e monta le antenne (nel ’54 arriva la tv); Claudio Botosso ha un cravattificio con lavoranti donne scelte con qualcosa che ha a che fare con l’avvenenza; Luisa Ranieri insegna piano; Diego Abatantuono si racconta così: «Io sono nato al bar, che è la metafora della vita, le cose che so fare oggi le ho imparate al bar. Quindi gioco al biliardo e nient’altro». Gioventù ieri e oggi. Laura Chiatti: «Ci dev’essere un incoraggiamento maggiore per i giovani ». «Ci sono età della vita in cui si può essere irresponsabili - dice Pupi che dal 17 novembre sarà protagonista ad Assisi di «Primo piano sull’autore» - , la giovinezza di oggi è guardata con cupezza, facciamo di tutto per privare i giovani di speranza, li deligittimiamo a sognare e gli diamo un mondo privo di prospettive, che è una scorrettezza estrema. Io sono cresciuto nella disattenzione e indifferenza di tutti verso i giovani, ai miei tempi c’era una gioventù sperperata. So che è scorretto, ma io vivo di una nostalgia crescente ».