Antonio Rossitto, Panorama, 13/11/08, 13 novembre 2008
Università. Firenze. Esortati dal ministero della Funzione pubblica a raccogliere dati sulle consulenze, quelli dell’Università di Firenze non hanno saputo resistere
Università. Firenze. Esortati dal ministero della Funzione pubblica a raccogliere dati sulle consulenze, quelli dell’Università di Firenze non hanno saputo resistere. Si vuole stanare chi farebbe uso disinvolto di incarichi interni ed esterni? Bene, qualcuno decide allora di assoldare quattro pazienti indefessi con il seguente incarico: «Inserimento dati per Funzione pubblica». Vicenda che dà la misura di come ormai anche negli atenei il ricorso alle consulenze sia diventato discutibile prassi. A maggior ragione in un’università che ha accumulato un disavanzo di quasi 46 milioni di euro. I motivi del dissesto sono la spesa per il personale e una gravosa campagna edilizia. Ma anche gli incarichi esterni non hanno aiutato. A Firenze, secondo il ministero, nel 2006 e nel 2007 sono stati 6.051. Moltissimo si è speso in disegni e planimetrie. Vedi l’ampliamento del polo biomedico a Careggi: tra progetto definitivo, piano di sicurezza, opere strutturali e indagine idrogeologica ci sono voluti 248 mila euro. Caruccio anche il disegno dell’edificio delle biotecnologie di agraria: 60.840 euro. E quello di un’indefinita pista ciclabile: 44.331 euro. Spulciando la lista, alcune perplessità vengono: come vanno classificate le due sculture di bronzo Atto muto, pagate 10 mila euro? Alla voce materiale didattico, forse. Dizione che potrebbe calzare anche per il restauro di «stoffe copte» (5 mila euro), per quello di papiri (altrettanti) o il recupero di «tessuti scolpiti» (3.500 euro). Poche incertezze invece sulle «attività amministrative»: la definizione non lascia scampo. Sono solo 160 nel polo biomedico, vanno da centinaia a decine di migliaia di euro. Eppure, il personale tecnico in quelle facoltà non è esiguo. Stesso discorso vale per l’assistenza e la manutenzione dei computer: in totale l’università ha speso 82 mila euro. Anche qui una postilla va fatta: per il Csiaf, il centro informatico dell’ateneo fiorentino, lavorano 80 dipendenti. Un po’di domande, in definitiva, vengono. I 10.200 euro per redigere i verbali «degli organi collegiali» potevano essere evitati? E i 9.604 spesi per riorganizzare un laboratorio di «cultura, stilismo e moda»? Qualche dubbio sorge pure sull’insegnamento. Nell’ultimo anno, l’ateneo fiorentino ha pagato 473 conferenzieri: escludendo vacanze e festività, gli studenti si sono potuti godere quasi tre relatori al giorno. Offerta arricchita da un folto programma di seminari: 201 persone sono state pagate per tenere tavole rotonde e simposi. Sono tante? Dipende, se sono brave no. Spesso si parla di centinaia di euro a incarico. A volte però gli onorari sono più che rispettabili, forse troppo: 2.500 euro sono andati a un oncologo, 2.244 a un medico, 2.027 a un architetto. Curioso anche quanto accade con alcuni docenti esterni: a una professoressa di psicologia vengono corrisposti 25.210 euro. All’anno? Macché, l’incarico comincia il 1° marzo e finisce il 15 maggio 2007. Stessa fortuna hanno avuto altri tre professori chiamati da facoltà umanistiche. E le attività di ricerca? Tutti gli euro spesi per la causa sono benedetti, alcuni temi scelti lasciano però perplessi. «Indagini sul lessico tecnico dei muratori in Molise»: 2.180 euro. Ricerca «sulle cause del colore nelle pietre preziose»: 5 mila euro. Studi sulla mafia russa: quasi 10 mila euro. Capitolo diverso è quello degli incarichi interni. Il dossier della Funzione pubblica ne riporta 2.060 tra il 2006 e il 2007. Tra questi ci sono molte consulenze tecniche assegnate dall’università ad alcuni suoi docenti: come i 67.600 euro pagati a un professore di progettazione architettonica. Tutto lecito, ci mancherebbe, ma era davvero il caso? Si potrà dire: ognuno usa i soldi che gli passa lo Stato come meglio crede. Giusto, però Firenze ha sforato. Spende per il personale il 99,1 per cento di quanto le viene assegnato. I docenti, secondo il ministero, oggi sono 2.189: un numero cresciuto di poco negli ultimi anni. Magra consolazione: dal 2001 a oggi il costo dei loro stipendi è aumentato del 30 per cento, passando da 144 a 186 milioni.