Il Messaggero, Anna Maria Sersale, 9 novembre 2008, 9 novembre 2008
Università, via ai nuovi concorsi: il decreto alla firma di Napolitano ROMA - L’Onda anomala non si ferma e università e ricerca si preparano al corteo e allo sciopero generale di venerdì prossimo
Università, via ai nuovi concorsi: il decreto alla firma di Napolitano ROMA - L’Onda anomala non si ferma e università e ricerca si preparano al corteo e allo sciopero generale di venerdì prossimo. «Rilanciamo con forza l’appuntamento ribadendo l’unitarietà del Movimento», hanno detto gli studenti provenienti da tutta Italia al termine dell’assemblea nazionale che si è svolta a Firenze. Intanto, il decreto sull’università dopo la firma di Napolitano sarà pubblicato domani nella Gazzetta ufficiale. Viene introdotto il sorteggio per i membri delle commissioni per rendere più trasparenti i concorsi, ma l’efficacia è inferiore alle aspettative di molti per il fatto che il sorteggio avviene non tra la totalità dei docenti della materia, ma tra una cerchia di eletti, pari al triplo dei membri della commissione, saranno dunque eletti 12 membri, per poi sorteggiarne 4. Un provvedimento che comunque migliora il livello delle prossime prove. Le altre novità contenute nel decreto sono la deroga al blocco del turn-over (il limite passa dal 20 al 50%), tremila posti in più dal 2009 per i ricercatori, premi agli atenei migliori, borse di studio a tutti i meritevoli e l’esclusione degli enti di ricerca dal blocco delle assunzioni. Intanto ieri è scoppiata la polemica Alemanno-Gelmini. Secondo un’agenzia di stampa il sindaco di Roma avrebbe criticato il ministro. Alemanno avrebbe detto che la «Gelmini si è mossa male». Però il sindaco non è entrato nel merito della riforma, i rilievi avrebbero solo riguardato l’atteggiamento del ministro che si sarebbe mossa «senza partecipazione», lasciando «alla sinistra una funzione che non avrebbe potuto avere se avessimo avviato il confronto con i giusti interlocutori del mondo della scuola per tempo, e non in ritardo come abbiamo fatto». Chiaro il riferimento al comportamento del ministro, sottolineato dalla precisazione del portavoce di Alemanno, che smentisce «categoricamente» che il sindaco «abbia mai espresso giudizi negativi riguardo la riforma Gelmini». Polemiche anche per l’intervento di Francesco Cossiga, che ha dato consigli al capo della polizia perché usi le «maniere forti». Considerazioni tutt’altro che condivise dal presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Ci sono minoranze rumorose che poi ricorrono alle cinghie. Sono molto rumorose ma rimangono molto minoranze». Fini ha poi osservato come sia «un fatto rilevante che negli atenei ci siano giovani di destra e di sinistra che si confrontano». Sul tema istruzione è intervenuta anche Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria: quello sulla scuola è «un decreto che taglia alcuni costi e rimette a posto i numeri». Ma, ha aggiunto Marcegaglia, «non bisogna fermarsi qui. necessario varare una riforma sul merito, sull’efficienza e sulla qualità. Quello che è stato fatto andava fatto, ora bisogna continuare su questi temi».