Gian Antonio Orighi, La Stampa 10/11/2008, 10 novembre 2008
Cinquantadue anni dopo, viene alla luce una love story sconosciuta del grande tombeur de femmes Fidel Castro, oggi ottantaduenne
Cinquantadue anni dopo, viene alla luce una love story sconosciuta del grande tombeur de femmes Fidel Castro, oggi ottantaduenne. La bollente liaison viene raccontata dalla protagonista, la scrittrice spagnola emigrata in Messico Isabel Costancio - che oggi dovrebbe avere circa 72 anni (l’età vera non l’ha mai rivelata) - nel suo libro «L’amore mi assolverà». Il Líder Máximo si innamorò perdutamente di lei, bellissima studentessa di filosofia, le offrì di sposarlo, ma Isabel alla fine rifiutò. «Il Che, grande machista, si opponeva alla nostra relazione perché diceva che toglievo la concentrazione a Fidel e mettevo in pericolo la revolución», ricorda. Di quella storia lei non parlò mai. Finora. Siamo nel 1956, Fidel, allora trentenne, senza barba, appena separato dalla sua prima moglie, la conturbante Mirta Diaz Balart, sta preparando da un anno dal Messico lo sbarco a Cuba, da dove era fuggito dopo l’amnistia concessagli dal dittatore Fulgencio Batista, dopo la condanna per l’assalto fallito alla caserma Moncada. Insieme a lui ci sono il fratello Raúl e il mitico guerrigliero argentino Ernesto Guevara. Isabel, figlia di emigrati spagnoli sfuggiti alla dittatura di Franco, frequenta l’ambiente degli esuli, sia della madrepatria che di Cuba, da dove suo padre era stato espulso per le sue idee politiche di sinistra. Isabel, 19 anni, bionda, grandi occhi castani, fisico scultoreo, sempre vestita all’ultima moda (il padre era direttore della Compagnia Nazionale di Teatro Classico), conosce il Comandante per caso, un servizio fotografico per Bohemia, allora l’unica rivista di sinistra dell’America Latina. Ricorda. «Un amico fotografo, un cubano di origini spagnole, Néstor Almendros, mi chiese di accompagnarlo per fare delle istantanee a un gruppo di cubani che avevano appena arrestato. Lo vidi: era il più alto. Io non lo fissai, però il Comandante sì». Pochi minuti Almendros la chiama: «Un cubano ha chiesto di te. Si chiama Fidel e ha detto che ti sposerà». Fidel non perde tempo e pochi giorni dopo bussa alla porta della studentessa. Amore a prima vista. «Castro era un’idealista che lottava per conseguire il suo obiettivo, con grande personalità e carisma, incantevole - scrive Isabel - io era la favorita, ma lui in quel momento era solo un uomo con cui condividevo gli ideali». Isabel, con i genitori contrari, partecipa agli addestramenti militari dei Barbudos, nasconde armi in casa sua, è inseguita dalla Cia e dai servizi segreti di Batista. Qualche problema sorge solo quando i due partecipano alle feste della borghesia progressista messicana. I cubani non si lavano e Isabel sbotta: «O la doccia, o me». Il Comandante acconsente. Gli scontri col Che sono continui. «Per il bene della rivoluzione, lascialo libero», le urlava il poco galante Guevara. Ma Isabel non cede. «Era una cosa tremenda, vivevamo 24 ore su 24. Dormivamo poco, sempre in movimento. Fu un periodo molto intenso. Credo che l’attrazione fisica per lui fu secondaria. Ciò che mi stregò fu la sua oratoria, mi ha conquistato prima con il suo cervello. Era anche molto attraente, certo, molto bello e molto affascinante». I rischi incendiano ancor più la passione. Cia e sgherri di Batista sempre alle calcagna della coppia, fino a quando Isabel viene sequestrata per strada. Per tre giorni viene richiusa e drogata. Fidel la libera armi in pugno, anche contro il parere del Che e di suo fratello Raúl. Guevara non sopportava Isabel e quando vedeva che il Comandante stava per appartarsi con lei, ripeteva la litania: «Un leader non si può distrarre, deve dedicare tutto il suo tempo alla causa, non ai suoi amori». Fidel non gli dà retta e chiede la mano della spagnola davanti ai compagni rivoluzionari durante una festa. E qui qualcosa si rompe. Isabel, dopo aver detto sì, ci ripensa. «Non dirò mai il perché», dice ora. Fidel, ferito nell’orgoglio, giurò di non volersi più innamorare. Isabel, dopo tanti anni di silenzio, assicura che fu «un grande amore». Chissà se fu lo stesso per Fidel e se l’ottantaduenne Líder Máximo pensa ancora a lei quando sente risuonare le note della canzone: «La española, cuando besa, es que besa de verdad».Due mogli, otto figli, innumerevoli amanti. Il líder máximo ha avuto una vita movimentata anche dal punto di vista sentimentale. La prima moglie di Fidel Castro è stata Mirta Diaz-Balart, sposata l’11 ottobre 1948, quando tutti e due avevano 22 anni. Con Mirta Castro ha avuto un figlio, Fidel Angel Castro Diaz-Balart, detto «Fidelito». Fidel e Mirta divorziarono nel 1955, e lei si risposò con Emilio Nunez Blanco. «Fidelito» crebbe a Cuba, e fu per un periodo a capo della Commissione per l’Energia atomica, prima di essere licenziato dal padre. Poco dopo il divorzio Castro conobbe Natalia «Naty» Revuelta. Dalla loro relazione nacque, il 3 marzo 1956, Alina Fernández-Revuelta, che sarebbe pii divenuta una star della radio degli esuli a Miami e autrice di un durissimo libro di memorie su lei e il padre. Più oscura la figura di Jorge Angel Castro, nato a metà degli anni Cinquanta da un’altra relazione con una donna misteriosa, Maria Laborde o Amparo. Ma è soltanto due anni dopo il trionfo rivoluzionario, nel 1961, che Fidel Castro trova una stabilità, con Dalia Soto del Valle, una ragazza di Trinidad allora neppure ventenne. Dalia gli ha dato cinque figli: Alexis, un programmatore informatico, Alexander, ingegnere informatico, Alejandro Castro, programmatore informatico, Antonio, chirurgo ortopedico, Angel, l’ultimo, nato nel 1975, laureato anche lui in medicina. Dalia e Fidel si sono sposati, con estremo riserbo, soltanto nel 1981.