Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  novembre 10 Lunedì calendario

Dove sono finiti tutti quelli che dicevano che l´euro era la palla al piede dell´economia italiana? La tempesta finanziaria di questi mesi ha dimostrato che riparo la moneta unica e le disponibilità della sua potente banca centrale possano fornire

Dove sono finiti tutti quelli che dicevano che l´euro era la palla al piede dell´economia italiana? La tempesta finanziaria di questi mesi ha dimostrato che riparo la moneta unica e le disponibilità della sua potente banca centrale possano fornire. La controprova viene dal repentino interesse verso un ingresso nell´eurozona, da parte di paesi storicamente scettici. E´ da vedere se i recenti avvenimenti spingeranno la Gran Bretagna a rivedere il suo autoisolamento, ma, intanto, nell´Europa del Nord l´euro è diventato un oggetto del desiderio. La Danimarca sta studiando un ennesimo referendum, da tenere entro il 2011. Finora, i danesi hanno sempre respinto una maggiore integrazione per motivi, più che economici, di identità culturale, ma il clima, nel paese, è cambiato. Lo stesso vale per la Svezia (anch´essa con un No alle spalle in un referendum) dove l´ingresso nell´euro potrebbe essere il tema centrale delle elezioni del 2010. All´euro guarda apertamente anche l´Islanda, che, per ora, non è neanche nella Unione europea. Molti islandesi sono convinti che la tempesta finanziaria che ha travolto il paese sarebbe stata evitata, se Reykjavik avesse avuto le spalle coperte dalla Bce. Dentro l´euro, un paese perde la sua autonomia in materia di politica monetaria. Ma, nei periodi di debolezza, evita il rischio di brusche svalutazioni e drastici aumenti dei tassi d´interesse. Maurizio Ricci [stress and the city] La stretta creditizia ha significato tagli e guai per un sacco di gente, a Londra come altrove, ma c´è anche qualcuno che ne ha tratto vantaggio. Massaggiatori (o massaggiatrici), fisioterapisti e terapisti di discipline alternative stanno vivendo un improvviso boom, scrive il Financial Times, grazie all´aumento di richieste dei loro servigi, in particolare da parte di lavoratori e dirigenti della City, fortemente stressati a causa della crisi economica. Anne Abrahams, la cui società fornisce massaggi anti-stress a domicilio in case e uffici, riporta una crescita del 50% delle prenotazioni dall´inizio dell´anno. Ma fanno affari d´oro anche i fisioterapisti, i terapisti di massaggi shiatsu e i fornitori di altre forme di relax, come per esempio Floatworks, che offre la possibilità di trascorrere un´ora nel buio completo immersi in una vasca d´acqua calda per 80 sterline (meno di 100 euro). «Massaggi, fisioterapie e ogni tipo di trattamenti per il relax mentale sono a prova di recessione», dice Natasha Price, direttrice di Central Health, un´associazione londinese specializzata in questo genere di terapie, «e la recessione li ha anzi spinti a moltiplicare i guadagni». Anche il business di psicologi e psicoanalisti, secondo i giornali, è in aumento, per le medesime ragioni. Enrico Franceschini