Renato Mannheimer, Corriere della Sera 10/11/2008, 10 novembre 2008
Il sindacato rappresenta ancora la maggioranza dei lavoratori? Il dubbio è sorto ad alcuni osservatori in relazione a vicende recenti, dal caso Alitalia alla trattativa sulla contrattazione
Il sindacato rappresenta ancora la maggioranza dei lavoratori? Il dubbio è sorto ad alcuni osservatori in relazione a vicende recenti, dal caso Alitalia alla trattativa sulla contrattazione. Nell’insieme, questi episodi hanno contribuito a sviluppare un dibattito sul ruolo e sulla funzione del sindacato, suscitando reazioni e pareri contrastanti e contribuendo a ridelineare la sua immagine tra i cittadini. Da un verso i sindacati – o, di volta in volta, qualcuno tra essi – sono stati accusati di avere assunto spesso una funzione di freno per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Dall’altro, secondo alcuni, le organizzazioni di rappresentanza non sarebbero in realtà più espressione della maggioranza "vera" dei lavoratori, ma ormai solo di una minoranza. Qual è l’opinione prevalente nel Paese? Si riscontrano atteggiamenti contraddittori: a) la maggioranza della popolazione ritiene che, malgrado tutto, il sindacato continui in generale a svolgere un ruolo essenziale per lo sviluppo. Ma questa opinione, espressa dal 49%, è solo poco più diffusa del parere opposto, secondo cui le scelte di alcuni sindacati finiscono, sempre più spesso, col costituire un ruolo di ostacolo alla crescita. La scelta tra l’una e l’altra opzione è, com’è ovvio, influenzata dall’orientamento politico: poco più del 60% dell’elettorato di Berlusconi sottolinea il ruolo di freno svolto da alcune organizzazioni. Viceversa, una percentuale ancora più elevata del seguito elettorale di Veltroni insiste sugli aspetti positivi dell’azione sindacale. Ma in entrambi gli schieramenti, grossomodo un terzo degli elettori si pone in maniera opposta al parere prevalente, a riprova della complessità del dibattito. b) La maggioranza dei cittadini, però, non ritiene che i sindacati, nel loro insieme, riescano oggi a rappresentare per davvero gli interessi della gran parte dei lavoratori. Anche in questo caso, a questa opinione, dichiarata dal 50% degli intervistati, si contrappone il parere contrario, solo poco meno diffuso (46%). E, anche in questo caso, l’orientamento politico svolge una funzione importante nel portare verso l’una o l’altra posizione. Ma conta – e in modo significativo – il ruolo lavorativo. Buona parte della popolazione attiva ritiene che, nel suo insieme, il sindacato non esprima più gli interessi della maggioranza dei lavoratori. In particolare, la pensa così il 54% degli impiegati e il 50% degli altri lavoratori dipendenti. Anche tra gli operai, dunque, la maggioranza relativa "sfiducia" il sindacato. Quest’ultimo trova maggiori consensi tra le categorie non direttamente impegnate nella produzione, quali studenti e casalinghe. Nell’insieme questi dati non possono che suggerire un ripensamento critico sulle funzioni e sul ruolo delle organizzazioni (ancora?) rappresentative dei lavoratori.