Paolo Valentino, Corriere della Sera 9/11/2008, 9 novembre 2008
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON – Alla faccia della scaramanzia, Allison Davis l’albergo a Washington se lo era prenotato già prima del 4 novembre. L’ex boss di Barack Obama, il quale lavorò nel suo studio legale a Chicago tra il 1992 e il 1999, non poteva certo mancare alla cerimonia d’inaugurazione dell’ex pupillo e tutt’ora grande amico: «All’Hey Adams – ci ha raccontato Davis – per una camera doppia mi hanno chiesto 1.000 dollari a notte con un minimo di 4 notti. Ho pagato tutto in anticipo. Ma in fondo mi è andata bene, perché ora le vendono a 1.500 dollari».
Chiamatela la febbre del 20 gennaio. Colpisce un grande numero di americani ogni quattro anni, in occasione della cerimonia d’insediamento di un presidente. Difficile non cedere al fascino del nuovo principe, che assume la carica più potente del mondo in un turbinio di colpi di cannone, parate, fuochi d’artificio e soprattutto decine di feste ufficiali e private, che servono anche a riordinare la gerarchia politico- mondana, chi sale e chi scende nella galassia del nuovo potere.
Ma l’insediamento di quest’anno ha la stoffa della Storia: il primo afro-americano a giurare nelle mani del capo della Corte Suprema e poi sfilare lungo Constitution Avenue, la prima «first family» nera a trasferirsi alla Casa Bianca. Il tema scelto per l’Inauguration 2009 rende bene il suo carattere eccezionale: «Un nuova nascita della libertà». E sarà una donna, altra prima storica, a guidare il comitato per le celebrazioni: la senatrice democratica della California, Dianne Feinstein.
Così, a due mesi e mezzo dall’evento, la febbre è già da delirio. La caccia ai 240 mila biglietti della cerimonia del giuramento è partita.
Al punto che il comitato per i festeggiamenti ha dovuto mettere in guardia da bagarini e truffatori: i biglietti non sono in vendita, ma possono essere solo ottenuti gratis attraverso i membri del Congresso, il presidente-eletto o il suo vice, ai quali vengono distribuiti. Il consiglio: rivolgetevi ai senatori del vostro Stato o al Rappresentante del vostro collegio.
Ma il problema più grande sono gli alberghi. Nel Distretto di Columbia, cioè a Washington, ci sono 29 mila posti letto, più altri 100 mila nell’area metropolitana che tracima in Virginia e Maryland. In città, è già quasi tutto esaurito. «Il ritmo delle prenotazioni è stato tre volte più veloce del 2004», dice Bill Handbury, capo di Destination DC, l’Ufficio del Turismo di Washington.
Ma triplicati sono anche i prezzi, con in più la tagliola dei pacchetti minimi di 4 notti: e se le case di lusso, come l’Hey Adams appunto, partono da 1.000 dollari a notte per la doppia, arrivando fino a 5 mila per le suite migliori, anche in alberghi più modesti (4 o 3 stelle) non si trova nulla per meno di 600 dollari la notte.
Anche i privati si industriano: il sito Craiglist è zeppo di offerte di appartamenti e townhouse per i giorni intorno al 20 gennaio. Un monovano, descritto a 400 metri da Capitol Hill, viene offerto a 5 mila dollari per una settimana. Sette giorni minimo, naturalmente.
Paolo Valentino