Andrea Scanzi, La Stampa 9/11/2008, 9 novembre 2008
In una vita intera fai fatica ad arrivare a cinque amici fidati. Paola Perego, in un giorno, ne ha trovati seimila
In una vita intera fai fatica ad arrivare a cinque amici fidati. Paola Perego, in un giorno, ne ha trovati seimila. C’è però un trucco e si chiama Facebook, il social network nato per (ri)mettere in contatto persone che si erano perse da tempo (ma se si erano perse ci sarà stato un motivo) e divenuto da un lato «caccia al vip» e dall’altro ossimoro: ti circondi di amici che non conosci. Non per nulla uno dei gruppi più gettonati si chiama «Che mi aggiungi a fare su Facebook se poi per strada non mi saluti». Paola Perego è una Facebook addicted da neanche un mese. «Me ne aveva parlato una delle mie collaboratrici, Rachele Zinzocchi. un mezzo che ha solo pregi, se saputo usare. Ho trovato naturale seguirlo in prima persona». E già questa è una stranezza, perché quasi tutti i vip sono solo virtualmente su Facebook, usandolo come vetrina asettica e demandandone la gestione agli uffici stampa: Simona Ventura, Antonio Di Pietro, Giorgio Faletti. Dietro l’angolo c’è il rischio del «fake», un signor nessuno che si registra con il nome e cognome di un personaggio famoso. C’è inciampato perfino un mago di Internet come Beppe Grillo, che su Facebook si iscrive(rebbe) acriticamente a qualsiasi gruppo (ben 582): difficile immaginare il Grillo vero che si unisce alla congrega «Quelli che la pizzica a Milano 2». Essere su Facebook non è facile. «Novella 2000» lo usa per gossippare i personaggi pubblici. Bruno Vespa c’è rimasto per un po’, annoverando tra gli amici anche un fantomatico Gesù Cristo, prima di eclissarsi. Paola Perego, no. «Nessuna strategia - spiega - non è che volessi cancellare l’immagine della ”Perego algida”. Semplicemente mi piaceva l’idea, dopo il lavoro, di rilassarmi e ritrovare vecchi compagni». Facebook è però imprevedibile. «In poche settimane ho raggiunto 1.500 amici. Ormai è diventata un fan club. Leggo tutto. Uno mi ha fatto notare che quando alzo il tono mi viene una voce metallica: ha ragione, che posso farci?». La domanda più frequente era: «Sei la Perego vera?». a questo punto, giovedì, che la conduttrice ha aggiornato il suo status alle 18.40: «Paola lancia un messaggio, a tutti gli amici di fb che non credono che sia io comunico che stasera la Talpa, o meglio la sua ombra parlerà in diretta». Qualcosa che poteva sapere solo lei, e che poi è accaduto. «La mattina dopo avevo 3mila richieste, ora sono 6mila: un record. Perfino il mio I-Phone è andato in tilt. Il limite massimo consentito è 5mila, qualcuno dovrò scartarlo». Il suo ultimo status, non aggiornato da venerdì, recita: «Paola sempre con gioia, comunica a tutti gli amici di FB che al più presto accetterà... le quasi 3500 req di amicizia! E si scusa se non risponderà ai 500 messaggi». La sua bacheca personale è assaltata: chi dice che la Talpa è Paola Barale, chi si lamenta «perché ti sposi una seconda volta, peccato». In alto a sinistra, come avatar, una foto sensuale della conduttrice di bianco vestita, scalza, seduta su una sedia (bianca pure quella). Uno scatto «privato», come i primi piani scaricati dal cellulare, che alimentano l’idea - o l’illusione - che il nowhere di Facebook abbatta la barriera tra mito e fans. Per dare un quadro di sé, gli utenti di Facebook si uniscono a gruppi di interesse comune. «Non è una cosa che amo. L’ho fatto soltanto per ”W Forum!” e quello di Andrea Carnevale: per forza, è il padre dei miei figli». La Perego risulta in realtà iscritta anche ad altri gruppi, da «Il vero bastardo è chi li abbandona» a «Diamo omicidio volontario a chi uccide guidando sotto effetto alcol». Su Facebook non mancano gli anti-fanclub, «Aboliamo Gigi D’Alessio da questo mondo» ha 209 mila utenti. Avvistati anche avamposti anti-Perego, «Eliminiamo Barbara d’Urso e Paola Perego dalla tv» annovera 451 adepti. La presentatrice è tra i 71 fans di «Quelli che amano Paola Perego»: celebrazione o autoironia? «Non sapevo di esserci iscritta, sarà stata una mia collaboratrice: ultimamente sono costretta a farmi aiutare un po’». Non è la sola affiliazione inconsapevole. «Davvero faccio parte del "Gruppo Anti-Inter"? Colpa dei miei figli, entrano nel mio profilo». L’amicizia secondo Facebook: un effetto domino, in cui si finisce con l’essere spettatori di se stessi.