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 2008  novembre 09 Domenica calendario

Mirko, quando sente estrarre il suo numero, fa un balzo sulla poltrona sventolando l’immaginetta di Sant’Antonio e la bacia quattro volte: «Grazie che mi hai fatto avere la casa, sapevo che se ti tenevo sul mio cuore ci riuscivamo»

Mirko, quando sente estrarre il suo numero, fa un balzo sulla poltrona sventolando l’immaginetta di Sant’Antonio e la bacia quattro volte: «Grazie che mi hai fatto avere la casa, sapevo che se ti tenevo sul mio cuore ci riuscivamo». Scene dalla lotteria di un mutuo ai tempi della crisi. Mirko Cavuoti, 24 anni, è impiegato alla Tnt e guadagna 800 euro al mese. uno dei 1404 giovani torinesi dai 25 ai 35 anni cui ieri mattina il Comune ha dato appuntamento al Teatro Alfieri per far decidere alla fortuna (o meglio, ad altrettanto giovani mamme bendate da una sciarpa nera) se avrebbero o meno potuto ottenere un mutuo specialissimo: tassi agevolati, e, in caso di disoccupazione, il Comune che subentrerà nel pagamento delle rate. Anche in questa malaugurata ipotesi, non perderanno la casa: resteranno inquilini a canone popolare. Il Comune lanciò l’idea nel gennaio scorso, Intesa-Sanpaolo si aggiudicò l’operazione dal punto di vista dei finanziamenti, annunciando 100 mutui disponibili per chi non avesse superato i 37.500 euro di reddito annuo. Ieri al Teatro Alfieri si sono ritrovati in 1404: chi accompagnato dalla mamma, chi dal fidanzato, chi ancora dai moglie e bambini. E a decidere, attraverso una lotteria crudele, ma certamente trasparente ed equanime, è stata una specie di roulette, con i cognomi abbinati a 1404 fiches. Di fronte all’assessore alla Casa Roberto Tricarico e al segretario generale del Comune Adolfo Repice, in tre ore di ansia collettiva scandita da tanti applausi sono usciti quei 100, fortunatissimi, nomi. «Non c’era nessuna gradutatoria possibile, avevano tutti più o meno le stesse credenziali - ha spiegato l’assessore - e allora perchè non dare a tutti, questa possibilità? L’acquisto di un appartamento, poi, non può essere considerato un diritto, come la casa popolare. qualcosa in più, quindi, abbiamo proceduto al sorteggio. Tremonti, su scala nazionale, dovrebbe seguire il nostro esempio». La lotteria crudele, ma imparziale, non premia Magica, ragazza con un nome da favola, che viene estratta tra le «riserve». Deve sperare che uno tra i 100 che ce l’hanno fatta rinunci: in quel caso subentrerà. In compenso Giorgia, nata proprio l’8 novembre, ha ricevuto per il suo compleanno il più desiderabile dei regali: la possibilità di comprarsi una casa anche se vive solo di un lavoro precario rispondendo dall’892424. E che dire di Stefania, classe 1980, al nono mese di gravidanza, estratta per prima? «Dall’emozione faccio il figlio qui!» ha esclamato, fra gli applausi di mezzo teatro. Scene da un mutuo estratto come fosse il biglietto della Lotteria di Capodanno. Anche la location è quella giusta: che cosa c’è meglio di un teatro per vedere un sogno avverarsi? «Su quel palcoscenico può accadere di tutto, altro che bandi, punti, e polverose code per ottenere una casa - commenta Lucia Siciliano 28 anni, domestica - qui devi avere soltanto fortuna: è più moderno». La roulette dei mutui però, sarà pure moderna, ma non guarda in faccia nessuno: e loro, i 1404 aspiranti-mutuo-contraenti se ne stanno lì con il giubbotto addosso anche se fa caldo e le unghie in bocca. Ad accompagnarli, genitori e fidanzati, bambini e amici. Tutti a fare il tifo per se stessi e per gli altri «che tanto qui siamo nella stessa barca» spiega Gabriele Messineo, 27 anni, ingegnere a 1200 euro al mese. Sul palco c’è pure Marina Tabacco, direttore di Intesa Sanpaolo, che annuncia la nascita di «un mutuo fondiario, con opzione di flessibilità, per l’acquisto della prima casa concesso ai giovani residenti a Torino, anche se lavoratori precari». L’iniziativa riguarda i 1304 esclusi e concede la possibilità di sospendere il pagamento di sei rate mensili, fino ad un massimo di tre volte. «Ma, soprattutto - aggiunge a voce ai cronisti - prevederà un tasso di interesse ancora più basso di quelli pensati sinora, almeno dello 0,5». I giovani seduti nella platea del teatro ascoltano con interesse. Perchè hanno tutti un lavoro da 800, massimo 1000 euro al mese, spesso precario. C’è la guardia giurata, il magazziniere, la colf, l’imbianchino, la commessa con fidanzato a carico, la dipendente del call center che vive a 35 anni ancora con la mamma. «Eppure, tutti ambiscono alla stabilità». Ecco perchè Roberto Tricarico si prenderà la briga, fra qualche giorno, a nome di tutti gli assessori d’Italia di andare dal ministro all’Economia Tremonti per chiedergli di far propria la formula del mutuo-assistito: «E’ vero, per qualche aspetto è triste che si debba ricorrere a una signora bendata per scegliere chi, in questa platea, ha diritto di sognare: ma a Torino, almeno per un giorno, in 1300 hanno sognato e basta e gli altri cento hanno visto avverarsi il sogno». Riflette: «Meglio che vivere solo nell’incubo di essere respinti da una banca o no?».