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 2008  novembre 08 Sabato calendario

ROMA – Quella che può essere un’esperienza traumatica (sedersi in un’aula di tribunale, guardare in faccia i propri persecutori), per lei s’è rivelata una liberazione

ROMA – Quella che può essere un’esperienza traumatica (sedersi in un’aula di tribunale, guardare in faccia i propri persecutori), per lei s’è rivelata una liberazione. «Quando è cominciato il processo, mi sono sentita protetta, finalmente mi sono tranquillizzata. Ho buttato alle spalle un’esperienza assurda e ho ricominciato a sorridere: la stessa sensazione di incontenibile felicità che provavo quando salivo sul palco da giovanissima. Sono stata forse aiutata dall’avere un nome conosciuto. Ma consiglio a tutti di trovare il mio stesso coraggio ». A raccontarsi è Wilma Goich, la ragazza delle Colline infiore (1965,Festivaldi Sanremo), di Con gli occhi miei (1968), di Baci, baci, baci (1969) e altre amate canzoni degli anni Sessanta. Molte, di grande successo, interpretate in coppia con l’ex marito Edoardo Vianello (« Semo gente de borgata », « Fijo mio »). Quel caschetto biondo e quel sorriso simpatico sono stati spenti per anni da una vicenda giudiziaria che ieri ha segnato per lei uno di momenti più difficili. Davanti ai giudici del Tribunale la Goich ha testimoniato come parte offesa nel processo che vede imputati Giziana Callieri e Marco Marsili, accusati dal pm Pietro Pollidori di aver prestato soldi alla cantante in cambio di tassi da usura. Sedicimila euro, in un primo tempo, diventati ventimila, e poi trentamila. In cambio, sempre secondo la Procura, di una somma di denaro salita poco a poco da 50.000 a 200.000 euro, da restituire in tre anni. Ma la cantante ha trovato il coraggio di denunciarli e invita ora chi è finito in quello stesso baratro a fare lo stesso: «Quando mi sono sentita minacciare – ha ricordato ai giudici – "adesso i giochi sono finiti, per te non ci sono più giustificazioni", mi sono rivolta a un amico avvocato, che mi è stato vicino e mi ha consigliato di azzardare un passo di cui non mi pentirò mai, raccontare tutto alla polizia.  importante avere qualcuno di cui fidarti, in momenti così». Il processo dovrà accertare ruoli e responsabilità (prossima udienza il 5 dicembre). In aula, intanto, sono passati i fotogrammi di un film dell’incubo: «I soldi andavo io a consegnarli, o aspettavo che qualcuno bussasse alla mia porta per richiedermeli. Altre volte li lasciavo in busta chiusa al giornalaio che si trova sotto casa di una mia amica. Avevo bisogno di un prestito perché mia figlia si stava separando e doveva pagare gli avvocati, mentre io, che mi ero da poco lasciata con Edoardo Vianello, ero ai primi tentativi da cantante solista. Non è facile ricominciare una carriera daccapo quando tutti ti conoscono come una coppia. Aiuti non ne ho avuti, neanche dal mio ex marito». Al di fuori dell’aula, l’artista nega però qualsiasi rancore: «Con Edoardo siamo tornati a cantare insieme per i suoi 70 anni, un mese fa all’Auditorium, ed è stato un trionfo. Ho di nuovo provato emozioni che non credevo di poter riassaporare dopo quella terribile storia, della quale ho cercato di tenere al di fuori sia mia figlia (Susanna, nata dal matrimonio con Vianello, ndr) siamia madre. La sensazione che provi quando sei nel tunnel è una forte paura: paura di fare nomi e cognomi, delle possibili reazioni e eventuali ritorsioni da parte delle persone denunciate. Addirittura, per diverso tempo, non sono riuscita più ad esibirmi. Da non credere, avevo paura del pubblico. E adesso che mi sto liberando di un peso sento di avere più grinta di quand’ero soltanto una ragazzina sul palco di Sanremo». «Mi sento trent’anni di meno – sostiene Wilma Goich ”. Ho ricominciato a godermi la vita e fare con piacere il mio mestiere. Ed è importante, perché chi è in platea avverte ogni tuo stato d’animo: si diverte, solo se tu diverti. Per scaramanzia non ne parlo, ma sto lavorando a un progetto in cui darò prova che so fare altro, oltre cantare, anche se la voce rimane il mio più grande talento». Laura Martellini