Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  novembre 06 Giovedì calendario

CORRADO AUGIAS PER REPUBBLICA

Di Crichton s´è detto che i suoi romanzi sono dei techno-thriller. Se si vuole per forza dare il nome d´una tecnica a libri da 150 milioni di copie, si può anche dire così. La definizione non è impropria se la si interpreta come un modo di prendere dati dalla realtà, dalla tecnologia o dalla scienza, comprese le ultime scoperte, per rivestirle di un verosimile assetto romanzesco.
Si è dato però anche il caso che lo scrittore, ribaltando la tecnica abituale, abbia usato il "falso" per movimentare il racconto. Ha cioè inserito in una vicenda di fantasia dei finti documenti perfettamente mimetizzati che sembravano dare un appoggio fattuale al racconto pur essendo a loro volta prodotti della sua fantasia.
Si può almanaccare quanto si vuole intorno al modo in cui Crichton ha organizzato le sue narrazioni, si possono sezionare le sue trame e perfino il suo linguaggio, il segreto del successo resta inviolato come sempre è per ogni autore, o per ogni titolo, che misteriosamente incontri un grande favore popolare non solo nel paese di origine ma ovunque, o quasi ovunque, nel mondo.
Il primo romanzo che ho letto è stato, La grande rapina al treno. Quando lo scrisse Crichton aveva poco più di trent´anni, si cimentava in un romanzo per dir così in costume poiché l´azione si svolge a metà Ottocento, negli anni della guerra di Crimea. Il treno a vapore è il mezzo più veloce che si conosca e un´importante banca inglese, Hundleston & Bradford, utilizza proprio il treno per portare da Londra al porto di Ashford le paghe dei soldati inglesi impegnati in quella lontana carneficina.
Il "tesoro" è chiuso in una robusta cassaforte sorvegliata da guardie armate. Pensare di impossessarsene anche assaltando il treno è semplicemente pazzesco. Un certo Edward Pierce però ritiene che nulla possa resistere ad un progetto ben studiato e messo altrettanto bene in pratica. Così è. Con un misto di ingegno e audacia, pazienza e una certa dose di fortuna, la rapina riesce.
Già da quelle pagine si poteva capire che l´autore aveva quel dono particolare che, nel caso di un "thriller", consiste nel tenere il lettore inchiodato al libro fino all´ultima pagina. In che cosa consista quel dono entro certi limiti (e con tutte le riserve di cui sopra) si può dire: un misto di verosimiglianza e di fantastico, di ragionevolezza e di sorpresa, quella miscela in poche parole che ti fa pensare mentre leggi: in fondo potrebbe essere andata proprio così.
Niente a che vedere con le imprese sovrumane di certi eroi popolari, le loro quasi magiche qualità, gli sbalorditivi poteri. Il rapinatore Edward Pierce riesce nella sua impresa "storica" solo perché è stato sufficientemente astuto e paziente, calmo e determinato. Il segreto dell´immedesimazione viene da qui. Il resto è ovviamente mistero.
Nel caso di Congo (1981) l´impiego di questa tecnica sospesa a metà tra realtà e costruzione fantastica è forse ancora più evidente anche perché la vicenda si svolge nel mondo di oggi, voglio dire di quegli anni. Il pretesto di partenza è semplice: una spedizione nella foresta del Congo ("Repubblica democratica") alla ricerca di diamanti. Un autore meno dotato avrebbe risolto la vicenda con un susseguirsi di avventure senza respiro frammiste a una rovente storia d´amore: l´ambiente, il fine della spedizione, i personaggi, tutto si prestava.
Crichton agisce diversamente. Prende il pretesto avventuroso per piegarlo ai suoi fini. Introduce per esempio il personaggio del gorilla Amy il cui livello di intelligenza è, ancora una volta, verosimile e stupefacente. Amy non è soltanto intelligente, è anche dotato di una sensibilità superiore spesso a quella degli esseri umani. Tra gli uomini accecati dalla ricerca del profitto e il povero animale smarrito nella sua "innocenza", è l´animale a vincere la battaglia, se posso dire così, dello spirito. Frammisto a questo primo tema ne affiora un secondo che riguarda l´ambiente naturale.
Il romanzo è stato scritto nel 1980 e già allora Crichton si poneva il problema della distruzione insensata della foresta pluviale (in Africa, in America Latina) con le conseguenze che ormai conosciamo anche se quasi nulla si fa per evitarle. E poi c´è naturalmente Jurassic Park (1990) probabilmente il suo capolavoro quanto meno nel senso che la tecnica (o miscela) abituale viene amalgamata alla perfezione nella vicenda. I motivi della suspense, tipici del thriller, vanno insieme a personaggi credibili, a una documentazione impeccabile e, ancora una volta, ad alcuni significati di fondo.
Un´isola al largo del Costa Rica ricoperta da una fitta foresta pluviale, attraversata da un fiume. Un gruppo di spregiudicati capitalisti americani (malvagi e stupidi per lo più) la compra e vi impianta un parco di divertimenti. Non i pupazzi animati di Disneyland e nemmeno le meraviglie elettroniche delle varie «Città dello spazio».
Ingegneria genetica, questa volta: in altre parole Henry Wu, geniale biologo, è riuscito a clonare il Dna di vari animali preistorici riportandoli in vita. In una specie di vita. Perché dinosauri, tirannosauri, velociraptor ecc. vengono "concepiti" in provetta ma con un Dna manipolato in modo che non possano riprodursi. Per di più l´intera isola è tenuta sotto controllo da migliaia di sensori elettronici che fanno capo a un computer così potente che nemmeno la U. S. Navy ne ha uno uguale.
Tutto sotto controllo? Così credono i malvagi capitalisti fino al giorno in cui si rendono conto che un´incognita non è stata calcolata e basta quella a far sì che quei mostri ripugnanti e feroci comincino a riprodursi per loro conto. Per di più il computer viene sabotato per cui le recinzioni non sono più elettrificate. Seguono decine di pagine piene di panico, orrore, avventura. Fino al finale che è lieto solo a metà e qualche preoccupazione la dà.
Se dovessi riassumere in poche parole quello che Crichton ci lascia, direi proprio questo: aver saputo sfruttare uno dei più potenti strumenti narrativi oggi esistenti, cioè il thriller, per metterci in guardia dalla nostra avida stupidità.

***

ANTONIO MONDA PER REPUBBLICA
Era un uomo arguto ed ironico dalla notevole preparazione scientifica, che sapeva combinare brillantemente il distacco emotivo con la massima professionalità. Considerava il cinema una forma espressiva non inferiore alla letteratura, e viveva il proprio rapporto con Hollywood con un approccio non diverso da quello che aveva con i propri editori. Il mestiere portato quasi al parossismo e combinato con l´ironia hanno rappresentato due tratti essenziali per comprenderne le scelte cinematografiche: le sue storie sono impostate quasi sempre su una situazione di assoluto ordine scientifico nel quale si scatena il caos generato dall´intervento umano.
Di fronte ad un´impostazione che vede l´illusoria fallacia della scienza e degli esseri umani Crichton reagisce con ironia, e sorride di fronte ai propri personaggi travolti da eventi che sconfinano nell´assurdo. La leggenda racconta che mentre visitava la Universal all´epoca di Andromeda venne portato in giro per gli studi da un giovane stagista che rispondeva al nome di Steven Spielberg, il quale gli disse che un giorno avrebbero lavorato insieme. Era il 1971 e ci vollero ventidue anni prima che la collaborazione si consolidasse con Jurassic Park. Ma nel frattempo Crichton cominciò ad alternare i romanzi, coronati quasi subito dal grande successo, con le regie, e dopo Westworld diresse Coma profondo, tratto da un romanzo di Robin Cook. A detta di Martin Amis si tratta di uno dei migliori adattamenti di sempre. Da un punto di vista cinematografico il suo miglior film è probabilmente La Grande rapina al treno, tratto ancora una volta da un suo romanzo, per il quale scritturò e diresse impeccabilmente Sean Connery e Donald Sutherland. Ma nonostante il successo che raccolse anche nel cinema, cominciò a diradare la propria attività di regista, interessandosi alla produzione e alle sceneggiature.
Il suo apporto nei riguardi di romanzi che diventarono film di alterna qualità e successo ha avuto sempre un approccio razionale e scientifico, pur nel rispetto della logica hollywoodiana. Non prese di buon occhio la decisione di trasformare in un personaggio di colore uno dei protagonisti di Sol Levante, per creare un ruolo per Wesley Snipes, ma apprezzò le scelte operate da Barry Levinson nei pur modesti Rivelazione e Sfera. Dopo lo straordinario successo internazionale di Jurassic Park, diede vita ad una proficua collaborazione con Steven Spielberg, che lo scritturò come sceneggiatore in alcuni film da lui prodotti (per Twister ottenne un compenso di due milioni e mezzo di dollari) e con i quale diede vita alla serie televisiva ER, che Spielberg pensava in un primo momento di trasformare in un unico film.
In tutto questo periodo Crichton non ha mai disdegnato di apparire nel ruolo di sé stesso in programmi televisivi, o di prestarsi in ironiche comparsate, come fece ad esempio già in Andromeda Stain, nel quale interpretava un chirurgo. Ironizzava molto sul proprio aspetto gigantesco e spiegava come solo questa condizione gli avesse impedito di diventare anche un attore di successo. Ma scherzava sino a un certo punto: era rimasto male quando Nicholas Roeg gli aveva preferito David Bowie per il protagonista nell´Uomo che fuggì dal futuro.
Raramente si lasciò andare a commenti sui film meno riusciti tratti dai suoi libri, come ad esempio "Congo", e alle domande critiche sulla scelte narrative caratterizzate da uno stile sin troppo piano rispondeva che tutto il proprio sforzo era nell´individuare storie che rapissero il lettore e lo spettatore cinematografico. Poi aggiungeva che doveva a questa sua impostazione se nel 1994 si è trovato ad essere contemporaneamente in testa alle classifiche dei best seller con Rivelazione, dei film con Jurassic Park e delle serie televisive con ER.

***

Tradotti in più di trenta lingue, i libri di Michael Crichton hanno venduto complessivamente centocinquanta milioni di copie. Autore dalla sfrenata fantasia, capace di partorire dinosauri clonati, sfere aliene o anche sciami di microparticelle, Chrichton è stato finora l´unico autore che sia riuscito ad essere al primo posto della classifica non solo dei libri più venduti, con le sue storie avventurose ma dotate di perfetta credibilità scientifica, ma anche dei film più visti e dei telefilm più seguiti (rispettivamente con Jurassic Park e con E.R.).
Ecco alcuni titoli, pubblicati in Italia da Garzanti: Andromeda (1969), La grande rapina al treno (1975), Congo (1981, premio Grinzane), La vita elettronica (1984), Jurassic Park (1990), Sol Levante (1992), Rivelazioni (1993), Il mondo perduto (1995), Punto critico (1996), Timeline (1999), Preda (2002), Stato di paura (2004), Next (2006). E ancora: Sfera, Mangiatori di morte, Viaggi, Casi di emergenza, Il terminale uomo, In caso di necessità.