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 2008  novembre 12 Mercoledì calendario

Lei difende il suo privato, ma mi parla del suo papà, il filosofo Augusto Del Noce, schivo, severo, austero… Molto diverso da lei

Lei difende il suo privato, ma mi parla del suo papà, il filosofo Augusto Del Noce, schivo, severo, austero… Molto diverso da lei. «Non è che i figli siano i cloni dei padri, la clonazione è pensiero solo dei nuovi Frankenstein o dei nuovi Mengele, che concepiscono la vita umana come un gioco che si può fare su ipotesi di laboratorio. Ognuno ha una sua genesi individuale. Mio padre è morto da quasi vent’anni, il mio è un ricordo di grande stima, di grande considerazione per la sua onestà intellettuale, per la sua cultura, per la sua intelligenza. Poi per alcune cose avevamo delle affinità, per altre meno: a lui non sarebbe mai venuto in mente di andare in giro in Ferrari, ma non aveva nulla da ridire che ci andassi io». La Ferrari ce l’ha ancora? «No, basta, ho smesso, la Ferrari è stata un errore. Non ritengo una cosa immorale possederne una, ma, certo, genera invidie». Altri sfizi? «L’abito». Ma è vera la storia del suo sbarco a New York, da corrispondente non proprio con la valigia di cartone? «Sì, gli addetti che, aprendo i container, vedevano venir fuori vestiti e vestiti, mi hanno chiesto: ”Ma quanti uomini abitano in questa casa?”. Ero da solo». Racconta di passeggiare per i cimiteri: «Penso che dopo avere avuto, fortunatamente, un posto al sole nella vita, sia anche dignitoso cercare un posto all’ombra». Guardando indietro, sono peggio le bombe di Baghdad o i coltelli della Rai? «Beh, sono due forme diverse di attacco, entrambe pericolose. Baghdad giornalisticamente è stato il mio Everest, per questo poi ho voluto cambiare mestiere. Lo sa? Bush padre, due anni dopo il mio lavoro lì, ha fatto l’ultimo raid aereo contro Saddam Hussein e una delle cosiddette bombe intelligenti ha sbagliato bersaglio, andando a colpire proprio quella che era stata la mia camera all’Hotel Rashid, la camera 206». E lui passeggia per cimiteri… Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Fiction e, ad interim, di Rai Uno, e presidente del consorzio Venaria Reale.