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 2008  novembre 06 Giovedì calendario

Il giorno dopo è quello del brusco ritorno alla realtà. Wall Street aveva festeggiato martedì, con un rally dello S&P500 di oltre il 4% e del Dow di oltre il 3%, i sondaggi che annunciavano la vittoria di Obama

Il giorno dopo è quello del brusco ritorno alla realtà. Wall Street aveva festeggiato martedì, con un rally dello S&P500 di oltre il 4% e del Dow di oltre il 3%, i sondaggi che annunciavano la vittoria di Obama. Ieri, incassata la notizia certa che il presidente eletto era proprio il loro beniamino, gli hedge fund, le banche d’affari e il parco buoi hanno preferito vendere, tingendo i listini di rosso profondo: in chiusura il Dj ha perso il 5,16% e il Nasdaq il 5,50%. Non l’hanno fatto per rigetto del nuovo leader, come sostiene uno studio dell’analista finanziario Mark Hulbert sulla volatilità della Borsa durante la campagna elettorale, da cui si ricaverebbe che non c’è stata relazione tra le giornate nere dei listini e le altalenanti prospettive di vittoria del democratico dopo la nomination. Il mondo della finanza ama insomma Obama, anche se la sua idea di alzare dall’attuale 15% a un minimo del 20% le imposte sul capital gain è stata citata da vari gestori come una concausa delle cadute dei prezzi durante l’«ottobre nero». Se a Wall Street il favore per i politici si misura in dollari, la realtà è che i donatori individuali, tra padroni e dipendenti, hanno fatto affluire, attraverso i comitati politici costituiti dalle varie banche e case d’investimento di New York, oltre il 43% in più di quanto hanno versato a McCain, secondo i dati della commissione federale elettorale: oltre 12,6 milioni, con in testa Goldman Sachs, JpMorgan Chase, Citigroup, Ubs e Morgan Stanley, contro i 7,9 per il repubblicano. Lo stop di Borsa di mercoledì si spiega quindi con un’ovvia sospensione di giudizio: il carisma di Barack deve ancora tradursi in soldoni, e soprattutto nelle nomine giuste. A chi andranno i miliardi residui del vecchio pacco da 700 miliardi, dopo che i primi 163 sono finiti nell’acquisto delle azioni di 35 banche? E ci sarà davvero lo stimolo-bis da 300 miliardi che i democratici vogliono approvare in Congresso? In Borsa sono i profitti e gli affari che contano. Così, quando sono piovuti sugli operatori due rapporti sull’economia che hanno ricordato l’incombente recessione, l’entusiasmo ha ceduto il passo. Per l’indice sul lavoro della società Adp, che anticipa di un giorno la comunicazione del ministero del lavoro sulla disoccupazione, attesa per venerdì, il mese di ottobre ha registrato 157 mila tagli di posti: probabile che il tasso di disoccupati salga dall’attuale livello del 6,1% di uno o più decimi. E dall’istituto sul management delle forniture (Ism), che monitora la vitalità degli affari nel comparto dei servizi, è giunta un’altra conferma del clima di contrazione, con un brusco calo dell’indice dal 50,2 di settembre al 44,4 del mese scorso (sotto 50 significa recessione). «Il primo compito per il nuovo presidente è ripristinare la fiducia e la sicurezza», ha commentato sul sito MarketWatch Jim Dunigan, direttore investimenti per la Pnc Wealth Management. «Abbiamo percepito qualcosa in questa direzione e la gente ci spera. Ma Obama deve fare in fretta». «Ieri il mercato anticipava la vittoria di Obama», ha aggiunto Peter Cardillo, capo economista alla Avalon Partners, «oggi siamo tornati al business e il mercato si è messo in attesa perché vuol sentire quale sarà il suo programma economico». E a chi sarà affidata la guida. Tra i più gettonati per il posto di ministro del Tesoro, la nomina più attesa della squadra di governo, c’è il coetaneo di Barack, Timothy F. Geithner, 47 anni: è il presidente della Federal Reserve di New York e ha esperienza di governo per aver lavorato con i ministri economici di Clinton, Robert Rubin e Larry Summers, che sono essi stessi candidati. Altre voci coinvolgono monumenti della finanza Usa, come i grandi vecchi Paul Volcker, ex presidente della Fed, e il miliardario Warren Buffett. Oltre a politici in carriera, come Jon Corzine governatore del New Jersey con un passato alla Goldman Sachs. Glauco Maggi