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 2008  novembre 06 Giovedì calendario

Barack Obama ha subito offerto la poltrona di capo di gabinetto della Casa Bianca - in pratica di coordinatore del nuovo corso politico - a Rahm Emanuel, 48 anni, ex collaboratore di Bill Clinton e appena rieletto deputato dell´Illinois

Barack Obama ha subito offerto la poltrona di capo di gabinetto della Casa Bianca - in pratica di coordinatore del nuovo corso politico - a Rahm Emanuel, 48 anni, ex collaboratore di Bill Clinton e appena rieletto deputato dell´Illinois. Emanuel è la persona giusta. Ha molta grinta, conosce a fondo i meccanismi del potere, ma dovrebbe accantonare altre ambizioni personali vista l´incompatibilità tra incarichi parlamentari e di governo. La sensazione è che la nomina potrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore. Il caso Emanuel conferma che Obama, invitato da Bush al prossimo vertice del G 20, vuole bruciare i tempi nella scelta della squadra che lo aiuterà a mantenere le promesse elettorali e ad affrontare il nodo delle due guerre, oltre che della crisi economica. Il presidente in pectore non vuole ripetere l´errore di Clinton che definì la compagine ministeriale quasi alla vigilia del suo insediamento. Obama non ha preclusioni partitiche: punta anzi a dimostrare l´impegno bipartisan affidandosi ad alcuni esponenti repubblicani. E intende mettere subito al lavoro i suoi uomini, in modo che possano approfittare della disponibilità di George W. Bush a un lavoro congiunto e impostare le grandi sfide che si apriranno il 20 gennaio. A John Podesta, ex-capo di gabinetto di Clinton, e a due stretti collaboratori di Obama, Valier Jarrett e Pete Rouse, è già stato affidato il «transition team», in pratica il gabinetto-ombra dei 75 giorni di inter-regno. Altri nomi potrebbero aggiungersi tra poco. Si inseguono le indiscrezioni sull´arrivo di Robert Kennedy jr a capo dell´agenzia dell´ambiente e non si esclude l´ingresso di Hillary Clinton nella compagine di governo. Intanto il toto-ministri è al centro del dibattito politico americano, con ripercussioni anche sull´attività dei bookmaker che accettano scommesse sul prossimo segretario di stato E´ probabile che la prima nomina ministeriale sia quella al Tesoro, visto che secondo gli exit polls l´economia è considerata la maggiore preoccupazione di sei americani su dieci. In pool position figurano l´ex-ministro Larry Summers e il presidente della Federal Reserve di New York, Timothy Geithner. Ma la poltrona che desta ovviamente più interesse, specie all´estero, è quella del successore di Condoleezza Rice. Il nome più ricorrente? Quello dell´ex-aspirante democratico alla Casa Bianca John Kerry. Rieletto l´altro ieri a senatore del Massachusetts, Kerry, 64 anni, non ha escluso un incarico del genere e potrebbe contare sull´appoggio del suo vecchio collega (e prossimo vicepresidente) Joseph Biden. Tra gli altri aspiranti, ci sono anche Richard Holbrooke, ex-ambasciatore all´Onu e protagonista dei negoziati di Dayton sulla Bosnia e il senatore repubblicano Chuck Hagel, con cui Obama ha fatto un viaggio in Iraq apprezzandone le qualità. Una poltrona impegnativa sarà quella del Pentagono: il nuovo ministro dovrà infatti impostare il ritiro «in tempi ragionevoli» dall´Iraq e mediare tra generali, industrie degli armamenti ed esperti sul futuro della difesa americana. Di qui l´impressione che Obama, per non accentuare le tensioni, punti alla riconferma dell´attuale ministro Robert Gates, anche se non si escludono altri candidati come lo stesso Hagel, il repubblicano Richard Lugar e l´ex-sottosegretario alla marina Richard Danzig. L´attuale governatore dell´Arizona Janet Napolitano avrà sicuramente un incarico ministeriale (probabilmente alla Giustizia) così come la sua collega del Kansas Kathleen Sebelius. Per l´incarico alla Pubblica istruzione il favorito è Joe Klein, attuale provveditore agli studi di New York, ma secondo la rivista Time Obama potrebbe offrirlo a una figura simbolica della comunità afro-americana, cioè all´ex-generale ed ex-segretario di stato Colin Powell. Arturo Zampaglione