Anais Ginori, Repubblica 6/11/2008, 6 novembre 2008
ANAIS GINORI INVIATO DI REPUBBLICA
CHICAGO - «Ci dispiace molto che debbano partire» dice il signor Harris, che vive due villette più in là. «Ma lui ha un lavoro da fare». C´è la grande storia americana, e poi c´è il piccolo trasloco famigliare. Una transizione poco politica e molto personale. Contano anche i dettagli, come Natasha e Malia che ieri mattina sono andate a scuola dopo aver fatto tardi sul palco di Chicago, per la prima volta strappate dal cerimoniale alla ritirata delle otto di sera.
Nella villa in stile georgiano di Kenwood, la famiglia Obama deve affrontare le prossime incombenze di natura pratica. Quindi, se ne deve occupare The Boss, ovvero Michelle. Lasciare Chicago dopo quarantaquattro anni, trasferire la famiglia al 1600 di Pennsylvania Avenue, Washington, portandosi dietro anche quello stile di vita molto middle class che ha giocato un ruolo importante nel fare la storia con la maiuscola. La prima delle decisioni è convincere nonna Marian a trasferirsi. «Voglio che mia madre venga alla Casa Bianca - racconta la nuova First Lady - perché credo che con lei le bambine potranno continuare ad avere una vita quasi normale, basata su valori solidi».
A Washington arrivano regole di vita semplici ma ferree. Natasha e Malia sono abituate a rifarsi il letto la mattina, mettere la sveglia e vestirsi da sole, ordinare sempre i loro giochi, guardare poco la tv. Sanno anche che il massimo della paghetta settimanale è 1 dollaro (elargito dal padre), e che a Natale o ai compleanni non si ricevono regali. Il vero regalo, spiegano i genitori, è fare la festa. Tutto questo, ha spiegato Michelle, per le due bambine presidenziali non dovrà cambiare. «Piedi per terra» è il motto in famiglia. Sobrietà, per continuare il contrasto con la famiglia Bush, nata e cresciuta ricca.
Possono sembrare ameni dettagli in un momento in cui i giornali annunciano una lunga lista di "prime volte". Una famiglia nera alla Casa Bianca: quasi un ossimoro. La famiglia presidenziale più giovane dai tempi di Kennedy.
Presto arriveranno le foto delle bambine che giocano sul tappeto dello Studio Ovale. Nel 2004 quando Obama fu eletto al Senato, Michelle rifiutò di traslocare a Washington.
Troppe complicazioni. «A Chicago le bambine hanno una vita bellissima» ha ammesso Obama. «Mi rendo conto che nella loro felicità oggi c´è anche un po´ di sofferenza per il cambiamento di vita che devono affrontare».
Michelle sta già cercando la nuova scuola per Natasha e Malia. Forse la Nation Cathedral, dove andava la figlia di Gore, o la Sidwell Friends di Chelsea Clinton. Presto ci sarà l´incontro con Laura Bush per prendere le consegne della villa più famosa del mondo, costruita due secoli fa, simbolo della potenza e del prestigio dell´America. Alla chef presidenziale, Cristeta Comerford, la nuova First Lady dovrà spiegare il cambio di menù: il Presidente è un salutista che ama mangiare leggero. La prima e unica volta che gli Obama sono stati invitati nella residenza presidenziale è stato nel 2005. Le bambine si sono mortalmente annoiate e hanno giocato con il cane dei Bush, il famoso Barney. Ora Malia e Natasha avranno il loro cucciolo, premio per la pazienza dimostrata in questi 20 mesi in cui papà è stato al 98% (calcolo di Michelle) fuori casa. La nuova first lady dovrà anche contattare l´ammiraglio Stephen Rochon, il ciambellano della Casa bianca al quale indicherà la disposizione delle stanze nelle East Wing, il lato della Casa Bianca riservato alla famiglia presidenziale. Arredamento sobrio, forse qualche tocco di arte esotica, come nella loro casa di Kenwood.
L´ex ragazza dei ghetti neri del South Side finora ha mostrato scioltezza e grinta nell´accompagnare l´ascesa del marito. Ne ha forse risentito soltanto un po´ fisicamente: è ingrassata. A Washington, ha confessato, ricomincerà a fare palestra per smaltire i "chili elettorali". Alla Casa Bianca c´è già una palestra, una piscina e presto, ha chiesto Obama, sarà costruito un campo da basket, che sarà frequentato anche da un ex giocatore. Uno dei tanti, tale Michael Jordan, amico e sostenitore del leader democratico. In casa Obama c´è sempre il "rito della mattina": al risveglio le bambine si infilavano nel lettone dei genitori e passano qualche minuto accoccolate insieme a loro. La mamma ha promesso alle bambine che non verrà interrotto. Almeno questo resterà uguale.