Massimo Gramellini, La Stampa, 6/11/2008, 6 novembre 2008
«Ma ti rendi conto di cosa significa per il mondo?», diceva ieri mattina mia moglie, vedendo un presidente nero sorridere in tv
«Ma ti rendi conto di cosa significa per il mondo?», diceva ieri mattina mia moglie, vedendo un presidente nero sorridere in tv. «Quell’uomo ha la tua età». Altro che il colore della pelle. questa la vera rivoluzione. Alla Casa Bianca arriva un giovane nato sull’uscio degli Anni Sessanta. Dico giovane, perché ci chiamano così da quando lo eravamo davvero e dopo non hanno smesso più. come sui tram: chi è seduto non scende, chi sta dietro non spinge (o non riesce a salire) e allora noi rimaniamo lì, in piedi, con un’aria svagata da puer aeternus e la paura che una frenata troppo brusca ci faccia cadere giù. La Meno Peggio Gioventù. Ah, ma adesso il tram lo guida uno di noi. Vedrete di che pasta siamo fatti. Non troppo frolla, anche se all’esterno sembriamo morbidi. Amiamo il rock, i Blues Brothers, le Donne Roccia (di solito le sposiamo per proteggerle dai nostri cambi d’umore), il pesce crudo, le energie rinnovabili, i verbi coniugati al futuro, il talento individuale, l’anarchia e il romanzo «Moby Dick»: facciamo un tifo sfrenato per la balena. Non amiamo il country, gli Inti Illimani, le Donne Iceberg (ma ce ne innamoriamo platonicamente per puro diletto cerebrale), la carne cotta, il petrolio, le polemiche fresche fresche su Resistenza e Vietnam, le cordate gregarie dei sessantottini alla Clinton e il loro inarrivabile cinismo, che li rende così poco credibili quando provano a dire «Yes, we can». Se non vi spiace, quello lo diciamo noi, che non saremo buoni ma almeno abbastanza decenti da poterci ancora concedere il lusso di sognare. Massimo Gramellini