Alberto Flores D’Arcais, Repubblica 6/11/2008, 6 novembre 2008
ll Congresso ai democratici disfatta per il partito di Bush Sfiorata la "quota magica" che blocca l´ostruzionismo La Pelosi trionfa nel duello in casa con la "mamma anti Bush" DAL NOSTRO INVIATO PHOENIX - Diciannove deputati e cinque senatori in più
ll Congresso ai democratici disfatta per il partito di Bush Sfiorata la "quota magica" che blocca l´ostruzionismo La Pelosi trionfa nel duello in casa con la "mamma anti Bush" DAL NOSTRO INVIATO PHOENIX - Diciannove deputati e cinque senatori in più. Il vento del cambiamento si è abbattuto anche sul Congresso dove la maggioranza democratica si rafforza in misura consistente aprendo la strada a una partnership con la Casa Bianca che potrà aiutare Obama negli inevitabili momenti di difficoltà. Al Senato i democratici avevano sognato di poter raggiungere la magica «quota 60», quella che rende blindata la maggioranza e impedisce il "filibustering", l´ostruzionismo parlamentare da parte della minoranza. Era un´impresa quasi impossibile e non ce l´hanno fatta. Il successo resta. Hanno conquistato cinque seggi, Virginia, New Mexico, Colorado, North Carolina e New Hampshire. I primi tre erano quasi scontati ma gli ultimi due fino a un paio di mesi fa sembravano saldamente repubblicani. Al "Grand Old Party" bruciano particolarmente, perché gli elettori hanno mandato a casa Elizabeth Dole (North Carolina), moglie del candidato repubblicano alla presidenza nel 1996 e John Sununu, rampollo quarantenne di una potente famiglia (il padre era "chief of staff" di George Bush senior) e che fino a ieri era il più giovane senatore del Congresso. Restano ancora da assegnare tre seggi. Per quello del Minnesota, dove il senatore uscente, il repubblicano Norm Coleman era stato sfidato da Al Franken, il comico "liberal" reso famoso da Saturday Night Live, occorrerà aspettare a lungo. Tra i due c´è infatti uno scarto di soli 690 voti e la legge del Minnesota prevede in casi di testa a testa così stretti l´automatico riconteggio di tutte le schede. Negli altri due sono in vantaggio i candidati repubblicani: Gordon Smith in Oregon, che ha 8mila voti in più con il 70 per cento delle schede scrutinate e Ted Stevens in Alaska. Quest´ultimo ha un vantaggio di circa 4mila voti ma rischia il posto dopo la recente condanna per corruzione. Lo stesso McCain gli aveva chiesto di farsi da parte. Alla Camera dei Rappresentanti il partito di Obama si è già assicurato diciannove seggi portando la propria maggioranza a 254 (contro i 174 repubblicani). Può ancora migliorare se vince qualcuno dei sette seggi ancora indecisi. La sfida più anomala si è avuta nell´ottavo distretto della California, uno dei più liberal d´America, dove lo speaker della Camera Nancy Pelosi ha dovuto affrontare oltre all´avversario repubblicano Walsh anche Cindy Sheehan, la «mamma anti-Bush», madre di un militare caduto in Iraq e divenuta famosa come simbolo del movimento pacifista in America. Risultato finale: Pelosi 71,6 per cento, Walsh 9,2, Sheehan 19,3. E´ la prima volta dal 1992, quando alla Casa Bianca era salito Bill Clinton, che i democratici controllano la maggioranza al Congresso e l´amministrazione. Si dovevano eleggere anche undici governatori. E´ finita sette a quattro per i democratici che anche in questo caso escono vincitori perché strappano agli avversari un seggio, quello del Missouri dove Jay Nixon, procuratore generale dello Stato, ha battuto Kenny Hulsof ottenendo una netta vittoria (58 per cento). Grazie al Missouri il totale dei governatori democratici sale a 29 contro i 21 repubblicani. Alberto Flores D’Arcais