Cristina Marrone, Corriere della Sera 2/11/2008, pagina 27., 2 novembre 2008
Si stanno moltiplicando le cliniche con camere del freddo per alleviare o eliminare i dolori, curare patologie croniche a livello articolare o vertebrale, reumatismi e neurodermiti, ma anche stress e insonnia
Si stanno moltiplicando le cliniche con camere del freddo per alleviare o eliminare i dolori, curare patologie croniche a livello articolare o vertebrale, reumatismi e neurodermiti, ma anche stress e insonnia. Funziona così: dopo i controlli medici, si indossano costume da bagno, calze e scarpe da ginnastica, guanti, fascia per riparare le orecchie e mascherina da chirurgo per proteggere la bocca e il naso. A questo punto si entra nella prima camera, dove la temperatura è a -15°. Si fa un giretto nella stanza e si entra in una seconda camera, a -60°. Si sta un po’ e poi si imbocca la terza porta, che porta in un locale a -110°. Un’infermiera è sempre in contatto audio e video, si devono muovere lentamente le braccia e le gambe per mantenere in movimento la circolazione. Si può resistere al massimo tre minuti e mezzo, poi si deve passare di nuovo attraverso le altre stanze per riabituarsi lentamente alle temperature più alte. All’uscita ci si sente più rilassati ed euforici. Dopo un’ultima visita di controllo ci si può riposare al caldo. Il dottor George Kettenhuber spiega: «La sensazione di sollievo che si prova dipende dall’azione combinata del freddo e di alcuni recettori nervosi che si trovano sulla pelle. In pratica quando fa freddo i recettori mandano un segnale al cervello del tipo "Attenzione fa freddo, bisogna coprirsi". E’ un messaggio importante, che ha la precedenza sugli altri, compreso quello del dolore. In pratica il freddo blocca la strada ad altri stimoli nervosi in modo che questi non giungano a destinazione».