Carlo Tecce, l’Unità 5/11/2008, pagina 46, 5 novembre 2008
l’Unità, mercoledì 5 novembre Tra lustrini e televisioni, vive un mondo intero composto da squadre celate agli sguardi dei più
l’Unità, mercoledì 5 novembre Tra lustrini e televisioni, vive un mondo intero composto da squadre celate agli sguardi dei più. il pianeta delle formazioni fantasma, clubs falliti e poi ripartiti dal basso mantenendo l’originale denominazione. Sono tifosi che fanno felici le mogli e le fidanzate. La domenica restano a casa e non guardano la moviola. Un po’ si fanno bene da soli, non fanno lunghe trasferte né noiose code ai botteghini, né si rodono il fegato per una partita sciagurata. Hanno perso il gusto di esultare, forse perché non lo fanno da tempo. Loro, quelli della Salernitana Sport, non lo fanno da tre anni e mezzo, quasi quattro. Loro tifano per un ideale di giustizia, nemmeno meramente sportiva, tifano per il simbolo del "cavalluccio". Per l’ippocampo che ha sgroppato con la maglia granata dall’avanguardia (pare che il calcio sia ri-nato a Salerno) a due anni in serie A. Nell’estate del 2005, quando il Palazzo decise di indagare le società prima di indagare se stesso, l’allora proprietà di Aniello Aliberti fu pizzicata dalla Covisoc per un debito con il Fisco. La scappatoia del Lodo Petrucci piaceva a molti, soprattutto ai politici che si facevano pubblicità e agli imprenditori che, a prezzi stracciati, potevano entrare nel calcio e uscire dai cantieri. Mentre si avvertivano gli ultimi rantoli della Salernitana Sport, l’imprenditore edile Antonio Lombardi fondò la Salernitana Calcio 1919: data vecchia per incanutire una società nuovissima, colori tradizionali granata e un pallone nello stemma. Lombardi, partito da zero, fu catapultato in serie C1. Aliberti, che aveva frequentato gli attici del pallone, ripartì dalla Terza Categoria, prima di abbandonare il campo e passare ai tribunali per chiedere i danni per plagio a Lombardi. In mezzo ci sono i tifosi, che non sempre amano sventolare una bandiera a caso. I nostalgici della Salernitana Sport, all’inizio tre gruppi organizzati della curva, poi una sparata rappresentanza, resistono e non si fanno abbindolare dalla squadra di Lombardi che, vinta la C, vuole tornare in serie A. Stoicismo. Masochismo. Idolatria. N MODE N FILOSOFIE I ragazzi del sito "Una sola fede, un solo simbolo!" non seguono mode né filosofie: «Vogliamo far capire ai salernitani - dice uno dei responsabili - che chi indossa la maglia granata non ha il diritto di farlo. E’ un usurpatore. La Salernitana è il marchio in vendita al tribunale fallimentare. Lombardi ha disertato le aste, adesso noi preferiamo che non lo compri lui». Logo e ammennicoli a parte, la Salernitana di Lombardi non ispira fiducia perché ha aperto la società alla famiglia Murolo che, per altre vie, controlla altre squadre: il fratello di Vittorio Murolo, vicepresidente, è proprietario del Cassino; il cugino, Lombardi Stronati, è presidente del Siena. Né rassicura il diesse Angelo Fabiani, collaboratore di Luciano Moggi, appena rinviato a giudizio nel processo su Calciopoli. Dietro l’ippocampo, c’è di più. Anche se, spesso, il colore fa la differenza. Tre anni fa, in serie D, i tifosi del Cosenza si sono ritrovati con due formazioni cittadine, due eredi posticce del Cosenza Calcio 1914 fallito nel 2003: un altro sodalizio 1914 e il Football club. Entrambe furono costrette dai tifosi a giocare senza la storica divisa rossoblu. Poi Cosenza ha cambiato nome altre due volte (Associazione Calcio, Fortitudo), ma dallo scorso maggio, in coincidenza con la promozione in C2, è stato riesumato il Calcio 1914. IL CASO MESSINESE A Messina, roba da almanacchi, sono stati più sbrigativi. Nel ’93 l’Acr Messina sprofondò in Promozione, le si affiancò l’Associazione Sportiva che ebbe la concessione dello stadio "Celeste" sino al ’97. La più fortunata Unione Peloro vantava una categoria migliore, l’Eccellenza, e lo stadio di casa. I tifosi preferirono il Peloro, poi Football Club e seguirono l’arrampicata dei Franza sino alla serie A. La scalata all’incontrario, terminata lo scorso agosto, ha condotto in D e i tifosi sono nauseati dai Franza. E le altre due Messina? Fallite. I tifosi dello Spezia 1906, rifondato per usanza, hanno trasferito sciarpe e striscioni allo Spezia 2008 in D. A Lucca, invece, la transumanza è stata più lenta e assai meno convinta. L’As Lucchese Libertas gioca in Terza Categoria e ci gioca con la pantera sul petto; lo Sporting è in D, senza debiti e senza ricordi, e va pure fortissimo. Anche le grandi hanno attraversato crisi d’identità: la Fiorentina è stata Florentia viola, la Scc Napoli è stato il Napoli soccer. Ma i tifosi avevano una squadra e potevano scontentare mogli e fidanzate. Solo i ragazzi della Salernitana Sport tifano per una squadra che non esiste. Carlo Tecce