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 2008  novembre 05 Mercoledì calendario

BLOG DEL 5/11/2008


HA VINTO OBAMA
Dal sito di Repubblica::

Barack Obama è il 44esimo presidente degli Stati Uniti, il primo afro-americano ad arrivare alla Casa Bianca, in una tappa storica per l’America che volta pagina dopo gli anni di Bush. McCain chiama Obama per congratularsi e ammette la sconfitta: "Rispetto la sua abilità e perseveranza che ha ispirato speranza in così tanti americani". Anche Bush gli telefona: "Notte fantastica". Obama ringrazia l’America e i suoi sostenitori: "Questa vittoria appartiene a voi". Affluenza record alle urne, i "latinos" votano in massa per il democratico.


06:58 Il dollaro vola

Il dollaro vola sulla scia della vittoria elettorale di Barack Obama. L’esito elettorale fa riguadagnare terreno al biglietto verde nei confronti dell’euro e del paniere delle maggiori monete. Il dollaro è scambiato a 1,2851 dollari e a 127,77 yen dopo essere scivolato ieri ai minimi da 13 anni. Gli investitori si aspettano che il cambio della guardia alla Casa Bianca possa favorire la ripresa economica.
06:55 Obama: "Wall Street non può far soldi mentre la gente soffre"

Nell’America di Barack Obama non ci potrà "essere una Wall Street che si arricchisce mentre Main Street (la gente comune) soffre". Il neo presidente degli Stati Uniti da Chicago ha spiegato che il mondo della finanza, all’origine della crisi che ha messo in ginocchio l’economia reale non può vivere come un copro distaccato dal resto della nazione: "Cresciamo o cadiamo come una nazione, come un popolo".

06:41 Obama: "Yes we can è il credo americano"
"Yes we can": sì possiamo è "il credo Americano". Un Barack Obama commosso ha chiuso i 17 minuti del suo discorso da presidente eletto davanti a 100mila persone a Chicago tornando allo slogan che ha sintetizzato la sua campagna del cambiamento. L’America può, perché è un paese unito; l’America può, perché sa sognare. "Ho pensato stanotte a una donna che ha votato a Atlanta" ha detto Obama. "Somiglia molto ai milioni di persone che si sono messe in fila per far sentire la loro voce in questa elezione, salvo un dettaglio: Ann Nixon Cooper ha 106 anni". E’ stato un discorso pieno di accenni alla lunga storia dei diritti civili che ha condotto all’elezione del primo presidente nero, incluso un accenno a Martin Luther King, il "predicatore di Atlanta che disse ’we shall overcome".

06:31 Obama sul palco con Michelle, Joe Biden e la moglie

Poco dopo avere rivolto alle migliaia di persone che lo acclamavano, a Chicago, a conclusione del suo discorso, il tradizionale saluto ’Dio vi benedica’, Barak Obama, che aveva al fianco Michelle, è stato raggiunto dal suo vice, Joe Biden e dalla moglie, Jill Jacobs. Insieme per molti minuti hanno salutato la folla.

06:22 Democratici aumentano il controllo sul Congresso

L’America del 5 novembre cambia volto. Oltre ad aver riconquistato la Casa Bianca dopo 8 anni di era George W. Bush, i democratici aumentano il controllo sul Congresso. Sale a quota 56 seggi la maggioranza democratica nel Senato mentre alla Camera l’asinello vede confermato l’ampio vantaggio conquistato a novembre del 2006. In particolare alla Camera alta i democratici si fermano a un passo da raggiungere quota 60 che blinda il Senato e impedisce all’opposizione qualsiasi forma di ostruzionismo. I democratici hanno conquistato 17 dei 35 seggi in palio oggi, contro i 12 repubblicani.

06:08 Obama: "Lavorerò con McCain per rinnovare il Paese"

Barack Obama ha annunciato che lavorerà "insieme al senatore John McCain per rinnovare il Paese".

05:43 New York in delirio tra Harlem e Times Square

Delirio di gioia tra il popolo di Barack Obama a New York, diviso tra Harlem e Times Square: gente che piange, gente che ride: gli obamiani della Grande Mela hanno accolto l’annuncio della Cnn ritrasmesso sui maxi schermi montati nella piazza crocevia del mondo e nel cuore dell’ex quartiere ghetto di Manhattan. L’Empire State Building, rossoblu in spirito bipartisan per tutta la notte elettorale si è preparato a cambiare colore per illuminarsi di blu-Obama dopo il proclama della vittoria. E’ stato il deputato di Harlem Charles Rangel che ha confermato il risultato a migliaia di neri e di bianchi raccolti sotto lo schermo gigante montato a Adam Clayton Plaza, all’angolo della 125esima Strada. "Si, si, sì", ha cantato in coro la folla che aspettava da ore l’annuncio della svolta nella storia dell’America.

05:42 Kenya, Kogelo in festa: "Andiamo alla Casa Bianca"

La famiglia keniana di Barack Obama, accolta la notizia della vittoria del senatore dell’Illinois, è esplosa in una manifestazione di gioia ed entusiasmo. "Andiamo alla Casa Bianca" hanno esultato alcuni parenti del neo-presidente afro-americano, di padre keniano. Nel villaggio occidentale di Kogelo, dove vivono alcuni parenti di Obama tra cui una delle sue nonne, la polizia ha assicurato la massima vigilanza nel timore di un assalto da parte dei media.
05:39 Bush telefona a Obama per congratularsi

Il presidente George W. Bush ha chiamato Barack Obama per congratularsi per la vittoria. Lo ha reso noto la Casa Bianca

05:30 Sarah Palin in lacrime sul palco

Sarah Palin è in lacrime, sul palco di Phoenix da cui McCain sta parlando ai suoi supporter dopo aver riconosciuto la sconfitta. La Palin, controversa candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Usa, è accompagnata dal marito.

05:29 McCain ai suoi sostenitori: "Il fallimento è mio, non vostro"

Il senatore John McCain, nel salutare i suoi sostenitori, ha detto loro che "la sconfitta è chiara" e che "il fallimento è mio, non vostro". McCain, che si è presentato sul palco di Phoenix con la moglie Cindy, ha voluto ringraziare la candidata alla vicepresidenza Sarah Palin.
05:28 Obama accetta la resa di McCain e lo invita a collaborare

Barack Obama ha accettato la resa dell’ avversario nella campagna elettorale, John McCain, e lo ha invitato ad aiutarlo a guidare il Paese. Lo hanno reso noto fonti della campagna democratica a Chicago, riferendo la conversazione tra i due.

05:11 Obama vince agevolmente, a lui anche il voto popolare

Il candidato democratico ha conquistato 297 grandi elettori superando agevolmente la soglia dei 270 voti elettorali necessari per diventare presidente, ma si è aggiudicato anche nettamente il voto popolare staccando John McCain di oltre due milioni di preferenze.
05:10 Tv nazionali confermano: Obama presidente

La Cnn, la Fox, la Nbc e l’Abc confermano Barack Obama presidente degli Stati Uniti alle 23 della Costa Est (le 05:00 in Italia) dopo la vittoria del senatore dell’Illinois in California.
05:08 Chicago in festa

Quando la Cnn ha annunciato che Obama ha superato i 270 voti elettorali necessari per vincere, le centinaia di migliaia di persone che si trovano nelle strade della città del senatore sono esplose in un boato di gioia.


UN PARAGONE, TUTTO AMAREZZA E SFOTTO’, CON L’ITALIA
La Stampa, giovedì 5 novembre 2008
Con tutti i suoi difetti, ma la democrazia in America è una cosa meravigliosa, a differenza che altrove. Certo, i candidati vengono scelti dopo un duro apprendistato e non si candidano solo quando sono sicuri di vincere, come altrove. Certo, per il rito di iniziazione all’età adulta gli studenti hanno passato la notte nei sacchi a pelo davanti al maxischermo del loro college senza il conforto di mamme e professori (succede anche questo, altrove). Certo, davanti ai seggi ci sono code chilometriche perché da quelle parti si ostinano a stare in fila per uno, anziché sperimentare forme innovative di incolonnamento a fisarmonica, a raggiera, modello arrogance («lei non sa chi sono io») o formato parakul («mi lasci passare, la prego, ché la casa mi va a fuoco e ho dimenticato mio figlio sullo zerbino con un leone a stecchetto da mesi»), molto diffuse altrove. Certo, a Chicago, sperduto villaggio dell’Illinois, ieri sera aspettavano un milione di persone in piazza ed erano terrorizzati dall’idea di non riuscire a gestirle tutte, mentre altrove ne hanno appena ospitate due milioni e mezzo (ma in realtà erano due miliardi e mezzo, anzi due milioni di miliardi e mezzo) senza fare una piega. Certo, laggiù il candidato giovane sembra proprio giovane e il candidato vecchio proprio vecchio, non come altrove, dove al vecchio crescono i capelli e il giovane fa cascare le braccia.
Sì, con tutti i suoi difetti, ma la democrazia in America è davvero una democrazia. A differenza che altrove.

I PERICOLI DELLA TRANSIZIONE
Obama si insedierà solo il 20 gennaio. Che cosa accadrà fino a quel momento? Il presidente uscente può boicottare il presidente entrante? La volta che i clintoniani, in odio a Bush, tolsero la W da tutti i computer... (Ennio Caretto dal Corriere della Sera).

COME HA PUNTATO WALL STREET
«Obama trasuda fiducia, proprio quello che chiediamo noi, cioè tutti i mercati finanziari», confida al blog MarketWatch lo stratega del mercato obbligazionario Tony Crescenzi, del fondo d´investimento Miller Tabak... (da Repubblica: continua qui)

IN EUROPA OBAMA STAREBBE ANCORA ASPETTANDO LA CITTADINANZA
Obama è veramente nero? «Dopo essere stato allevato, amato e coccolato da una madre e da nonni bianchi non può improvvisamente rinnegarli: quella è la sua storia» (Toni Morrison: l’intervista ad Alessandra Farkas del Corriere della Sera è qui).


I DIECI ARTICOLI DA NON PERDERE
1. L’INTERA ECONOMIA MONDIALE STA CADENDO A CANDELA...
L´intera economia mondiale sta cadendo a candela e la tempesta coinvolge anche la Cina, a conferma che, se l´occidente industrializzato si ferma, non saranno i paesi emergenti a tenere a galla lo sviluppo globale. Tutto questo i dati ancora non lo dicono, ma lo si annusa dagli indicatori che guardano al futuro, come quelli sulla fiducia sui consumatori o sugli ordinativi delle aziende. Il segnale d´allarme più recente viene dal Baltic Dry Index, che misura, ogni giorno, i costi del trasporto via mare di prodotti di base come minerali di ferro, cemento e granaglie e viene considerato un buon termometro dello stato e delle prospettive immediate del commercio mondiale... (Maurizio Ricci su Repubblica: continua qui).

2. MA NON SI POTREBBERO DISTRUGGERE I PAPAVERI DELL’AFGHANISTAN?
«Mi sono sempre chiesto perché non si distruggano le piantagioni di droga all’origine. Invece di concentrare l’attenzione solo alle frontiere, non sarebbe forse più semplice controllare i flussi di questa micidiale arma di distruzione di massa direttamente alla fonte? O forse non c’è la volontà vera di debellare questa piaga?» (risponde Sergio Romano: qui)

3. IL FIGLIO DI OSAMA BIN LADEN CHIEDE ASILO ALLA SPAGNA
MADRID – Un rifugiato politico di nome «Osama Bin Laden» era un grattacapo che il ministro degli interni spagnolo, Alfredo Perez Rubalcaba, si sarebbe volentieri risparmiato... (Elisabetta Rosaspina sul Corriere. Continua qui)

4. GOOGLE STREET CI SPIA: PRIVACY IN PERICOLO
ROMA – Saranno pure belle e poco faticose le passeggiate virtuali col pc. Ma anche in Italia, come in tutti gli altri posti del mondo in cui già funziona Street View, il sistema di Google con cui si esplorano nel dettaglio le strade cittadine, con zoom su ogni minimo dettaglio, facce e auto comprese, la tecnologia deve fare i conti con la privacy... (continua qui).

5. LA GOMMA DA MASTICARE FA BENE
«Stimola durante i primi minuti la secrezione salivare e può incrementare in via transitoria i meccanismi di difesa sempre che siano prive di zuccheri fermentabili e contengano edulcoranti come lo xilitolo» (articolo dal Corriere della Sera: qui).

6. L’UOMO CHE NON SA PIU’ CHE COSA SONO I NUMERI
E’cominciato tutto con un’aggressione di cui è rimasto vittima mentre stava raggiungendo alcuni amici a cena e da quella sera, nel cervello di un uomo, moltissimo è cambiato: a causa del trauma cranico la sua mente ha perso uno «slot» di memoria numerica e ora non ricorda neanche un numero, da quelli dei telefoni a quelli delle date, fino alle sigle e ai codici alfanumerici: è «tabula rasa». Non solo. L’uomo non può neanche impararne di nuovi. Una fondamentale porzione di memoria sembra, almeno per ora, irrimediabilmente danneggiata... (dalla Stampa: continua qui).

7. LA DIVERTENTE STORIA DI PAOLO GUZZANTI, PADRE DI SABINA, CHE ATTACCA LA CARFAGNA
ROMA – Mara Carfagna querelerà Paolo Guzzanti. Il ministro forzista, non ha gradito le critiche avanzate dal collega, che l’ha definita «calendarista alle Pari Opportunità » dalle pagine del suo blog (da ieri alle 16 oscurato per motivi tecnici). E tantomeno i sospetti su una sua presunta «nomina di scambio», ottenuta dal premier Silvio Berlusconi in cambio di non precisati «favori personali». Così lo ha citato in giudizio per diffamazione. Scegliendo la via dell’azione penale e non civile come quella intentata contro la figlia di Guzzanti, Sabina: dopo essere stato bersaglio della sua satira, le ha chiesto un milione di euro di risarcimento danni solleticandone il sarcasmo («bella donna ma che tariffe!»)... (dal Corriere della Sera e da Repubblica: Guzzanti ha parlato anche di ”mignottocrazia’: continua qui...).

8. FUGGE CON L’UOMO CHE AMA E SULL’AEREO SI INNAMORA DI UN ALTRO
Storia vera di Marina Salvi, autrice di Donne in movimento, che nel Sessantotto andò a vivere in una comune (coppia aperta, eccetera. Continua qui).

9. ALL’ISOLA DEI FAMOSI BELEN RODRIGUEZ SI BACIA CON TUTTI
«Rossano e Belen si sono baciati più volte», ha detto ieri Vladimir Luxuria, l’ex deputata di Rifondazione Comunista. «Non sono una falsa, i loro compagni devono sapere chi sono veramente Belen e Rossano». Per quei pochi fortunati che ancora non lo sanno, la 24enne argentina Belen (Rodriguez) è fidanzata con il 26enne Marco Borriello, aitante attaccante del Milan primo in classifica, e l’«ammerigano» Rossano (Rubicondi), fin qui famoso per l’impalpabile stakanovismo e avere sostenuto con piglio borgheziano che «frocio» non è un’offesa, è sposato con Ivana Trump... (dalla Stampa: continua qui).

10. CADREGARI, L’ALLENATORE PIù ESPULSO D’ITALIA
«Cadregari è uno dei personaggi più raffinati e colti del nostro calcio, una sorta di filosofo che passa il tempo in biblioteca. Lo hanno soprannominato Rasputin, per il suo aspetto selvatico e intellettuale...» (dall’articolo di Federico Pistone: qui).