Paola Mariano, Tuttoscienze 5/11/2008, pagina 30, 5 novembre 2008
Tuttoscienze, mercoledì 5 novembre E’cominciato tutto con un’aggressione di cui è rimasto vittima mentre stava raggiungendo alcuni amici a cena e da quella sera, nel cervello di un uomo, moltissimo è cambiato: a causa del trauma cranico la sua mente ha perso uno «slot» di memoria numerica e ora non ricorda neanche un numero, da quelli dei telefoni a quelli delle date, fino alle sigle e ai codici alfanumerici: è «tabula rasa»
Tuttoscienze, mercoledì 5 novembre E’cominciato tutto con un’aggressione di cui è rimasto vittima mentre stava raggiungendo alcuni amici a cena e da quella sera, nel cervello di un uomo, moltissimo è cambiato: a causa del trauma cranico la sua mente ha perso uno «slot» di memoria numerica e ora non ricorda neanche un numero, da quelli dei telefoni a quelli delle date, fino alle sigle e ai codici alfanumerici: è «tabula rasa». Non solo. L’uomo non può neanche impararne di nuovi. Una fondamentale porzione di memoria sembra, almeno per ora, irrimediabilmente danneggiata. A raccontare il dramma (e i suoi tanti interrogativi) è l’italiana Marinella Cappelletti, ricercatrice allo University College di Londra, che si è dedicata allo studio del misterioso caso dell’«uomo senza numeri», spiegandolo sulla rivista scientifica «Cortex». La vittima, però, (è un particolare che rende la sua situazione ancora più insolita) non ha perso la capacità dell’«uso» dei numeri: può ancora maneggiarli per eseguire calcoli, spiega la studiosa, originaria di Como e volata a Londra dopo una laurea in Psicologia a Padova. Non di rado, infatti, accade che a determinate lesioni del cervello seguano comportamenti «strani» oppure perdite di funzionalità del tutto particolari e imprevedibili. I casi sono moltissimi: c’è, per esempio, quello di una donna che dopo una lesione ha perso la memoria soltanto di una piccolissima classe di informazioni: vale a dire quella che contiene i nomi di alcuni cibi, come quelli dei frutti. «Dopo l’aggressione il paziente ha subito un forte trauma cranico con la conseguente perdita di memoria - racconta Marinella Cappelletti -. Nonostante tutto risultasse normale agli esami di ”scansione cerebrale”, come la risonanza, ha sviluppato una forma di epilessia da trauma che ha colpito il lobo temporale». Il racconto dei medici I primi attacchi, in realtà, si sono verificati già sull’ambulanza, secondo il racconto dei medici del pronto intervento: è questa l’unica testimonianza davvero attendibile di ciò che è avvenuto dopo l’aggressione, dal momento che la vittima ha riportato anche una forte amnesia post-traumatica e non ricorda quasi nulla degli attimi terribili che ha vissuto. Ma è stato in ospedale che ci si è accorti che aveva «perso i numeri»: quando un agente l’ha interrogato, non è riuscito a pronunciare la propria data di nascita e la sua età e nemmeno il numero di cellulare della moglie. Così è cambiata la sua vita. In seguito all’epilessia del lobo temporale in cui risiedono alcune specifiche funzioni di memoria, tra cui quella enciclopedica (la capacità di ricordare i nomi e di «etichettare» le cose), il paziente ha perso totalmente la capacità di usare i numeri quando si riferiscono a date, codici segreti, marchi di prodotti. «Lui - racconta Marinella Cappelletti - non sa più che la Seconda guerra mondiale è iniziata nel 1939, che suo figlio ha 23 anni, che 501 è un modello di jeans e che i Boeing 747 sono aerei». Può sembrare un inconveniente da poco, ma non è così. Senza numeri non si vive e, dopo quella sera, l’uomo, che lavorava come controllore sui treni, ha lasciato il lavoro e ora conduce una vita relativamente normale solo con l’aiuto della moglie. Coltiva molti hobby, ma la «perdita dei numeri» gli ha rubato la possibilità di un’esistenza autonoma. Anche per rincasare è costretto a consultare una nota in cui è scritto il codice dell’allarme dell’appartamento. E, quando deve acquistare vestiti o scarpe, non può fare a meno di ricorrere a suo prezioso taccuino, nel quale conserva i numeri delle sue taglie. Contesto enciclopedico Il danno - spiega la ricercatrice - ha colpito la memoria semantica e non quella operativa. Ecco perché l’uomo è ancora in grado di svolgere operazioni aritmetiche oppure è capace di confrontare gli stessi numeri che non può più utilizzare in un contesto di tipo enciclopedico: pur non essendo più in grado di ricordare che il numero 501 si riferisce a un tipo specifico di jeans, lui sa perfettamente che la somma di 201+300 è uguale a 501 oppure che 501 è un numero più piccolo di 505. Lo studio, quindi, dimostra la separazione cerebrale dell’uso dei numeri come «nomi» oppure come cifre. Inoltre - aggiunge Marinella Cappelletti - non ha manifestato altri problemi di memoria semantica: il caso dimostra, perciò, l’esistenza di uno «slot» specifico all’interno del lobo temporale. «La perdita di informazioni specifiche per una ristretta categoria semantica è fondamentale per capire come il cervello organizza queste informazioni. La nostra ipotesi è che la memoria semantica sia organizzata in diverse componenti indipendenti, simili ai ”cluster” di un disco fisso del personal computer». Paola Mariano