Elio Pirari, La Stampa 4/11/2008, pagina 20, 4 novembre 2008
Aventi mesi di distanza dal fallimento del Perugia Calcio, la Cassazione dà ragione a Luciano Gaucci
Aventi mesi di distanza dal fallimento del Perugia Calcio, la Cassazione dà ragione a Luciano Gaucci. Da oggi l’ex proprietario del club umbro può rientrare in Italia senza l’incubo della galera: il gip Paolo Micheli ha infatti revocato l’ordine di custodia cautelare attiva dal 2005. «Visto che me lo permettono, entro 20 giorni, al massimo un mese, torno in Italia – le prime dichiarazioni dalla Repubblica Dominicana ”. Torno, ma non nel calcio italiano». Novembre 2005, un maresciallo della Finanza sale le scale di casa Gaucci e notifica ai presenti la decisione della procura di Perugia. E’ la fine di un impero. Gli confiscano ville, il castello medievale di Torre Alfina, cavalli, terreni. Luciano Gaucci si scopre braccato da tutti, anche dal portiere di casa. E con l’incubo della custodia cautelare, estesa anche ai figli Alessandro e Riccardo, da tempo tornati in libertà. Gaucci sparisce. Poi una mattina, sprofondato nella sabbia, tra i palmizi di Santo Domingo, apparentemente provato, voce roca e sguardo allucinato, postula il suo teorema. E’ una tempesta. A fargli la forca sono «I poteri forti», in primis Franco Carraro: «Un intoccabile», allora numero uno della Figc, ex sindaco di Roma, ex ministro del Turismo, ex tutto. «State sbagliando, state prendendo un granchio colossale», strepita dal suo ranch di Bavaro Beach (Repubblica Dominicana), dove per non sapere né leggere né scrivere s’era preventivamente trasferito. Ma quelli della Procura non ci sentono: in prima istanza l’uomo è un individuo tutto da valutare, in seconda un genio nato per delinquere. Dal buen retiro Gaucci moltiplica assoli vertiginosi: «Il calcio italiano è una fogna comandata da un dittatore, Franco Carraro. Una faccia di gomma, un uomo capace di assorbire tutto, uno che staziona 12 ore al giorno a Mediocredito ma fa il presidente della Figc. Uno che fa anche il consigliere di amministrazione di Capitalia, fa cioè il consigliere di Geronzi, l’uomo che amministra il calcio italiano». Oscillando tra sarcasmo e invettiva Gaucci è un fiume in piena, ne ha per tutti. «Parliamo degli arbitri?, ecco un’altra vergogna del calcio nazionale», ma le sue sintesi ruotano sempre intorno a Franco Carraro: «Non possiamo consentire a quell’uomo di mettere mano, di interessarsi anche delle designazioni arbitrali». Carraro è anche l’uomo del caso-Catania, Gaucci quella faccenda se l’è legata al dito: «Contro di noi ha sguinzagliato decine di avvocati Figc, quanto spreco di denaro pubblico. Ha persino impugnato una sentenza della Caf, uno scandalo». Carraro a parte, le accuse contro l’uomo di Santo Domingo sono pesanti: bancarotta fraudolenta in relazione al crac finanziario che interessa il Perugia Calcio, il club di cui Gaucci era presidente. Luciano, ex tranviere della linea numero otto, re degli appalti di alcune imprese di pulizia, una passione smodata per i cavalli (la scoperta di Tony Bin vale quanto una holding bancaria), e per le trovate ad effetto, molto estemporanee: l’ingaggio di Carolina Morace, cui consegna la panchina della Viterbese, la scoperta del giapponese Nakata, poi ceduto alla Roma. Ma l’intuizione più geniale si chiama Saadi Gheddafi, figlio minore del Colonnello. Gaucci dice che è un fuoriclasse, i suoi collaboratori reputano l’acquisto, più che inutile, rovinoso. Ma il patron ha naso, l’operazione darà un’enorme visibilità mediatica, convoca a Perugia l’attaccante libico, gli consegna la maglia numero 19 e impone all’allenatore Serse Cosmi di spedirlo subito in campo. Saadi si presenta in ritiro su una Limousine bianca e un codazzo di guardie del corpo. A bordo della Limousine c’è anche il fisioterapista personale, Garfield Croocks, quello del velocista statunitense Ben Johnson. Un ragazzo d’oro in tutti i sensi, Saadi, educato, gentile, diligente, sorridente, i tifosi gli vogliono bene. Ma come attaccante si rivela subito un obbrobrio tecnico-tattico. «Gheddafi?, l’unico vero bomber è il padre», una delle prime battute che circolano in città. 1/2/2006 Bancarotta Luciano Gaucci, presidente del Perugia Calcio, è accusato di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale per 35 milioni di euro e diffamazione. Imputati anche i figli Alessandro e Riccardo. 26/11/2008 In aula E’ il giorno dell’udienza per il fallimento del Perugia Calcio: il giudice deciderà sulla richiesta di patteggiamento a 3 anni avanzata dalla difesa di Gaucci.