Guido Santevecchi, Corriere della Sera 4/11/2008, pagina 29., 4 novembre 2008
Corriere della Sera, martedì 4 novembre Londra. Si scrive il suo nome su Google e tra le notizie che la riguardano spunta «Amanda, la nuova fiamma del principe Andrea»; «la bella bionda sarà la nuova Duchessa di York?»
Corriere della Sera, martedì 4 novembre Londra. Si scrive il suo nome su Google e tra le notizie che la riguardano spunta «Amanda, la nuova fiamma del principe Andrea»; «la bella bionda sarà la nuova Duchessa di York?». Era il 2003, Amanda Staveley faceva coppia fissa con il terzo figlio della regina e occupava le rubriche di Royal gossip. La storia è cambiata: ora Miss Staveley, 35 anni, sempre affascinante, compare sulle prime pagine dei quotidiani finanziari. Perché ha appena negoziato l’accordo per la ricapitalizzazione della banca Barclays con l’ingresso massiccio tra gli azionisti dello sceicco di Abu Dhabi. Un’operazione da nove miliardi di euro che ha fatto diventare arabo il 30 per cento del glorioso istituto di credito fondato a Londra nel 1690 e caduto vittima della crisi dei mercati che ha bruciato centinaia di miliardi in poche settimane. Amanda è diventata il personaggio del momento nel mondo dell’alta finanza, eroina della resistenza al credit crunch (la stretta del credito) e campionessa della difesa del sacro diritto dei bankers ai bonus di fine anno. La semi-arabizzazione della Barclays ha creato polemiche in Gran Bretagna, perché il vertice della banca ha rifiutato i fondi offerti dal governo laburista e si è rivolta invece alla famiglia reale di Abu Dhabi. Ma questo alla signorina Staveley interessa poco: lei ha svolto brillantemente il suo compito di mediatrice per conto dello sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan e ha meritato la percentuale sull’affare: 40 milioni netti di sterline, quasi 50 milioni in euro. E non è neanche il suo primo colpo: a settembre aveva fatto andare in porto la cessione della squadra di calcio del Manchester City allo stesso sceicco del Golfo. Un affare da 400 milioni che alla sua società basata nella City, Pcp Capital Partners, aveva fruttato 10 milioncini. E poi c’è sempre in gioco un negoziato per vendere il club del Liverpool a un altro emiro, quello di Dubai. Per queste prodezze Amanda si è meritata il titolo di Businesswoman of the Year e di «donna più potente del calcio inglese », sport notoriamente maschilista. D’altra parte anche la City è sempre considerata un club per gentlemen che tiene le donne schiacciate sotto un «soffitto di vetro». Amanda Staveley ha sempre lavorato duro. Nata in una famiglia benestante ma non straricca, da ragazza amava l’equitazione e l’atletica leggera e sognava di arrivare alle Olimpiadi. Bloccata da una serie di infortuni, ha studiato lingue straniere a Cambridge e per arrotondare ha fatto anche la modella part-time. Ma aveva il tocco per gli affari: si fece prestare 180 mila sterline da una banca e aprì un ristorante a Newmarket, cittadina inglese famosa per le corse dei cavalli. E siccome scommettere sui cavalli è lo sport dei re e nel suo locale si mangiava bene, la ristoratrice Amanda ha cominciato a conoscere gente di sangue blu, compresi sceicchi ed emiri. Poi è arrivato il principe Andrea. Nel 2003 sembrava che le nozze fossero imminenti. Amanda rispondeva: «Lavoro dodici ore al giorno, sette giorni a settimana. Tutto quello che voglio alla sera è sedermi sul divano e guardare la tv in pigiama ». Frase sulla quale i tabloid ricamarono non poco. Sembra sicuro che Andrea le abbia proposto di sposarlo. Lei però al titolo di Duchessa di York preferì quello di senior partner nella società di mediazioni finanziarie della City. Fine della storia a palazzo reale e inizio di quella nei palazzi della finanza. Ora, se si scrive Amanda Staveley su Google, la prima risposta che compare è: «La ragazza d’oro, la confidente dello sceicco che ha salvato la Barclays e ha messo nella borsetta 40 milioni». Guido Santevecchi