Corrado Augias, la Repubblica 4/11/2008, 4 novembre 2008
G entile Augias, la citazione di Fonseca era ’monca’ solo per banali ragioni di spazio. Sul merito ribadisco che di tutti i lavori si può misurare la produttività, compreso lo studiare delle cause e le motivazioni delle sentenze
G entile Augias, la citazione di Fonseca era ’monca’ solo per banali ragioni di spazio. Sul merito ribadisco che di tutti i lavori si può misurare la produttività, compreso lo studiare delle cause e le motivazioni delle sentenze. La legge è chiara: le motivazioni si depositano lo stesso giorno o, in casi eccezionali, entro tre mesi dalla lettura del dispositivo. Accade? No: l’eccezione è considerata la regola. Questa è improduttività, misurabile senza l’uso dei tornelli. Ed è anche una (non l’unica) delle cause che rendono la giustizia la più lenta d’Europa. Spazi fisici. L’idea che la giustizia si amministri in casa dei magistrati mi pare assurda. Servono spazi di lavoro? Li si chieda e li si crei. So di tribunali nuovi di zecca che restano chiusi per inadempienze procedurali (non dei magistrati), si protesti. Sento anche che i magistrati si considerano troppo pochi; sono i più numerosi d’Europa con l’eccezione della Germania, ma quella è l’unione di due Stati. La signora Maria Cristina Fedrighi, mi scrive che a Verona ogni togato ha la sua stanza ed un paio di computer, ma si è dovuto creare un apposito ufficio "intestazione delle sentenze", con costi e spesa di tempo, perché i giudici saltano questa parte del loro lavoro. A me sembra un venire meno ai propri doveri. Un dubbio mi rimane: come mai lettere così non le leggo mai, sui giornali? Renato Brunetta H o dovuto tagliare anch’io la lettera del ministro ’per banali ragioni di spazio’, spero di non averne tradito il senso come era invece accaduto nel caso del dottor Fonseca. La corrispondenza con il ministro Brunetta, alla quale con questa mettiamo fine, ha stimolato molte reazioni. In questa stessa pagina pubblichiamo la lettera del presidente del Tribunale di Roma che riferisce sulla condizione dei suoi uffici; hanno scritto però anche numerosi avvocati e magistrati tra i quali posso solo selezionare pochi stralci. L’avv. Andrea Russo scrive: «svolgo la mia attività da oltre 13 anni; non è vero che il 70% delle cause sarebbero rinviate per errori procedurali e non è vero che tutte le udienze iniziano con ritardo. Vero è che i testimoni sono costretti a lunghe attese, ma non per colpa del magistrato che nel frattempo sta tenendo almeno altre 20 udienze». Giorgio Di Sacco Rolla: «Come si misura la produttività di un insegnante? Dal numero dei compiti che corregge? La competenza di un giudice dalla quantità di sentenze? Quella di un medico dal numero dei pazienti che visita o opera? Sentenze, pazienti, studenti non sono pratiche da evadere». Carlo Nespoli, cancelliere: « i Contratti Nazionali prevedono verifiche della produttività del personale amministrativo (utili anche per avere informazioni, indirette, sull’attività dei magistrati). Mi sono sempre trovato di fronte alla resistenza degli interlocutori istituzionali di turno. Ritengo che pochissimi Uffici Giudiziari abbiano effettuato queste verifiche. Condivido l’opinione del dott. Zucconi Galli Fonseca: "munirsi di complete conoscenze della realtà prima di parlare". *** La giornata di lavoro di un magistrato penale Paolo De Fiore Pres. del Tribunale di Roma Questa mattina ho fatto un giro per le aule del Tribunale di piazzale Clodio. Sono circa 40. Erano le 9.30: i magistrati erano al lavoro; soltanto due sezioni erano in ritardo, in una mancava un giudice e nell’altra il Pm, entrambi avevano avvertito del loro ritardo. Questo è la fotografia di una giornata di lavoro, con una notazione importante: tutti i magistrati osservano la prassi virtuosa dello scaglionamento orario nella fissazione delle udienze. Soltanto chi non conosce il funzionamento della giustizia può ignorare che per i giudici la celebrazione dell’udienza è soltanto la parte iniziale del loro lavoro: esso prosegue nella solitudine della propria abitazione (altrimenti dove? Nessun giudice presso il Tribunale di Roma ha a disposizione un proprio studio) nella stesura delle motivazioni delle sentenze. I criteri per la valutazione della produttività del Giudice sono quindi ben diversi che quelli dell’osservanza della puntualità nell’inizio delle udienze: essi riguardano soprattutto il numero e le qualità delle sentenze nelle quali essi trasfondono la loro professionalità e la loro esperienza.