Pietro Garibaldi, La Stampa 4/11/2008, 4 novembre 2008
Riassunto dell’editoriale della Stampa di stamattina. Nel 1933 un americano su quattro era disoccupato (cioè il 25% contro il 5% del 1929)
Riassunto dell’editoriale della Stampa di stamattina. Nel 1933 un americano su quattro era disoccupato (cioè il 25% contro il 5% del 1929). Calo del Pil rispetto al 1929: 50%. «Dopo il crollo della Borsa del 1929 la politica monetaria negli Stati Uniti si fece più restrittiva, con aumenti dei tassi d’interesse e riduzione della quantità di moneta in circolazione. La corsa agli sportelli e i fallimenti di diverse banche furono la tragica conseguenza di quegli errori». La soluzione a quella crisi fu, nel 1932, «un immenso programma di spesa pubblica e una crescita massiccia dello Stato sociale» (elezione di Roosevelt, idee dell’economista Keynes). «Un programma di quella portata, anche se domani dovesse vincere Barack Obama, non è più realizzabile per l’aumento del debito pubblico americano». Quindi un grosso aumento della spesa pubblica non è realizzabile neanche in Italia: «L’aumento del differenziale tra i tassi sul nostro debito pubblico e quello tedesco, un fenomeno osservato in questi giorni, è un campanello di allarme per ricordarci quanto la situazione dei nostri conti pubblici sia delicata e quanto irrealizzabile sia, nel nostro Paese, un grande aumento di spesa pubblica». Lo scontro di questi giorni tra i vari ministri, che vogliono spendere, e Tremonti, che tiene duro, non è perciò un bello spettacolo. Data la nostra situazione, le uniche spese ammesse in Italia sono quelle destinate al riordino degli ammortizzatori sociali (cassa integrazionbe, ecc.) e alla riforma della scuola (Pietro Garibaldi).