Reuters, 3/11/2008, 3 novembre 2008
(Reuters) - Negli Stati Uniti si vota dai 18 anni compiuti, ma le elezioni seguono regole che variano da stato a stato
(Reuters) - Negli Stati Uniti si vota dai 18 anni compiuti, ma le elezioni seguono regole che variano da stato a stato. Persino all’interno di ciascun stato, la tecnologia e le procedure per votare possono cambiare a seconda della contea. Di seguito riportiamo alcuni fattori che potrebbero creare problemi o confusione alle elezioni presidenziali di domani. REGISTRAZIONE DEGLI ELETTORI - Una manciata di stati permette la registrazione nello stesso giorno del voto, mentre la maggior parte chiude le liste circa un mese prima delle elezioni. La registrazione in contemporanea al voto potrebbe aumentare l’affluenza alle urne, ma per i critici è potenzialmente foriera di frodi, perché non c’è tempo per le verifiche. La legge federale richiede agli stati di eliminare dalle liste coloro che sono morti o si sono trasferiti. Alcuni stati lo fanno cancellando gli elettori che non rispondono alle lettere ufficiali, oppure eliminando le persone i cui dati non sono coerenti con quelli di altri database governativi, come l’elenco delle patenti di guida o della Social Security. I critici si lamentano che per un semplice errore di battitura si possa perdere il diritto di voto. Alcuni stati riammettono automaticamente al voto chi ha finito di scontare una pena, mentre altri richiedono una complicata procedura. In questi ultimi, alcuni elettori con fedina penale immacolata hanno detto di essere stati cancellati dalle liste, perché il loro nome era simile a quello di condannati. Entrambi i partiti maggiori si sono attivati per registrare un gran numero di nuovi elettori ed ognuno ha accusato l’altro di avere richiesto false registrazioni. I supervisori elettorali sostengono che i falsi vengono puntualmente individuati e cancellati, garantendo la regolarità del voto. IDENTIFICAZIONE DEGLI ELETTORI AI SEGGI - Secondo la legge federale, chi vota per la prima volta deve presentare un documento di riconoscimento valido con foto. Gli stati sono poi liberi di chiedere dei requisiti supplementari e molti lo fanno. C’è spesso confusione tra gli elettori sui documenti da portare al seggio. Alcuni si convincono addirittura a non andare a causa di false notizie, secondo cui verrebbe loro impedito il voto se i controlli di identità mostrassero che devono ancora versare le tasse o non hanno pagato un biglietto del parcheggio. DIFFICOLTA’ AI SEGGI - Sono di diversa natura: macchinari che non partono, affluenza superiore alle attese, difficoltà a reclutare scrutatori o impossibilità di reperire abbastanza cabine elettorali. Agli elettori in fila all’ora di chiusura dei seggi viene normalmente permesso di votare, ma sono gli stati e le contee ai decidere se prolungare l’orario. MACCHINE PER VOTARE E CONTEGGIO DEI VOTI - Una sfida serrata tra candidati porta a chiedersi se sia stato contato ogni voto e chiedere l’eventuale riconteggio, come avvenuto in Florida nel 2000, quando la competizione all’ultimo voto tra George W. Bush e Al Gore ritardò il risultato per la Casa Bianca. Sono gli stati o i singoli distretti a decidere quale tecnologia usare. In 24 stati sono in uso macchine elettroniche o macchine a leva per votare. In quelli dove ci sono ancora le schede di carta, si ricorre a scanner elettronici per lo spoglio. I problemi sorgono quando le macchine si rompono o il software è difettoso e quando il numero degli elettori che hanno firmato al seggio non combacia con il numero delle schede da scrutinare. VOTO ANTICIPATO/VOTO PER CORRISPONDENZA - Un terzo degli elettori avrà votato prima dell’election day sia per posta che in seggi aperti prima. Il voto per corrispondenza può innescare nuove polemiche perché alcuni distretti richiedono che sia recapitato entro l’election day, altri che il timbro postale porti la data di quel giorno. Gli elettori all’estero sono in difficoltà se vivono in luoghi dove la posta non è affidabile. Si è dibattuto molto se la scadenza sia da estendere per i militari all’estero, tradizionalmente più vicini ai repubblicani. Inoltre, il voto per posta è stato in passato fonte di brogli, dato che è difficile dimostrare che sia davvero quello della persona il cui nome compare sulla busta. ELETTORI DELLE MINORANZE - La legge federale proibisce la discriminazione razziale o etnica e richiede che le schede siano stampate in altre lingue laddove vi siano comunità numerose con limitata conoscenza dell’inglese. Gli stati o i comuni con una storia di discriminazione devono ottenere l’approvazione federale prima di cambiare la loro legge elettorale. Ma in pratica, le minoranze come i neri dicono di essere spesso dissuase dal recarsi alle urne, perché i seggi nelle loro circoscrizioni non sono sufficientemente equipaggiati, le verifiche di identità sproporzionatamente lunghe o perché ricevono false informazioni sulle modalità del voto e gli orari dei seggi.