Antonio Castaldo, Corriere della Sera 2/11/2008, 2 novembre 2008
Di buchi in bilancio all’università di Siena si parla dal 2002. Allora il disavanzo ammontava a 7 milioni euro, diventati 12,2 nel 2003, 22,5 nel 2004, 33,8 nel 2005, infine circa 49 nel 2006
Di buchi in bilancio all’università di Siena si parla dal 2002. Allora il disavanzo ammontava a 7 milioni euro, diventati 12,2 nel 2003, 22,5 nel 2004, 33,8 nel 2005, infine circa 49 nel 2006. Cifre che non erano nulla rispetto alla reale consistenza del problema. L’entità del deficit, accertata da una commissione istituita dal rettore Silvano Focardi, supera i 111 milioni: 91 milioni di oneri contributivi mai versati dal 2004 al 2007 e 20 milioni di tasse Irap non ancora corrisposti. A queste cifre bisogna sommare debiti bancari per 93 milioni. Ora, di fronte alla voragine che potrebbe portare al dissesto, i rischi si moltiplicano. Quest’anno le spese del personale peseranno fino al 104% del Fondo. Se non fosse per convenzioni e fondi regionali (che riportano l’indice all’89%), l’ateneo non avrebbe neppure i soldi per pagare tutti gli stipendi. «Non sapendolo abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità – commenta il rettore ”. Ma possiamo venirne fuori razionalizzando le spese e contenendo i costi di gestione». La soluzione per Focardi va cercata nel patrimonio immobiliare: «Vale 1,5 miliardi. Anche il policlinico, ad esempio, è di nostra proprietà. Stiamo valutando se cederlo o meno, le università di Pisa e Firenze lo hanno già fatto». A.Cas.