Il Messaggero 2/11/2008, 2 novembre 2008
PROGRAMMA DI MCCAIN. IDEE DI MCCAIN
Economia
McCain ripete da mesi che è contro il principio della distribuzione della ricchezza che lui legge nei piani dell’avversario. «Non è il momento questo di imporre nuove tasse» continua a dire, e infatti è orientato a lasciare intatti i tagli di Bush e rinnovarli per tutti i cittadini oltre la scadenza biennale. Si propone come un regolatore severo degli sprechi e un riformatore della struttura del governo, dove intende sopprimere un gran numero di agenzie superflue. Negli ultimi giorni ha rilanciato la promessa di portare al 7,5% la tassa sul reddito da investimenti azionari per tutta la durata del mandato. Impegni costosi, che McCain intende finanziare con una sforbiciata da 100 miliardi di dollari al bilancio, ma anche con un congelamento della spesa pubblica oltre l’ordinaria amministrazione.
Scuola
McCain appoggia la richiesta di ”vouchers”, tagliandi di spesa, che il partito repubblicano e gran parte dei suoi votanti chiedono da anni. Vuole cioè consegnare nelle mani dei genitori che optano per la scuola privata, un buono equivalente alla somma che il governo investe per ogni pupillo nel sistema di educazione pubblico. Per McCain questa scelta risponde alle esigenze di un gran numero di famiglie che non si fidano del sistema educativo nazionale. Anche McCain ammette l’affossamento della riforma di Bush ma si oppone alla richiesta di nuovi finanziamenti. McCain inoltre vorrebbe incentivare con premi in busta paga i migliori insegnanti del paese, quando questi accettano di lavorare nelle scuole più bisognose di intervento.
Sanità
McCain si oppone con forza all’idea della sanità pubblica, che ai suoi occhi è ancora una volta un attacco alla libertà di scelta dei cittadini. Propone invece di estendere anche alle assicurazioni acquistate dai privati il regime di deducibilità fiscale che oggi si applica ai piani sanitari offerti dai datori di lavoro. Inoltre promette sconti fiscali: 2.500 dollari a persona, 5.000 dollari a famiglia, che i contribuenti dovranno spendere per l’acquisto di polizze sulla salute. Questa manovra introdurrebbe maggiore competitività nel sistema sanitario, e quindi prezzi più bassi e servizi migliori per i cittadini. Il governo interverrebbe solo per garantire i pazienti ”a rischio”, spesso respinti dalle assicurazioni private.
Energia
’Drill, baby drill!” (Estraiamo subito il petrolio!) Lo slogan dei due candidati repubblicani ha rimbalzato da un comizio all’altro, negli ultimi mesi di campagna elettorale. McCain intende dare massima libertà alla ricerca di giacimenti petroliferi sul suolo americano e nell’offshore, ma si trova in disaccordo con la sua vice Palin, la quale vorrebbe autorizzare subito l’estrazione in Alaska. McCain vuole emulare la Francia sulla strada del nucleare, e ha promesso l’apertura di 45 nuove centrali. Anche lui è in favore di una nuova politica energetica basata su fonti rinnovabili, ma piuttosto che puntare sulla spesa pubblica per svilupparla, preferisce che siano le dinamiche di mercato a guidare l’inevitabile rivoluzione, e le scelte tecnologiche ad essa legate.
Politica estera
Vittoria in Iraq prima che si possa parlare di un ritiro delle truppe, che il mondo interpreterebbe come una ritirata. McCain vuole che sia il comando militare a fissare la data, e che i generali sul campo non si sentano legati da un calendario fissato a priori. Alcune delle scelte del repubblicano sono simili a quelle del suo opponente: spostamento dell’asse militare dall’Iraq all’Afghanistan, supporto alle nuove nazione della Georgia e dell’ Ucraina contro la Russia, appoggio ad Israele. McCain ha invece una visione opposta riguardo ai rapporti degli Usa con gli ”stati canaglia”, che secondo lui non possono ricevere la legittimazione di una apertura al dialogo con gli americani. Questo vuol dire inasprimento delle sanzioni contro l’Iran, e soprattutto una chiusura totale nei confronti di Cuba.