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 2008  novembre 02 Domenica calendario

MILANO – I

più attenti hanno già notato «buchi neri »: di sera, lo skyline di New York non ha più tutte le luci scintillanti di qualche settimana fa. Effetto crisi. L’elettricità costa, l’economia va a rilento e gli occhi sono puntati sugli sprechi. Le luci, appunto. Quelle di magazzini, uffici, spacci che i newyorchesi sono abituati a vedere accese tutta la notte. Non è più tempo di interi grattacieli splendenti nottetempo. arrivata l’era dei timer che garantiscono l’attenuazione graduale della luminosità mentre la città dorme, è l’ora dei regolatori di intensità per non scegliere soltanto fra le opzioni acceso/spento. E anziché palazzi fiammeggianti a ogni ora, è sempre più visibile quello che il New York Times
definisce «miscuglio luccicante in ordine sparso».
Lo riconoscono i grandi esperti dell’illuminazione: «Le torri accese ad ogni piano appartengono ormai a una visione del passato» dice Randy Sabedra, proprietaria dell’Rs Litghting Design e al lavoro da mesi per cercare di mettere a punto una mappa delle costruzioni più illuminate della Grande Mela. Anche se in passato non è sempre stato così: durante la seconda guerra mondiale e poi negli anni Settanta, nel periodo della grande crisi energetica, lo skyline luminoso della città era già stato attenuato.
Crisi a parte oggi ci sono anche gli ambientalisti a chiedere a gran voce di affievolire, se non proprio spegnere, le luci non necessarie delle notti newyorkesi. Perché New York è vittima di un «inquinamento luminoso» che non misurano nemmeno città come Houston e Las Vegas.
A livello amministrativo si sta pensando di introdurre schermi capaci di ridurre la luminosità nelle strade più inquinate. Ma è ancora tutto da studiare. Mentre la crisi economica ha già bussato alle porte dei proprietari di casa che stanno cercando soluzioni, per quanto piccole, che riducano il consumo e lo scintillio delle loro luci private.
Giusi Fasano