varie, 31 ottobre 2008
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NkundaBatware Laurent
• Congo 2 febbraio 1967 • «Da [...] anni il nome del generale Laurent Nkunda Batware è sinonimo di terrore, morte e distruzione nella regione nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo, il Kivu. Su di lui circolano storie singolari e incredibili, come quella che usa legarsi alla cintura i genitali tagliati ai nemici uccisi. Come ex studente di psicologia conosce la società in cui vive, fatta di superstizioni, miti, leggende e sogni impossibili, immersa nelle violenza da oltre mezzo secolo. E sa così di esercitare una forte influenza sui suoi uomini che lo considerano dotato di poteri soprannaturali. Ma questa fama non l’ha sottratto all’accusa di crimini contro l’umanità da parte della Corte penale internazionale. [...] banyamulenghe, ceppo tutsi che abita il Kivu, abbandona gli studi e si arruola con l’Fpr. Dopo la vittoria lascia Kigali e torna in Congo mentre gli hutu nei campi profughi pianificano la vendetta: riorganizzano le milizie, mettono a punto piani di invasione del Ruanda, ricevono armi nonostante l’embargo sancito dall’Onu [...] I ruandesi reagiscono e organizzano una rivolta per rovesciare il dittatore di Kinshasa, Mobutu Sese Seko, che spalleggia gli hutu. Il loro protetto, Laurent Kabila prende il potere nel maggio 1997. Ma un anno dopo Kabila litiga con i ruandesi e scoppia una nuova guerra dal 1998 al 2003. La parte orientale del Congo, come viene ribattezzato lo Zaire, resta in mano ai tutsi e ai loro alleati ruandesi. Lo sfruttamento delle risorse minerarie è intenso. Nelle battaglie contro il governo sostenuto dai miliziani hutu si distingue Nkunda. L’accordo di pace del 2002 prevede l’integrazione tra truppe regolari e milizie. Nkunda entra nell’esercito con il grado di colonnello, ma subito sale a generale. Pochi mesi e diserta “per difendere i tutsi che vivono nell’area”. I suoi uomini radono al suolo interi villaggi. Hanno licenza di violentare, saccheggiare, ammazzare donne e bambini. Non che i suoi avversari siano meno sanguinari e crudeli. La loro vendetta si abbatte sui tutsi. Si stima che i morti in dieci anni di conflitto congolese siano più di 4 milioni. L’ultima battaglia per sconfiggere Nkunda l’esercito la combatte nel dicembre 2007. Sconfitti e umiliati i governativi in fuga lasciano dietro di sé container pieni di bottiglie d’acqua vuote, scatole di sardine e casse di munizioni. [...]» (Massimo Alberizzi, “Corriere della Sera” 31/10/2008).