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 2008  novembre 06 Giovedì calendario

Secondo l’Annuario statistico della Chiesa, non ci sono dubbi: l’Italia è ancora un paese cattolico

Secondo l’Annuario statistico della Chiesa, non ci sono dubbi: l’Italia è ancora un paese cattolico. Infatti su 58.880.000 abitanti nel 2006, i battezzati erano 56.454.000, pari al 95,88 per cento della popolazione: un record in Europa, superato solo da Andorra (dove i cattolici sono il 98,29 per cento della popolazione), San Marino (97,75 per cento) e Polonia (96,12 per cento). In realtà gli italiani che dichiarano di appartenere alla religione cattolica sono in calo costante: erano l’86,1 per cento nel 2006 contro l’88,6 per cento del 1994 (indagine Aspor-Eurisko sulla «Nuova religiosità in Italia», 2006). E i praticanti, che affermano di aderire alla religione cattolica per «convinzione personale e in modo attivo» non superano il 20 per cento. Si allarga, soprattutto nei grandi centri urbani, l’area dell’indifferenza religiosa (gli agnostici in Italia sarebbero arrivati al 16,6 per cento della popolazione, secondo il rapporto Acs, pubblicato quest’anno) e cresce il numero di quanti, in aperta polemica con la Chiesa cattolica, aderiscono al movimento per lo «sbattezzo»: chiedono cioè di essere cancellati dai registri parrocchiali. Un fenomeno concentrato principalmente nelle grandi città, dove comincia ad avere dimensioni di un certo rilievo: solo a Roma, e solo la scorsa settimana, sono state presentate circa 1.000 domande di sbattezzo. Quanto alle altre confessioni religiose, gli italiani che fanno parte delle Chiese evangeliche, protestanti e riformate sono 363 mila (dati Cesnur). Tra questi, i valdesi, i battisti, i metodisti, gli avventisti e i pentecostali. Crescono in particolare i pentecostali che hanno raggiunto quota 250 mila. Gli ebrei italiani iscritti alle 21 comunità del Paese sono circa 30 mila (dati Ucei). I Testimoni di Geova sono 400 mila e gli aderenti ai movimenti New age 20 mila (dati Cesnur). Ignazio Ingrao