Lucia Annunziata, La Stampa 31/10/2008, 31 ottobre 2008
La scuola e l’integrità che la società non vuole Oggi ci sono stati scontri tra studenti e attivisti della destra: ma allora non avete imparato nulla! Il governo vuole che vi scontriate
La scuola e l’integrità che la società non vuole Oggi ci sono stati scontri tra studenti e attivisti della destra: ma allora non avete imparato nulla! Il governo vuole che vi scontriate. Il governo vuole dipingervi divisi e con obiettivi e speranze diverse. Il governo vuole far passare questo movimento di protesta come qualcosa di violento e facinoroso. Il governo vuole far passare questo movimento come una minoranza autoritaria e fannullona che tiene in scacco una maggioranza di studenti volenterosi e dediti solo allo studio. La storia, il passato, le sconfitte dei vari «movimenti» non hanno insegnato nulla. Bravi! Continuate a pestarvi, mentre il governo gode e vi infila la bella riforma per decreto legge e poi vi manderà la Celere a disperdervi a modo suo perché siete violenti: l’opinione pubblica non vi crederà e dirà bravo al governo che vi disperde e rimette ordine nelle scuole e università. Bravi! ROBERTO PISTAGNA, ALPIGNANO (TO) Mentre scriviamo, la manifestazione nazionale della scuola è appena iniziata. Sapremo domani se tutte le trappole che si aprono nel corso di appuntamenti come questo sono state evitate. Si sta riproponendo, ha ragione Lei gentile Lettore, il solito percorso. Un movimento nasce allegro e orgoglioso della propria indipendenza, pieno di buone intenzioni, e finisce divorato dalla spirale degli scontri che qualcuno (estremismo di destra, sinistra o di governo è irrilevante) crea ad arte. Più interessante per noi cittadini è chiederci come mai la scuola italiana non si pacifica mai, nemmeno quando tutto il Paese sembra contento, come appariva in questi mesi. La spiegazione più ovvia è che la ripetitività dei movimenti è specchio dell’immobilismo in cui questa istituzione giace, a dispetto dei tanti cambi e delle riforme presentate, approvate e cancellate, da sinistra ieri e dalla destra oggi. Ma forse con questi movimenti che pure nascono nelle aule scolastiche, e che oggi si aggregano addirittura intorno ai docenti e agli insegnanti, la scuola non c’entra davvero. Gli Istituti scolastici e universitari - rispolvero vecchie teorie, confermate tuttavia dal tempo - sono forse gli unici grandi luoghi di aggregazione rimasti in una società in cui il lavoro manuale si è ridotto, ma il lavoro intellettuale non per questo è stato rivalutato. I lavori moderni sono parti infinitamente piccole di un ordine intellettuale che ha senso solo nel suo insieme, ma non nel suo particolare. La Scuola invece ambisce ancora, com’è nella sua aspirazione, ad essere un corpo integro, qualcosa di compiuto, la fonte di una formazione e non di un addestramento. come se la scuola chiedesse un’integrità di vita che la società non ha più voglia o forza di volere. Questo è vero in tutto il mondo, anche se soluzioni e ansie in ogni luogo si esprimono differentemente. Da noi sono i cortei, le occupazioni; ma questi sono solo «modi» di chiedere, non le vere domande.