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 2008  ottobre 31 Venerdì calendario

La «sovversiva» Sabina Guzzanti ieri è tornata in Rai. «Da Santoro, dove ero già stata più volte

La «sovversiva» Sabina Guzzanti ieri è tornata in Rai. «Da Santoro, dove ero già stata più volte. Michele vorrebbe una collaborazione più continuativa, ma i tempi della satira non sempre si adattano a quelli di Anno zero. Stavolta ho accettato, registrando tre imitazioni su Silvio Berlusconi». Una sulla scuola, una sull’uso «criminoso» che fa Santoro della tv, una terza sulla camorra. La comica romana non era presente in studio, impegnata a Fabriano nelle prove di Vilipendio. Vilipendio: un titolo emblematico. «Racconterò questa Italia oscurata da un regime autoritario. Uno spettacolo molto più duro di quello che si è potuto intuire ieri: certe cose non posso dirle neanche da Santoro. Ci saranno danze maori, balli indiani, canzoni, imitazioni. Anche l’opposizione: Finocchiaro, D’Alema, Di Pietro». Di Pietro? Eppure è il suo favorito. «Una persona onesta, l’unico che fa opposizione in Italia. Purtroppo non può risolvere tutto da solo, il suo praticamente è un partito famigliare». Le è piaciuta la manifestazione al Circo Massimo? «Le manifestazioni le condivido tutte e la fiducia su Berlusconi sta andando a picco. Però l’opposizione resta debole, il discorso di Veltroni era come sempre debole e poco focalizzato». Berlusconi sarà anche in calo, però poi le elezioni le vince. Un po’ lungo questo «vaccino». «La storia del vaccino è uno dei molti errori di Indro Montanelli. Bravo giornalista, ma non santifichiamolo solo perché è stato il maestro di Travaglio». Ultimamente sembra molto arrabbiata: non c’è il rischio di parlare con la pancia? «A piazza Navona non ero arrabbiata: ho saputo indignare quando dovevo, ho fatto ridere quando volevo. E’ un discorso di cui vado fiera. Questa cosa che io sono arrabbiata e quindi non faccio ridere, la dicono da anni: che critica è? So tradurre la rabbia in arte». «Sabina Guzzanti è disturbata mentalmente». Lo ha detto il ministro Carfagna. «A Matrix, con Mentana che garantiva che le intercettazioni non esistono. Ah sì? E lui, che in estate aveva preparato una puntata intera sulle intercettazioni, prima che Berlusconi decidesse di non andarci, intendeva fare una puntata sul nulla? La cosa scandalosa è che una come la Carfagna possa diventare ministro. Un’offesa a tutte le donne». La Carfagna l’ha citata in giudizio. «Solo una causa civile, per dare alla gente l’illusione di avere reagito. Fosse sicura di avere ragione, mi intenterebbe una causa penale, ma è la prima a sapere che le intercettazioni esistono. Lo sapete anche voi giornalisti. E sapete cosa dice Berlusconi di lei». Contenta di non essere stata rinviata a giudizio per vilipendio, o un processo le faceva gioco? «Una vicenda sul nulla. Il vilipendio era un reato contenuto nei Patti Lateranensi del ’29, poi modificati da Craxi». Mentana: «Come politica, Sabina mi dice poco». Fede: «I Guzzanti sono strani, lei si ritiri». «Fede è un pagliaccio. Mentana potrebbe essere bravo, ma troppo spesso fa figure da verme». Non ha il timore di rimanere antipatica, quale unica depositaria della verità? «Sto antipatica ai giornalisti perché li critico, dico quello che dovrebbero dire loro. Non mi contestano mai per il cosa, ma per il come: ignobile, volgare. Però non mi smentiscono mai». Grillo ha chiuso con la tv, Luttazzi ci tornerebbe solo come protagonista. Lei invece era anche ieri da Santoro. Da Fabio Fazio ci andrebbe? «Ci andrei, ma non mi chiamerà mai: è sempre più conservatore. Non mi pare che quando ha ospitato Travaglio sia andata benissimo. Da Vespa non andrei mai, a Mentana ho detto no: ti chiamano per strumentalizzarti». La sua amica Dandini ha problemi di ascolti. «La gente vorrebbe satira vera. Il suo programma è fatto bene, ma dopo un giorno neanche lo ricordi più. In tv i comici sono inoffensivi, senza spessore. Chi più chi meno, funzionali al regime». Magari è solo invidiosa. «Figurarsi. Non ho un mio programma perché mi odia anche il Pd. In più ho l’aggravante di avere un background di sinistra. Travaglio e Grillo sono odiati a sinistra, ma loro la colpiscono liberamente, vengono da percorsi diversi; io, agli occhi dei D’Alema, sono ancora più colpevole». Stampa Articolo