Flavio Pompetti, Il Messaggero 30/10/2008, pagina 17, 30 ottobre 2008
Il Messaggero, giovedì 30 ottobre New York. ”Cosa succederebbe se tutti gli aventi diritto andassero a votare”? Chiede un rapporto della Pew Foundation, una delle fonti indipendenti più rispettate d’America? La risposta è semplice: avremmo il crollo dell’intero sistema rispondono i responsabili delle campagne dei due partiti, già preoccupate dai possibili scenari da incubo che l’avvicinarsi della data di martedì comincia a proporre
Il Messaggero, giovedì 30 ottobre New York. ”Cosa succederebbe se tutti gli aventi diritto andassero a votare”? Chiede un rapporto della Pew Foundation, una delle fonti indipendenti più rispettate d’America? La risposta è semplice: avremmo il crollo dell’intero sistema rispondono i responsabili delle campagne dei due partiti, già preoccupate dai possibili scenari da incubo che l’avvicinarsi della data di martedì comincia a proporre. Nelle due ultime consultazioni presidenziali gli americani si sono risvegliati dal torpore che li affliggeva il giorno delle elezioni e hanno cominciato a frequentare i seggi in numero crescente: 60% nel 2000, 64% nel 2004. Queste cifre però sono al netto della ”generazione del millennio”, o la ”Generatione Noi”, come l’ha chiamata Eric Greenberg, autore del libro: ”We Generation, come i giovani millenaristi prenderanno in mano il paese e gli cambieranno il volto”. Nei calcoli di Greenberg la fascia di età che va dai 18 ai 29 anni quest’anno avrà un incremento di registrazioni per il voto del 35% e sfiorerà il 95% degli aventi diritto. Una massa di giovani che potrebbe risultare risolutiva per l’esito della consultazione, ma che sicuramente appesentirà un sistema già al limite del funzionamento, e sicuramente genererà contestazioni. Le polemiche in realtà sono già iniziate: i repubblicani stanno cercando di invalidare 200.000 nuove registrazioni nello stato dell’Ohio, dopo la scoperta di alcune iscrizioni fasulle alle liste elettorali operate dagli attivisti del gruppo Acorn. In Indiana hanno ottenuto il controllo obbligatorio di documenti di identità corredati da foto, che molti elettori sprovvisti di patente potrebbero non avere in tasca. Chi viene rigettato dagli scrutatori può chiedere di votare ”sub iudice”, e in questo caso lo spoglio potrebbe tardare per tre, quattro giorni. Visti i precedenti, le preoccupazioni maggiori sono sullo stato della Florida, dove i repubblicani avrebbero voluto chiusure anticipate dei seggi. Il governatore Charlie Crist ha invece deciso ieri di estendere l’apertura per il ”prevoto” a 12 ore al giorno questa settimana, nella speranza di alleggerire la pressione il prossimo martedì. Flavio Pompetti