Nicola Bruno, Corriere della sera 29/10/2008, 29 ottobre 2008
La crisi nel mondo dell’editoria si fa sentire in maniera sempre più pesante: il New York Times, dopo un trimestre pessimo (i ricavi pubblicitari su carta sono scesi del 16%), si dice pronto a tagliare il personale, il Los Angeles Times licenzierà 75 dipendenti e Gannett, il più grande gruppo editoriale americano (oltre ad Usa Today, controlla un centinaio di quotidiani locali) si trova costretto a cacciarne addirittura 3000
La crisi nel mondo dell’editoria si fa sentire in maniera sempre più pesante: il New York Times, dopo un trimestre pessimo (i ricavi pubblicitari su carta sono scesi del 16%), si dice pronto a tagliare il personale, il Los Angeles Times licenzierà 75 dipendenti e Gannett, il più grande gruppo editoriale americano (oltre ad Usa Today, controlla un centinaio di quotidiani locali) si trova costretto a cacciarne addirittura 3000. In crisi anche i magazine: Time Inc., editore dell’omonimo settimanale e di un centinaio di altre pubblicazioni diffuse in tutto il mondo, nelle prossime due settimane presenterà la lettera di dimissione a 600 impiegati. In totale, secondo il sito MediaWatch, sono oltre 12.000 i licenziamenti annunciati nell’industria dell’informazione statunitense dall’inizio dell’anno. Nel frattempo, il prestigioso quotidiano The Christian Science Monitor, autore di grandi inchieste di politica estera e vincitore di sette premi Pulitzer, dirà addio alla carta: dopo cento anni di pubblicazioni, dal prossimo anno tenterà di resistere solo online.