Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 29/10/2008, 29 ottobre 2008
L’Italia è un Paese meraviglioso: ha piazze quadrate come quella del duomo a Brindisi, pentagonali come a Barberino Val d’Elsa, ellittiche come quella della Libertà a Firenze, esagonali come a Palmanova, ottagonali come a San Lorenzo Vecchio e infine ha le piazze a fisarmonica
L’Italia è un Paese meraviglioso: ha piazze quadrate come quella del duomo a Brindisi, pentagonali come a Barberino Val d’Elsa, ellittiche come quella della Libertà a Firenze, esagonali come a Palmanova, ottagonali come a San Lorenzo Vecchio e infine ha le piazze a fisarmonica. Cioè quelle della politica. Che si restringono fino a diventare piccine piccine se vengono occupate dagli avversari e si allargano fino a farsi enormi enormi se vengono occupate dagli amici. Sono tre giorni che andiamo avanti con le baruffe sulle manifestazioni dei giovani. E c’è chi ironizza su poche e sparute minoranze dipinte alla stregua degli ultras del Trebaseleghe Football Club e chi esalta il dilagare di masse gigantesche come si trattasse di una piena del Mississippi. Per non dire della polemica sulle presenze di sabato al Circo Massimo. «Eravamo due milioni e mezzo!», dicono gli organizzatori del Partito democratico. «E’ la sinistra delle frottole», risponde Silvio Berlusconi. «Le immagini riprese dall’alto certificano il fallimento della manifestazione della sinistra. In effetti non erano nemmeno trecentomila. Dopo mesi di preparazione e spese ingenti un vero flop», precisa Maurizio Gasparri. Detto fatto, il «Giornale» ha recuperato il «piazzometro », cioè uno studio del 2004 stilato dall’allora questore Nicola Cavaliere «per calcolare più o meno esattamente quante persone possono stare nelle principali piazze di Roma ». Sintesi: poiché in un metro quadrato possono stare, in piedi, 4 persone, il Circo Massimo coi suoi 140mila metri quadrati può ospitare 560mila manifestanti, piazza San Giovanni 156mila, Piazza Navona 51mila, piazza del Popolo 17mila. Risultato: macché due milioni e mezzo, con Walter Veltroni erano, a esagerare, meno di un quarto. Più che probabile. A parte il dettaglio che lo studio (come certifica Filippo Ceccarelli che in queste cose fa Cassazione) non era di Cavaliere, ma di un giovane funzionario di polizia, Carlo De Stefano, incaricato di calcolare nel 1973 quanti fossero gli edili convenuti per un comizio a San Giovanni, resta a questo punto un problema. Quello che, se il «piazzometro» è scientificamente corretto, siamo pieni di cacciaballe. Raccontarono frottole quanti parlarono di 250mila compagni ai funerali di Togliatti nel 1964, frottole i sindacati dichiarando un milione di operai e impiegati al corteo contro la scala mobile del 1984, frottole i comunisti contando lo stesso anno un milione e mezzo di partecipanti ai funerali di Berlinguer, frottole i nemici del governo delle destre che nel marzo 2002 giurarono di essere in tre milioni al Circo Massimo ai piedi del palco con Sergio Cofferati. Tutti imbroglioni. Fin qui ci siamo: i comunisti mentono perché la menzogna, come dice sempre il Cavaliere, «fa parte della tradizione stalinista». Ma come fecero due milioni di persone a entrare nella piazza San Giovanni per la manifestazione della destra del 2 dicembre 2006 contro Prodi? Eppure il numero dei presenti lo certificò dal palco, come ricorda l’Ansa, lo stesso Berlusconi: «Siamo più di due milioni». E lo stesso numero fu ripetuto da Roberto Calderoli, Altero Matteoli, Aldo Brancher... Maurizio Gasparri, forse ricordando che secondo il «piazzometro» ce ne potevano stare solo 156mila, volò basso: un milione e mezzo. La solita sobrietà britannica...