Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 29/10/2008, 29 ottobre 2008
DAL NOSTRO INVIATO
BOLZANO – La treccia lunga fino alla vita, con qualche capello bianco, gli occhi chiari e il sorriso di Eva sfidano il tempo. Ha 57 anni, la pasionaria, venti di militanza politica – da leader – costruita sull’eredità del padre, eroe per i sudtirolesi, terrorista per gli italiani. Erano gli anni Sessanta, e Georg Klotz, figlio di un fabbro della Val Passiria, metteva le bombe ai tralicci e ai muri delle caserme. Nel presente, c’è il successo di Eva, premiata dalle urne (5 su 100 l’hanno votata), che rinverdisce l’entusiasmo per l’obiettivo da sempre vagheggiato: l’autodeterminazione del suo popolo, che possa sfociare nell’indipendenza del Sud Tirolo. «Da perseguire con mezzi democratici, cioè con un referendum», sottolinea. Tra utopia e una punta di ingenuità, la signora Klotz – sposata due volte (niente figli, solo politica), la seconda, nel 2000, con un responsabile delle relazioni esterne di una banca – pensa che ora sia il momento buono per rilanciare il progetto, messo in soffitta dalle scelte («romanocentriche ») della Südtiroler Volkspartei, il partito di raccolta della Provincia di Bolzano. Uscito dalla consultazione di domenica, con le ossa quasi rotte. I giovani, soprattutto, hanno voltato la faccia a Luis Durnwalder, che governerà ancora, con un maggioranza risicata e il fiato sul collo dei vincitori morali delle elezioni: i Freiheitlichen di Pius Leitner. Ma con loro c’è anche lei, la «madre » di tutti i movimenti autonomisti/ integralisti, che abbandonarono la moderata Svp.
Il debutto di Eva data 1989, anno di fondazione della Union Für Südtirol. Che governerà con ostinata coerenza, nonostante le scissioni, fino a un paio d’anni fa, quando, delusa da Andreas Poder, il numero due del partito («non ci volevo credere, eppure dovetti arrendermi al fatto che coltivasse simpatie neonaziste»), chiama a raccolta i fedelissimi e fonda il Süd-Tiroler Freiheit. Ora il suo braccio destro è Sven Knoll, 28 anni, tipino sveglio e rampante. Alla vigilia delle elezioni in Alto Adige, L’Espresso ha raccontato che anche lui (come Poder) intratterrebbe rapporti con certi ambienti neonazisti europei. Eva s’indigna e smentisce categoricamente. Ad ogni modo, il successo elettorale per la capolista e il vice è garantito. «La Klotz è stata votata perché è credibile e perché vuole portare il Sud Tirolo nella direzione giusta. Al pari dei Freiheitlichen, ha catturato il voto giovanile», rivela un sondaggio post elettorale commissionato dalla Svp. Insomma, il carisma non è acqua, e la Klotz è decisa a farlo valere. Ma ha ancora senso, nel 2008, insistere su una linea indipendentista che sembrerebbe bocciata dalla storia? Leitner, per esempio, non ne fa una malattia. L’identità etnica oggi non è prioritaria, rispetto ai problemi concreti della popolazione. Eppure, l’idea separatista – su basi decisamente pragmatiche, però – sta facendo breccia anche tra gli italiani che vivono nella provincia di Bolzano. Racconta la Klotz: «Qualche mese fa, l’associazione "Parliamoci" di Bressanone ha fatto un sondaggio, dal quale emerge che quasi il 40 per cento di italiani si dice favorevole al referendum autonomista. Motivo? Se l’economia, nel resto del Paese, va alla deriva, meglio restare nel Sud Tirolo indipendente e prospero ». Anche la pasionaria, che parla faticosamente la nostra lingua e non sopporta che la via del suo ufficio («Südtirolerstrasse») si chiami Alto Adige, si arrende alle simpatie dei cittadini Tricolore.
Il referendum
«Bisogna arrivare al referendum per l’autodeterminazione Molti italiani diranno sì» Partiti
Eva Klotz
(nella foto) ha fondato due anni fa il Südtiroler Freiheit. Nel 1989 fondò l’Union für Südtirol Seconde nozze Eva Klotz con Hans Bachmann, responsabile delle relazioni esterne di una banca, il giorno del matrimonio a Bolzano, il 30 settembre 2000 Marisa Fumagalli